Biomass è partito alla ricerca del carbonio nascosto

Il lancio del razzo Vega-C con a bordo il satellite dell'ESA Biomass. Credits: Arianespace/YouTube

L’innovativo satellite dell’Agenzia spaziale europea, progettato per fare luce sul complesso e cruciale ciclo del carbonio che coinvolge le foreste del nostro pianeta, è partito per la sua importantissima missione scientifica.

Il decollo è avvenuto martedì 29 aprile dall’Ariane Launch Area 1 dello spazioporto europeo di Kourou, nella Guiana Francese, a bordo di un razzo Vega-C, quando in Italia erano le 11:15.

Dopo un volo della durata di 57 minuti, Biomass è stato immesso dallo stadio superiore AVUM+ del lanciatore in un’orbita eliosincrona inclinata di 98 gradi ad una quota di circa 666 km. I primi tre stadi a propellente solido del Vega-C hanno funzionato complessivamente per poco più di sette minuti, mentre il quarto stadio ha effettuato due accensioni prima di rilasciare il carico utile nell’orbita prevista. Alle 12:28, i controllori dell’European Space Operations Centre (ESOC) di Darmstadt in Germania, hanno ricevuto il fondamentale primo segnale dal satellite, ritrasmesso dalla stazione di terra di Troll in Antartide, che riferiva la nominale operatività di Biomass in orbita.

Nei prossimi giorni i controllori saranno impegnati nelle meticolose operazioni di verifica del perfetto funzionamento di tutti i sistemi. Esse comprendono anche la serie di complesse manovre necessarie per l’apertura del riflettore radar a rete del diametro di 12 metri, costruito dalla L3Harris e sostenuto da un’asta lunga 7,5 metri. Una volta completate con successo tutte le procedure per messa in servizio del satellite, Biomass verrà dichiarato operativo e inizierà a produrre dati scientifici.

Biomass

Biomass è il primo satellite in assoluto ad essere dotato di un “radar ad apertura sintetica” (Synthetic Aperture Radar – SAR) in banda P, uno spettro finora mai utilizzato nello spazio. Questa tipologia di radar, è in grado di penetrare attraverso chiome verdi delle foreste per misurare direttamente le quantità di carbonio stivata nei tronchi, nei rami e negli steli. Queste misurazioni aiuteranno gli scienziati a ridurre le incertezze nei calcoli degli accumuli di carbonio e dei suoi flussi, con il fine di ottenere informazioni cruciali sullo stato delle nostre foreste, sui loro cambiamenti e sul loro ruolo nel ciclo globale del carbonio.

Com’è noto, le foreste vengono generalmente considerate i polmoni verdi della Terra, in quanto assorbono otto miliardi di tonnellate di biossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera terrestre ogni anno. La degradazione e la deforestazione delle foreste e dei boschi, particolarmente nelle zone tropicali, stanno causando il rilascio del carbonio stoccato negli alberi nell’atmosfera. Avere una misura precisa delle masse in gioco nel ciclo del carbonio, è essenziale per comprendere come le foreste stanno cambiando e le relative implicazioni per il clima globale.

Biomass avrà anche un impiego secondario, in quanto verrà usato per osservare altre tipologie di suolo come i ghiacciai e i deserti, sfruttando la capacità penetrante del suo radar anche nel ghiaccio e nella sabbia. L’ESA ha specificato che collaborerà con la NASA, attraverso uno scambio di dati con il satellite NISAR che l’ente spaziale statunitense dovrebbe lanciare quest’anno in collaborazione con l’Agenzia spaziale indiana ISRO. NISAR è anch’esso dotato di un dispositivo SAR, ma operante a frequenze più alte.

L’innovativo satellite europeo è il settimo elemento del programma ESA Earth Explorer, ed è stato costruito da un consorzio di oltre 50 aziende europee di 20 nazioni diverse, avente come capofila la sede Airbus di Stevenage, nel Regno Unito. A esse si è aggiunta la statunitense L3 Harris che ha sviluppato l’enorme antenna del radar in rete metallica.

In realtà, il viaggio di Biomass verso l’orbita è incominciato il 21 febbraio 2025 quando ha lasciato gli stabilimenti Airbus di Tolosa per raggiungere via terra il porto di Sète, dove è stato imbarcato sulla nave cargo francese MN Toucan. Dopo quasi due settimane di traversata transatlantica, il satellite ha raggiunto così il porto di Pariacabo nella Guiana Francese; di seguito, il 10 marzo è stato trasferito nella camera bianca del Guiana Space Centre, dove è stato sottoposto ad ulteriori controlli prima di essere rifornito di propellente e di venire incapsulato nella carenatura del suo lanciatore Vega-C.

Vega-C

Si è trattato del primo lancio del lanciatore Vega-C dal suo ritorno in servizio del dicembre 2024, dopo il fallimento della missione VV22 del dicembre 2022. Toni Tolker-Nielsen, direttore dei trasporti spaziali dell’ESA ha spiegato durante un aggiornamento concesso ai media, che gli ingegneri stanno osservando molto attentamente le prestazioni del vettore, a partire dalla missione del ritorno in servizio e per complessivi cinque lanci, appunto per scongiurare ulteriori problematiche del nuovo razzo europeo.

Va detto per onor di cronaca, che durante lo streaming in diretta del lancio da parte di Arianespace, nel corso del funzionamento del secondo stadio Zefiro 40, la telemetria illustrata dal grafico in alto a destra sullo schermo, ha mostrato una leggera ma percettibile deviazione fra la traiettoria nominale e quella effettiva del razzo, anche se lo speaker della sala controllo ha sempre continuato a dichiarare il volo nominale.

Dopo l’accensione dello stadio superiore AVUM+ le due linee sono andate via via riavvicinandosi fino a sovrapporsi apparentemente. Evidentemente il sistema di guida del Vega-C è riuscito a compensare la leggera anomalia tramite l’ottimizzazione delle accensioni dell’upper stage, riuscendo quindi a completare la missione in maniera ottimale.

È inutile forse sottolineare l’importanza strategica per l’Europa, di avere due sistemi di lancio poliedrici operativi, come Vega-C e Ariane 6, alla luce degli sconvolgimenti istituzionali avvenuti in campo spaziale a causa delle crisi geopolitiche che da qualche anno imperversano sul nostro pianeta.

Con il successo di questo lancio sta proseguendo in maniera nominale la fase di passaggio di consegne fra la francese Arianespace e l’italiana Avio primo appaltatore per la costruzione del vettore, per la gestione completa dei servizi di lancio di Vega-C. I prossimi tre lanci del vettore saranno ancora gestiti dalla compagnia d’oltralpe, e di seguito la gestione passerà completamente all’azienda di Colleferro. La prossima missione del Vega-C è prevista per il mese di luglio.

Biomass è alto 5,8 m, largo 2 m, profondo 2 m e ha una massa di 1.250 kg carburante compreso. Come già detto, è caratterizzato dalla presenza di un radar polarimetrico ad apertura sintetica in banda P dotato di un riflettore passivo di 12 m di diametro. L’alimentazione elettrica è garantita da un pannello fotovoltaico estendibile da 1,5 kW, coadiuvato da una batteria a ioni di litio da 156 Ah.

La sua particolare orbita eliosincrona, gli permetterà di avere un ciclo di sorvolo di tre giorni per le acquisizioni interferometriche. La durata prevista della missione di Biomass è di cinque anni e mezzo.

La registrazione della diretta di Arianespace Credits: Arianespace/YouTube
La conferenza stampa seguita al lancio (in italiano). Credits: Arianespace/YouTube

Fonti: ESA: Space News; Avio; European Spaceflight

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)

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