Curiosity raggiunge una promettente area ricca di sali

Il passo Paraitepuy superato e ripreso da Curiosity lo scorso 14 agosto. Credits: NASA

Dopo un ultimo tortuoso percorso iniziato durante l’estate, mentre festeggiava i 10 anni di attività su Marte, lo scorso ottobre il rover della NASA ha finalmente raggiunto una zona ricca di sali, chiamata sulfate-bearing unit, una meta molto attesa dagli scienziati e geologi che studiano il pianeta rosso.

Questa particolare zona si trova sulle pendici del monte Sharp ed era stata individuata dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter grazie al suo spettrometro di bordo CRISM, già prima dell’arrivo di Curiosity nel 2012. Le analisi e lo studio dei prossimi campioni di roccia e suolo che il rover raccoglierà aggiungeranno nuovi tasselli alla comprensione di come e perché Marte passò dall’essere ricco di acqua liquida alla sua condizione attuale di deserto freddo e arido.
I minerali presenti nel suolo di quest’area sono solfato di magnesio (MgSO₄), solfato di calcio (CaSO₄) e il più comune e noto cloruro di sodio (NaCl), ovvero tracce di quel che resta di antichi corsi d’acqua prosciugati, in cui erano disciolti esattamente come avviene sulla Terra.

La roccia affiorante Canaima e il foro effettuato dal trapano di Curiosity. Credits: NASA

Le prime analisi sono state effettuate sulla roccia battezzata Canaima, dove Curiosity ha effettuato la 36ª perforazione della missione. La roccia polverizzata è stata quindi raccolta dal braccio robotico e consegnata allo strumento Chemical and Minerology instrument (CheMin) che, grazie alla diffrazione dei raggi X, è in grado di identificare precisamente la composizione del campione.
In seguito ai risultati di CheMin, un ulteriore campione della stessa roccia è stato quindi preparato per la suite di strumenti SAM (Sample Analysis at Mars instrument) che comprende uno spettrometro di massa, un gascromatografo e uno spettrometro laser. Per completare l’opera, il mucchietto di polvere accumulatosi all’esterno del foro è stato analizzato anche dal ChemCam, lo spettrografo che analizza il plasma dei gas rilasciati dalla roccia dopo che viene vaporizzata dal raggio laser emesso dalla “testa” di Curiosity.

Per ottimizzare l’energia necessaria allo svolgersi delle analisi, per alcuni giorni Curiosity ha drasticamente ridotto ogni altra attività o spostamento e successivamente tutti i dati raccolti sono stati inviati a Terra.

La posizione attuale del rover. Credits: NASA

Dopo 3.645 giorni marziani di attività e 28,91 km percorsi, seguendo la Mount Sharp Ascent Route, attualmente il rover è entrato nella Gediz Vallis e sta monitorando la cresta rocciosa e la geologia del terreno circostante.

Fonte: NASA.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.