SpaceX lancia Sentinel-6A Michael Freilich

xEDVjia2mD9d39MN0u3CzAblCMP.jpeg
Il decollo del Falcon 9 con Sentinel-6 - Credits: SpaceX

Oggi alle 18:17 italiane (le 17:17 UTC), SpaceX ha lanciato con successo la missione Sentinel-6 Michael Freilich con un razzo Falcon 9 Block 5. Il vettore è decollato dallo Space Launch Complex 4E della Vandenberg Air Force Base, in California, USA. Riuscito perfettamente anche il recupero del primo stadio, rientrato sull’insolita Landing Zone 4. Quello di oggi è il sedicesimo volo a partire da questa rampa.

Ecco il video del lancio.

L’ascesa non ha dato luogo a nessuna particolare sorpresa, replicando il “duetto” lancio/recupero primo stadio cui SpaceX ci ha ormai abituati. I cieli particolarmente tersi e il buon collegamento radio tra razzo e base di lancio hanno consentito di ottenere immagini davvero tra le più spettacolari fin qui viste per quanto concerne la manovra di rientro a terra del booster B1063, al suo primo volo.

Il primo stadio del Falcon 9 un istante prima di posarsi sulla LZ-4. Credits: SpaceX

A T+53 minuti il secondo stadio del Falcon si è riacceso per una quindicina di secondi per finalizzare l’orbita prima di rilasciare il payload. A T+58 minuti Sentinel-6A si è separato dal vettore. A T+1 ora e 7 minuti il satellite ha esteso i pannelli solari, e a T+1 ora e 33 minuti Sentinel-6A si è collegato con la ground station in Alaska.

La missione Sentinel 6/Jason CS

La velocità con cui gli oceani si stanno innalzando è accelerata negli ultimi 25 anni, e gli scienziati si aspettano che questo trend continui anche negli anni a venire. L’innalzamento del livello del mare non solo cambierà permanentemente le coste, ma aumenterà anche l’intensità e la frequenza delle inondazioni che colpiscono le zone costiere.

Sentinel-6A “Michael Freilich” e Sentinel-6B compongono la missione Sentinel-6, nota anche come Jason Continuity of Service (Jason-CS), che è una partnership tra NASA, NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), ESA ed EUMETSAT. La missione fornirà i dati più accurati finora raccolti sul livello dei mari e su come questo cambi nel tempo. Ha preso il suo nome dall’ex direttore della Divisione di Scienze della Terra della NASA, scomparso lo scorso agosto.

Come prossima missione di riferimento dell’altimetria radar, continuerà la registrazione a lungo termine delle misurazioni dell’altezza dei mari iniziata nel 1992 dalla missione franco-statunitense Topex Poseidon, seguita dalla serie di missioni Jason.

La missione Sentinel-6 comprende due satelliti identici, Sentinel-6 Michael Freilich, e Sentinel-6B, con una vita operativa prevista fino al 2030. I satelliti opereranno su un’orbita polare con inclinazione di 66° e alla quota di 1336 km, similmente alle missioni precedenti della stessa tipologia. Tale orbita gli consente di osservare il 95% dell’oceano non coperto da ghiacci, completando una mappatura completa del globo terrestre ogni 10 giorni.

Ogni satellite Sentinel-6 trasporta un radar-altimetro che funziona misurando il tempo impiegato dagli impulsi del radar stesso per raggiungere la superficie terrestre e tornare al satellite. Da queste misurazioni l’altezza del satellite sopra la superficie dell’oceano può essere calcolata insieme con l’altezza delle onde e la velocità del vento.

Il momento del distacco di Sentinel 6 dal secondo stadio del Falcon 9

Un obiettivo secondario della missione è quello di raccogliere profili verticali di temperatura ad alta risoluzione, utilizzando la tecnica del suono di radio occultazione del sistema di navigazione globale (GNSS), per valutare i cambiamenti di temperatura nella troposfera e nella stratosfera e per supportare la previsione meteorologica numerica.

La missione Sentinel-6 è un vero esempio di cooperazione internazionale: sebbene faccia parte delle missioni della famiglia Copernicus, un programma dell’Unione Europea, la sua implementazione è il risultato della collaborazione unica tra ESA, NASA, EUMETSAT e NOAA, con il contributo dell’agenzia spaziale francese CNES.

Fonti: ESA, EUMETSAT, SpaceX, NASA

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.

Una risposta

  1. Luigi C ha detto:

    Grazie per questo prezioso articolo. Condivido il pensiero sull’importanza della cooperazione internazionale, a maggior ragione se riguarda la salute della Terra. Speriamo che la nuova Amministrazione USA collabori in tal senso. Anche le missioni spaziali richiedono cooperazione e non concorrenza, lo spazio è troppo prezioso ed è di tutti!