Il 2019 è un anno record per lo spazio “Made in Italy”
Un nuovo vettore, quattro payload in orbita, Luca Parmitano sulla ISS, oltre all’ormai tradizionale ruolo nelle missioni ESA: il 2019 promette di essere un anno molto attivo per lo spazio “Made In Italy“.
Un anno decisivo, anzi, in cui arriveranno a risoluzione progetti iniziati nel corso del decennio e che testimoniano lo sforzo e l’impegno di istituzioni – su tutte l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) – e dell’industria nazionale.
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi.
Si comincia con PRISMA
L’antipasto dell’anno arriverà a febbraio con il lancio di PRISMA (complesso acronimo di PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa), satellite per l’osservazione della Terra dell’ASI dotato di un innovativo sistema che integra un sensore iperspettrale con uno ottico a media risoluzione (circa 30 metri).
Sviluppato da un consorzio formato da OHB Italia e Leonardo, PRISMA sarà portato in un’orbita eliosincrona a 650 km di altezza da un vettore VEGA nella notte tra l’8 e il 9 febbraio (anche se rinvii, come noto, sono all’ordine del giorno).
Anche se avrà dalla sua un importante aspetto operativo per la raccolta delle immagini, PRISMA è di fatto un dimostratore tecnologico, che servirà prima di tutto a validare in orbita la tecnologia iperspettrale e aprire la strada ad una missione più consistente.
Il vantaggio della combinazione iperstrettale/ottico risiede soprattutto nella capacità di esaminare, oltre all’aspetto geometrico e morfologico, anche la composizione chimico-fisica degli oggetti osservati e raccoglie quindi dati sulle modificazioni in atto sul pianeta, sia in ottica di lotta ai cambiamenti climatici, ma anche ad una migliore conoscenza del territorio.
Luca Parmitano nello Spazio
All’inizio di luglio (per adesso il lancio è previso il 6) dovrebbe partire alla volta della Stazione Spaziale Internazionale Luca Parmitano, che darà così il via, nell’ambito dell’Expedition 60/61, alla missione Beyond.
L’astronauta italiano dell’ESA – alla sua seconda missione nello spazio – decollerà con la Sojuz MS-13 da Bajkonur insieme al collega russo Aleksandr Skvortsov e all’americano Andrew R. Morgan. La stessa capsula riporterà il terzetto a Terra nel febbraio 2020.
Con Parmitano in orbita salgono a dieci le missioni “italiane” a bordo della ISS (divise tra 5 astronauti), un record per il corpo astronauti europeo.
La volta di COSMO-Sky MED II (e CHEOPS)
L’altro importante payload italiano che volerà in orbita è il primo elemento della seconda generazione della costellazione COSMO-SkyMED, che andrà nello spazio nel prossimo autunno a bordo di un Sojuz “europeizzato” di Arianespace.
La nuova generazione di COSMO-SkyMed, composta da due elementi, andrà ad integrare e sostituire la precedente, composta invece da quattro unità. In particolare, con COSMO-SkyMed siamo di fronte a satelliti per l’osservazione della Terra dotati di tecnologia radar ad apertura sintetica (SAR), capaci dunque di osservazioni ogni tempo in ogni condizione meteo.
Sviluppato da Leonardo e Thales Alenia Space, COSMO-SkyMed è una costellazione duale – sia ad uso civile/commerciale che militare – e vede il finanziamento dell’ASI e del Ministero della Difesa.
Il lancio del secondo elemento, a bordo di un VEGA C, è previsto invece nel 2020.
Insieme al primo Cosmo di seconda generazione, volerà in orbita anche il telescopio dell’ESA CHEOPS, che andrà a caccia di esopianeti grazie ad un occhio interamente “Made in Italy”, progettato dagli osservatori INAF di Padova e Catania e costruito nei laboratori di Leonardo e Thales Alenia Space.
Il primo volo del VEGA C
Il quarto trimestre del 2019 sarà il momento per aspettare (sempre se non ci saranno rinvii dell’ultimo momento) il volo di qualifica del VEGA C, la prima iterazione del vettore “Made In Italy” realizzato per il 65% dalla AVIO di Colleferro.
Il nuovo vettore ha un primo e un secondo stadio più grandi che – insieme ad un fairing con maggior volume – garantiranno la capacità di trasportare, rispetto alla versione standard, carichi più grandi e pesanti. In particolare, il P120C sostituirà nella prima fase di volo l’attuale P80, mentre lo Zefiro 40 lo Z23 come second stage. In questo modo la capacità di carico per orbite eliosincrone a 700 km dovrebbe essere di circa 2200 Kg, il 50% in più rispetto ai 1500 kg attuali.
Anche se non ci sono ancora conferme ufficiali, nel corso del lancio di qualifica il VEGA C dovrebbe trasportare il Lares 2, nuovo satellite passivo dell’ASI per lo studio della relatività generale, della geodinamica e della geodesia spaziale. Rispetto al primo Lares – lanciato nel 2012 a 1600 km proprio dal primo volo del VEGA standard – Lares 2 sarà trasportato fino a 5mila chilometri di quota, da dove riuscirà a garantire una maggiore precisione per integrare i dati raccolti dalla prima missione e dai due LAGEOS.
Complessivamente, oltre al primo volo della nuova versione e al lancio di PRISMA, nel corso del 2019 VEGA è atteso da altre 3 missioni: il lancio della prima multimissione con il dispenser per mini satelliti SSMS (Small Spacecraft Mission Service) e la messa in orbita dei due satelliti spia emiratini Falcon Eye 1 e 2.
Durante la missione SSMS andrà in orbita un altro payload italiano, lo ION CubeSat Carrier di D-Orbit, un dispeser per cubesat in grado di portare nella precisa orbita obiettivo il carico pagante.
Lo snodo della ministeriale ESA
Ma il 2019 è l’anno anche della Ministeriale dell’ESA – appuntamento a Siviglia a fine novembre – durante il quale si deciderà la strada che l’agenzia europea seguirà nei prossimi anni.
Un appuntamento importante a cui però – almeno al momento – l’Italia rischia di partecipare senza una guida chiara.
Dopo l’allontanamento del Presidente Roberto Battison, l’ASI è al momento guidata dal commissario straordinario Piero Benvenuti, che ha il compito di portare l’agenzia fino alla nomina del nuovo numero uno.
Il processo di selezione del nuovo Presidente è già iniziato e la speranza è – quando tutti i delegati si siederanno ai tavoli – che l’Italia abbia già una guida certa e stabile, così da poter continuare anche nei prossimi anni i successi del 2019.
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