È decollata la missione Euclid di ESA

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Il telescopio Euclid. Credits: ESA. Acknowledgement: Work performed by ATG under contract for ESA., CC BY-SA 3.0 IGO

Nel pomeriggio italiano del 1º luglio 2023 un Falcon 9 di SpaceX è decollato dal complesso di lancio 40 del Kennedy Space Center in Florida (USA) con lo scopo di immettere nell’orbita corretta il telescopio spaziale Euclid, ideato, sviluppato e gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Il lancio si è svolto in un contesto di cielo soleggiato e mare calmo, che ha reso le immagini della diretta particolarmente suggestive. Tutto si è svolto secondo la timeline fornita da SpaceX, con il primo stadio seriale 1080 che è stato recuperato per la seconda volta, dopo aver servito per la missione Axiom-2 dello scorso 21 maggio, atterrando sulla piattaforma A Shortfall Of Gravitas, stazionata nell’oceano Atlantico. Erano invece al primo volo le ogive, che si sono staccate poco dopo la separazione tra i due stadi e che saranno recuperate dalla nave di appoggio Doug.

Il lancio inizialmente sarebbe dovuto avvenire a bordo di un razzo Sojuz russo dal complesso di Kourou in Guyana Francese, ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le conseguenti ripercussioni in ambito anche spaziale, hanno indotto ESA a cambiare fornitore dei servizi di lancio. La scelta di SpaceX è stata in qualche modo forzata, in quanto nemmeno un lanciatore europeo era disponibile: la produzione di Ariane 5 è stata infatti interrotta a favore del passaggio ad Ariane 6, che sta però subendo dei ritardi e sarà disponibile non prima dell’inizio del 2024, mentre Vega-C è fermo a terra dopo alcune recenti anomalie al motore Zefiro-40 riscontrate recentemente in fase di test.

Se tutto proseguirà come previsto, tra circa un mese Euclid sarà nell’orbita prevista, a cui ne seguiranno un paio per i test necessari alla verifica del funzionamento degli strumenti scientifici. Dopo di ciò, il telescopio sarà pronto per passare alla fase operativa e raccogliere dati. Si stima che ogni giorno ne verranno prodotti all’incirca 170 GB che saranno salvati su una memoria di 4 TB in attesa di essere scaricati a Terra.

La missione principale

Euclid, come detto, è un telescopio spaziale che avrà lo scopo principale di mappare la materia oscura nell’universo, attraverso l’osservazione di fenomeni di lente gravitazionale su miliardi di galassie fuori dal piano galattico e dall’eclittica. Le galassie studiate saranno a oltre 10 miliardi di anni luce e saranno distribuite in un’area che copre complessivamente il 35% della volta celeste. Nel restante 65% sono presenti aree ad alta densità di stelle brillanti appartenenti alla nostra galassia e dalla polvere nel piano del nostro Sistema Solare: due condizioni che impediscono di effettuare analisi cosmologiche di qualità.

Le osservazioni permetteranno di avere maggiori dati sulla storia evolutiva dell’universo e sulla formazione delle grandi strutture cosmiche, influenzate rispettivamente dall’energia oscura e dalla materia oscura.

La composizione dell’universo è infatti per la quasi totalità ancora ignota: solamente il 5% è costituito da materia ordinaria (detta anche barionica), il 25% da materia oscura (dark matter, che interagisce con la materia ordinaria e la luce solo tramite la forza di gravità) e per il restante 70% da energia oscura (o dark energy). Le ultime due componenti sono chiamate oscure per il fatto che ne sono stati osservati solamente gli effetti sulla materia ordinaria, ma non vi è mai stato un rilevamento diretto. Della loro esistenza non si è quindi completamente certi, ma i dati a disposizione e le simulazioni effettuate suggeriscono l’esistenza di queste due componenti in queste proporzioni.

Composizione stimata dell’Universo. Credits: ISAA/Deguidi Matteo

Nel corso della missione Euclid effettuerà anche analisi spettroscopiche di centinaia di milioni di galassie e stelle, ottenendo informazioni cinematiche e chimiche su tali oggetti.

Nonostante la maggior parte del tempo per le osservazioni sarà dedicato a survey ad ampio campo di vista, Euclid ne trascorrerà circa il 10% a osservare tre aree specifiche del cielo: due di queste sono le stesse osservate in passato dalle fotocamere per i campi profondi (deep field) di altri satelliti o telescopi, mentre la terza è stata selezionata appositamente per questa missione. Tramite queste campagne osservative Euclid sarà quindi in grado di fornire dati sugli aloni di materia o gas delle galassie e sull’influenza della materia oscura su di essi.

La missione e lo strumento

La missione principale di Euclid durerà sei anni, durante i quali orbiterà attorno al punto lagrangiano L₂ del sistema Terra-Sole, circa un milione e mezzo di chilometri oltre l’orbita terrestre. Euclid potrà anche vedere la propria missione estesa sulla base delle riserve di carburante per le manovre ancora a disposizione.

Il satellite dispone infatti di circa 210 kg di propellente, che unitamente agli 800 kg di payload module, 850 kg di modulo di servizio e 40 kg di masse bilancianti portano il totale a circa 2.000 kg di massa complessiva. Il corpo del satellite è alto circa 4,70 m e largo 3,70: su di esso, oltre a tutte le componenti necessarie per il mantenimento dell’assetto, per le comunicazioni e la produzione di energia, è accomodato un telescopio di 1,20 m di diametro e due strumenti scientifici. Si tratta di una fotocamera (VIS) che osserva nel visibile e che sarà usata per misurare la forma delle galassie, e di una fotocamera/spettrometro (NISP, Near-Infrared Spectrometer and Photometer) nel vicino infrarosso per misurare il redshift delle galassie.

Lo specchio del telescopio è costituito da carburo di silicio (SiC), un materiale normalmente presente nello spazio (può essere prodotto in alcune condizioni nelle stelle, ad esempio) e più raramente anche nei meteoriti e che si forma in assenza di ossigeno. Sulla Terra è stato creato per la prima volta nel processo di costruzione dei diamanti artificiali e da quel momento è stato impiegato in diversi campi, dai giubbotti antiproiettile a strumenti di taglio, grazie all’elevata resistenza e leggerezza.

Il suo utilizzo in ambito spaziale è stato reso possibile da un accordo tra ESA, Airbus (responsabile della produzione del modulo di serivizio di Euclid) e Mersen, una compagnia francese: il processo ha visto l’uso di polvere di carburo di silicio pressata e modellata all’interno di una particolare struttura circolare e a cui è seguita la cottura a 2100 °C. Successivamente è stato applicato un sottilissimo strato di polvere di carburo di silicio per la copertura di eventuali pori e infine lo specchio è stato ripulito e ricoperto da un rivestimento di argento. Come per tutti gli specchi ad uso scientifico, la precisione nel modellamento della forma è cruciale per avere immagini e dati di qualità: la precisione raggiunta è di nove milionesimi di millimetro in condizioni di gravità terrestri.

Animazione 3D di Euclid. Credits: ESA/ATG medialab

L’intero satellite è inoltre protetto da uno scudo solare, sul quale sono anche montati i pannelli fotovoltaici, che impedirà alla luce del Sole di surriscaldare la strumentazione a bordo, che deve lavorare a temperature inferiori ai −200 °C.

Fonte: ESA.

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Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e sono interessato alle nuove generazioni di telescopi, sia terrestri che in orbita. In ambito astronautico la mia passione principale è seguire lo sviluppo e la costruzione delle sonde, dai siti di produzione al lancio. Considero ISAA come una seconda famiglia, la quale mi ha dato possibilità di accedere ad un mondo di notizie che da tanto ricercavo.