Il fallimento rallenta ma non ferma l’India verso la Luna
Il 2019 non è stato un anno idilliaco per l’astronautica, da molti punti di vista. Le missioni spaziali sono diminuite in numero rispetto l’anno precedente e alcune si sono concluse con un fallimento, lasciando l’amaro in bocca agli appassionati. Un caso eclatante riguarda le missioni sulla superficie lunare, che includono un solo e unico atterraggio morbido eseguito dall’agenzia spaziale cinese, con la missione Chang’e 4 a inizio gennaio. Nel corso dell’anno ci sono stati altri due tentativi. Uno in primavera, con l’israeliano Beresheet, schiantatosi sulla superficie l’11 aprile, e l’altro in tarda estate, a cura di ISRO. Quest’ultimo prevedeva l’atterraggio di un lander con il suo rover, entrambi parte della missione Chandrayaan-2, l’esito però è stato negativo e ha letteralmente portato lacrime sul volto del presidente dell’agenzia spaziale indiana Kailasavadivoo Sivan.
Il giorno dello schianto fu il primo ministro in persona, Modi, ad andare a consolare Sivan con un abbraccio fraterno e sincero, tanto che proprio il suo governo ha approvato recentemente la missione Chandrayaan-3 per tornare sulla Luna, forti della lezione acquisita col fallimento precedente. Anzi, la missione è al top delle priorità di ISRO per il 2020, a pari con l’esordio in orbita di Gaganyaan, la nuova capsula spaziale indiana progettata per il volo con equipaggio umano.
È stato Sivan ad annunciare ufficialmente la missione il primo gennaio del 2020, durante una conferenza stampa. Verso la fine del 2019 già giravano voci di un ritorno sulla Luna, ma stavolta Chandrayaan-3 non è soltanto una chiacchiera da tribuna spaziale. La nuova missione prevede solamente un lander e un rover, a differenza di Chandrayaan-2 che era composto anche di un orbiter (tutt’ora funzionante); si andrà quindi diretti sulla superficie della Luna e con un budget ridotto rispetto alla missione precedente: 615 crore invece di 970 (77 milioni di euro invece di 121). La cifra, nonostante sembri decisamente inferiore a quelle occidentali, a cui siamo abituati, è elevata e costituisce una buona fetta del budget indiano per il 2020 (circa 10.000 crore); ISRO realizza la quasi totalità dei suoi prodotti in casa, riuscendo per questo motivo a portare avanti missioni importanti con un budget contenuto.
Sivan non ha rilasciato molti dettagli tecnici sulla missione. Non si è tirato indietro nel ribadire il successo della missione lunare del 2019, evidenziando come anche la manovra di ingresso del lander nel campo di azione della Luna sia stata eseguita perfettamente e solo l’ultima parte della fase di atterraggio ha portato l’artefatto fuori dai valori nominali, compromettendone l’esito. Il report dettagliato dell’incidente è stato completato, ma non è stato ancora reso pubblico. Per sicurezza, verrà migliorata la robustezza delle gambe del lander, per permettere un atterraggio di fortuna anche con valori di velocità leggermente fuori scala. Mancano i dettagli del carico scientifico che verrà montato a bordo dei due mezzi e manca una data ufficiale di lancio, che potrebbe essere già a partire da novembre 2020 secondo alcune indiscrezioni trapelate dal sottosegretario di stato Singh. Sivan però mette le mani avanti, affermando che la costruzione del lander e del rover potrebbe richiedere più tempo del previsto. Il lancio verrà effettuato da un lanciatore GLSV Mk I o GLSV Mk II dal Satish Dhawan Space Centre.
L’agenzia spaziale punta molto su questa missione per emergere nel contesto internazionale. Ha già dato ampia dimostrazione di gestione di missioni complesse, sia in orbita terrestre, sia attorno altri corpi celesti, come la Luna e Marte, ma dal successo di questa specifica missione dipende in particolar modo la partnership ISRO-JAXA, siglata nel 2017 con l’intento di mandare un lander e un rover in esplorazione nel polo lunare. Entrambe le agenzie sanno di non poter contare su un budget paragonabile a quello cinese, sensibilmente aumentato da quando il presidente Xi ha deciso di aprire i rubinetti delle casse statali. Per cui correre insieme potrebbe ridurre la supremazia della Cina nell’esplorazione spaziale tra gli operatori asiatici.
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Daje India, spero che la prossima volta andrà meglio!
Perché non sono state ancora rilasciate le immagini ad alta definizione dell’orbiter? Non riesco a trovare nulla, non è che ha fatto la stessa fine del lander?