Aggiornamenti dal sistema solare: giugno 2021

Credit: NASA

Venere, nonostante la vicinanza, rimane un pianeta che è stato studiato meno di quanto avrebbe potuto. Nel mese di giugno il secondo pianeta del sistema solare si è preso una bella rivincita. Prima NASA annuncia la selezione di due missioni della classe Discovery, VERITAS e DAVINCI+, entrambe dirette verso Venere. Pochi giorni dopo anche ESA annuncia la selezione della sua quinta missione di classe M della Cosmic Vision: sarà diretta proprio verso Venere e si chiamerà EnVision. I lanci di queste missioni sono pianificati per il periodo 2028–2031. A giugno ESA ha anche presentato Voyage 2050, il nuovo programma di esplorazione scientifica dello spazio che seguirà alla Cosmic Vision.

Tra le missione attualmente attive, sotto i riflettori c’è soprattutto Marte, come al solito. Il rover cinese Zhurong comincia la sua missione e l’elicottero Ingenuity continua a stupirci con i suoi voli dimostrativi. Buone notizie anche dalla Terra, con il primo test di successo per la missione europea ExoMars 2022, che l’anno prossimo dovrà portare il rover Rosalind Franklin e il lander Kazačok su Marte.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

La missione lunare della NASA CAPSTONE, inizialmente prevista a luglio, è stata rimandata a fine ottobre. Non sono state rese note le motivazioni, ma non è escluso che il ritardo sia dovuto al fallimento dell’ultima missione del lanciatore Electron, di RocketLab. La missione fa parte del programma Artemis come propedeutica al Gateway, ovvero la stazione spaziale che dovrebbe essere costruita in orbita lunare.

Non ci sono particolari aggiornamenti per Lucy, il cui lancio è attualmente previsto per il 16 ottobre. La sonda amerciana, che partirà all’esplorazione di diversi asteroidi troiani di Giove, è al momento nella clean room allo stabilimento della Lockheed Martin di Denver, dove si stanno assemblando i vari strumenti scientifici.

L’autunno caldo dei lanci continuerà con la missione DART (Double Asteroid Redirection Test, NASA) che partirà a novembre diretta verso l’asteroide Dydimos e la sua piccola luna.

Proseguono i preparativi per l’attesissima missione Artemis 1 (NASA). La missione porterà la capsula Orion, con il modulo di servizio fornito da ESA, in un’orbita lunare per testare tutto il sistema in previsione del lancio di astronauti su Artemis 2. A bordo di Orion volerà un manichino pieno di sensori, che è stato recentemente battezzato Commander Moonikin Campos, in onore di Arturo Campos, ingegnere della NASA che giocò un ruolo decisivo nel salvataggio degli astronauti di Apollo 13. Fervono anche i preparativi sui payload secondari, ovvero una serie di piccoli satelliti che condivideranno insieme a Orion il viaggio verso la Luna. Ovviamente procede spedita anche la preparazione del lanciatore, lo Space Launch System (SLS), che sarà al suo esordio. La conclusione dell’integrazione di SLS con i vari payload e Orion dovrebbe avvenire entro fine agosto. Novembre è, per ora, l’obiettivo per il lancio.

L’altra missione attesissima di quest’anno è naturalmente il James Webb Space Telescope (NASA/ESA). Dopo anni di ritardi dovuti soprattutto alla complessità dell’osservatorio spaziale, nei mesi scorsi erano stati annunciati possibili ritardi dovuti al lanciatore, l’Ariane 5 di Arianespace, che infatti non volava da quasi un anno. Il problema riguardava le semiogive che ricoprono il payload, ma sembra che sia stato risolto in tempo e abbia provocato un ritardo di solo un paio di settimane. Al momento si prevede di lanciare a metà novembre. Sarà importante che i prossimi due voli pianificati per l’Ariane 5, uno il 27 luglio e l’altro a settembre, si svolgano con successo prima del lancio del telescopio spaziale.

Il lancio del lander lunare Peregrine, della Astrobotic, è stato ufficialmente rimandato al 2022. Lo sviluppo del lanciatore Vulcan da parte di United Launch Alliance (ULA) sembra infatti incontrare alcuni ostacoli che ne ritarderanno il debutto. La finestra di lancio si allinea con quella dell’altro lander lunare, Nova-C, di Intuitive Machines, che verrà lanciato su un Falcon 9 di SpaceX. Entrambe le missioni fanno parte dei Commercial Lunar Payload Services (CLPS) a supporto del programma Artemis.

Nell’elenco delle prossime missioni c’è anche Roskomos, con la pluri-rimandata Luna 25, che segnerà il ritorno dei russi sulla Luna dopo più di 40 anni. Al momento il volo è previsto per ottobre, ma potrebbe slittare a maggio 2022. La conferma potrebbe arrivare il prossimo agosto.

Esplorando la Luna

Sulla superficie della Luna, nella faccia nascosta del nostro satellite, continua la missione cinese Chang’e 4 e del rover Yutu-2. Il rover era rimasto fermo durante il suo 33º giorno lunare, principalmente per permettere al centro di controllo cinese di concentrarsi sulla missione di Zhurong su Marte. Durante il 31º giorno, conclusosi a giugno, Yutu-2 ha invece coperto un’altra trentina di metri, portando il totale dall’inizio della missione a 738,6 m. In orbita lunare Queqiao continua a supportare sia il lander che il rover facendo da ripetitore per le comunicazioni a Terra. La missione precedente, Chang’e 3, è invece sulla faccia vicina del nostro satellite. L’agenzia spaziale cinese, a parte le pubblicazioni scientifiche, non rilascia aggiornamenti su questa missione da anni, ma di tanto in tanto i radioamatori riescono a intercettarne il segnale radio, segno che l’ultimo strumento funzionante del lander, il telescopio a UV, è ancora attivo. L’ultima ricezione nota risale alla fine di maggio.

Oltre a Queqiao, in orbita lunare procedono senza particolari aggiornamenti le missioni di Chandrayaan-2 (ISRO), Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA), THEMIS-ARTEMIS (NASA) P1 e P2.

In equilibrio tra Sole e Terra

Chang’e 5 (CNSA), dopo aver raggiunto la Luna, raccolto e riportato a Terra campioni lunari, è stata riposizionata nel punto lagrangiano L₁ del sistema Terra-Sole.

A condividere un’orbita simile ci sono altre quattro sonde operative, per lo più dedicate all’osservazione solare, ma non solo: DSCOVR (NASA/NOAA), SoHO (NASA/ESA), ACE (NASA) e WIND (NASA).

Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, orbitando intorno al punto lagrangiano L₂, ci sono invece gli osservatori orbitanti Spektr-RG (Roskosmos/DLR) e Gaia (ESA).

Nel sistema solare interno

Se parliamo di Venere, questo mese, tutta l’attenzione è stata catturata dalle fantastiche nuove missioni che nei prossimi anni, o decenni, andranno a studiare il nostro pianeta “gemello”. Ma intorno al secondo pianeta del sistema solare c’è ancora Akatsuki (JAXA), sonda che da anni sta studiando l’atmosfera del pianeta.

Poco oltre l’orbita di Venere, al momento, c’è Parker Solar Probe (NASA) che ha un’orbita molto ellittica intorno al Sole. La sonda è nella seconda parte dell’ottava orbita, che si concluderà ad agosto con il passaggio al perielio, cioè il punto più vicino al Sole. Nel frattempo, il 2 giugno è stata pubblicata una serie di articoli sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics, il secondo rilascio di risultati provenienti da questa missione dopo il primo del 2019.

Venere è anche nel mirino della sonda Solar Orbiter (SolO) (ESA), che compirà un sorvolo ravvicinato del pianeta ad agosto. Il flyby permetterà a SolO di avvicinare ulteriormente il proprio perielio al Sole, pur non arrivando mai alle distanze ravvicinate estreme di Parker Solar Probe.

BepiColombo (ESA/JAXA), con le due sonde MPO (ESA) ed MMO (JAXA), sta viaggiando nel sistema solare interno con l’obiettivo finale di entrare in orbita intorno a Mercurio. Anche BepiColombo sorvolerà in maniera ravvicinata Venere ad agosto, solo due giorni dopo Solar Orbiter.

Non ha invece niente a che vedere con Venere OSIRIS-REx (NASA), sonda che ha studiato da vicino e raccolto campioni dall’asteroide Bennu. La sonda, con il prezioso carico, si sta dirigendo verso la Terra, che raggiungerà solo nel settembre del 2023. Hayabusa 2 (JAXA) ha invece già consegnato a Terra il suo carico di campioni dell’asteroide Ryugu e si sta ora dirigendo verso gli asteroidi 2001 CC₂₁ e 1998 KY₂₆, anche se il primo dei due non verrà raggiunto prima del 2026.

In un’orbita simile a quella della Terra prosegue da quasi 15 anni la sua missione di osservazione solare STEREO A (NASA).

La flotta marziana

In orbita

Tianwen-1 (CNSA) è in orbita marziana sia per supportare il lander e il rover Zhurong sulla superficie sia per la propria missione scientifica. A inizio mese la sonda ha catturato proprio una bella immagine dei due robot atterrati da poco. Anche Al-Amal (UAESA), arrivata più o meno insieme alla sonda cinese, continua a compiere osservazioni scientifiche del pianeta rosso.

I due orbiter neo-arrivati hanno comunque trovato un certo traffico in orbita marziana, grazie alla presenza di molte sonde più o meno veterane. La più longeva di tutte è Mars Odyssey (NASA), in orbita marziana ormai dal 2001. Mars Express (ESA) è arrivata nel 2003, mentre Mars Reconnaissance Orbiter (NASA) ci regala le sue immagini ad altissima risoluzione dal 2006. Un po’ più recenti (2014) sono MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO), mentre la prima delle due missioni ExoMars, Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos), è arrivata nel 2016.

Sulla superficie

Tianwen-1 lander e il rover Zhurong (CNSA) sono al sol 47 a Utopia Planitia, su Marte, e non ci stanno a lasciare tutti i riflettori puntati sul pianeta Venere. Dopo i primi passi sulla superficie il rover ha lasciato a terra una piccola fotocamera con la quale è riuscito a farsi un selfie insieme al lander. Successivamente ha cominciato la sua missione scientifica di esplorazione della superficie, percorrendo 241 m.

Per Perseverance e Ingenuity (NASA) è il sol 130 sulla superficie. Il rover, dopo aver passato le prime settimane a testare i sistemi di bordo e a supportare le evoluzioni di Ingenuity, proprio a inizio mese ha cominciato la sua missione scientifica. Dal canto suo l’elicottero a giugno ha effettuato altri due voli, portando il totale a otto. Prima del prossimo volo Ingenuity dovrà aggiornare il software per correggere un problema che metteva a rischio il sistema di controllo mentre venivano scattate foto a colori, motivo per il quale la fotocamera non è stata usata negli ultimi due voli.

Curiosity (NASA) è invece al sol 3166, dopo quasi 9 anni di missione sulla superficie marziana e più di 25 km percorsi. Il rover ha identificato un nuovo obiettivo da studiare nel dettaglio utilizzando il piccolo trapano a disposizione e sta cercando di posizionarsi in maniera ottimale per eseguire la trapanazione. Nel frattempo sono stati pubblicati nuovi importanti risultati che portano nuovi indizi sulla possibilità che Marte abbia potuto ospitare in passato organismi viventi.

Ha superato i due anni di missione inizialmente previsti anche InSight (NASA), giunta al sol 924. L’energia disponibile tramite i pannelli solari continua a diminuire, sia a causa della stagione, sia per colpa dell’onnipresente polvere marziana. Nelle scorse settimane i membri del team di Insight hanno utilizzato un metodo molto sorprendente per rimuovere un po’ di polvere dai pannelli. La tecnica è riuscita e questo permetterà di ritardare di qualche giorno il momento in cui si dovranno spegnere gli strumenti scientifici per tentare di superare il periodo di basso irraggiamento solare. Questo avverrà probabilmente nel mese di luglio.

Nel sistema solare esterno

La sonda Juno (NASA) ha raggiunto a giugno un grande traguardo. Ha infatti compiuto con successo un passaggio ravvicinato di Ganimede, il satellite di Giove che è anche il più grande del Sistema solare. Juno sta per compiere il suo quinto compleanno intorno al gigante gassoso e, dopo aver passato la sua missione primaria concentrandosi soprattutto su Giove e la sua atmosfera, sta svolgendo la sua missione estesa dando molto più spazio ai satelliti medicei.

New Horizons (NASA) prosegue il suo allontanamento dal sistema solare, mentre il team è alla ricerca di un terzo obiettivo dopo Plutone e Arrokoth. Proseguono l’allontanamento dal Sole, ma senza la speranza di un nuovo obiettivo, le venerande Voyager 1 e Voyager 2, ormai al di fuori dell’eliosfera.

Riassunto missioni

Ci sono 34 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 41 unità robotiche.

Evoluzione della posizione delle sonde del sistema solare nel mese di giugno 2021. Credit: ISAA/Vespia

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.