Partita CHAPEA 1, una nuova simulazione di missione su Marte

Credit: NASA/JPL/USGS

Lo sbarco umano su Marte, attualmente previsto intorno al 2035, rimane un ambizioso e complesso progetto ancora da realizzare. La complessità di questa missione copre innumerevoli elementi che la rendono ben diversa e decisamente più complicata se paragonata alle missioni lunari del programma Apollo.

Tralasciando la complessità degli aspetti tecnologici, quali la progettazione e la costruzione dei sistemi e dei veicoli, notevole importanza rivestono anche quelli umani della missione, ricordando che, a titolo di esempio, il solo viaggio di andata durerebbe mesi.

Fatte queste premesse, appaiono chiari i motivi per cui è molto importante analizzare e valutare anche il punto di vista umano, di conseguenza NASA ha deciso di effettuare delle missioni simulate.

NASA ha selezionato quattro persone che da domenica scorsa sono state confinate in un habitat isolato costruito al Johnson Space Center. Questi quattro pionieri trascorreranno il prossimo anno vivendo come astronauti impegnati in una missione su Marte. Per 378 giorni i ricercatori della NASA replicheranno le sfide di una vera missione, comprese passeggiate spaziali simulate, limitazioni delle risorse, ritardi nelle comunicazioni e guasti alle apparecchiature. Questa sarà la prima delle tre missioni progettate per simulare sulla Terra l’esperienza di vita su Marte.

L’equipaggio partecipante comprende uno scienziato ricercatore, un ingegnere, un medico e un microbiologo della Marina degli Stati Uniti: la NASA ha selezionato i membri dell’equipaggio utilizzando gli stessi criteri utilizzati per la selezione degli astronauti, il che significa che i candidati avrebbero dovuto avere tra i propri requisiti il conseguimento di un master nonché esperienze professionali nel campo STEM oppure una vasta esperienza nel pilotaggio di aerei.

Patch di missione. Credits: NASA

I ricercatori studieranno l’equipaggio della missione Crew Health and Performance Exploration Analog (CHAPEA) per raccogliere dati sulla loro salute fisica e comportamentale mentre rimarranno rinchiusi nell’habitat ribattezzato con il nome di Mars Dune Alpha, ovvero la struttura stampata in 3D ideata per simulare un ipotetico habitat marziano di una missione di lunga durata. La vita all’interno del Mars Dune Alpha assomiglierà all’esperienza prevista per coloro che vivranno un futuro habitat sulla superficie di Marte. L’habitat include alloggi privati per ciascun membro dell’equipaggio, due bagni, una cucina e aree dedicate per attività mediche, ricreative, fitness, lavoro e coltivazione agricole, nonché un’area di lavoro.

L’habitat è stato realizzato mediante stampanti 3D poiché si ritiene che i futuri insediamenti di esplorazione spaziale abbiano il potenziale per essere realizzati con la tecnologia di costruzione additiva. Questa opzione eliminerà la necessità di lanciare su più voli grandi componenti preassemblati, realizzando un importante risparmio in termini di risorse finanziarie.

Stampa 3D dell’habitat. Credits: NASA

Sono state previste tre missioni per tre distinti equipaggi chiamati a simulare spedizioni della durata di un anno all’interno di Mars Dune Alpha. Ogni equipaggio comprenderà quattro persone titolari e due supplenti. Queste missioni forniranno preziose informazioni e approfondimenti necessari per valutare il sistema di approvvigionamento alimentare e la salute fisica e comportamentale dei partecipanti. I risultati saranno importanti per la pianificazione delle future missioni spaziali. La NASA prevede di condurre la seconda e la terza missione CHAPEA nel 2025 e nel 2026.

La missione CHAPEA è stata annunciata nell’agosto 2021 e la NASA ha avviato la selezione dell’equipaggio a seguito di un invito a presentare le candidature. NASA ritiene che lo sbarco umano su Marte sia il passo successivo al tentativo di far sbarcare la prima donna e la prima persona di colore sulla Luna. L’agenzia ha studiato Marte per decenni, inviando rover senza equipaggio ad attraversare il pianeta alla ricerca di segni di vita. Marte è in media a 228 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, quindi qualsiasi missione per inviare esseri umani da e verso Marte e posizionarli sul pianeta abbastanza a lungo per condurre ricerche potrebbe richiedere ben più di un anno, ponendo sfide ingegneristiche e problemi per i membri dell’equipaggio che dovranno trascorrere un lungo periodo lontano dalla Terra.

Queste missioni simulate sono test sul campo che prevedono di imitare alcune delle condizioni reali che si potrebbero riscontrare nel corso della missione reale. Questa modalità permette un risparmio di tempo e denaro e consente ai ricercatori di sviluppare misure preventive per ciò che potrebbe accadere nel corso delle missioni effettive. La NASA ha già accumulato esperienze relative ad altre missioni simulate in condizioni remote e ostili come l’Antartide e il fondo dell’Oceano Atlantico.

Per informazioni sulla missione visitate il sito ufficiale: https://www.nasa.gov/chapea

Fonte: Forbes

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.