I rompicapo e i messaggi in codice nascosti sul rover Perseverance

Due delle placche decorative montate su Perseverance. Credits: NASA/JPL

Il periodo pasquale ci pare il più adatto per scoprire come gli ingegneri NASA hanno saputo nascondere una serie di cosiddetti easter egg a bordo del rover marziano Perseverance.

Il messaggio nascosto nel paracadute

Iniziamo la nostra disamina con quello che forse è il più noto dei messaggi nascosti a bordo del più recente veicolo marziano dell’agenzia spaziale statunitense. Il paracadute che ne ha frenato la discesa verso la superficie conteneva la frase «dare mighty things» («osate cose straordinarie»), pronunciata dal presidente Roosevelt e motto del JPL, insieme alle coordinate di quest’ultimo.

La scritta “nascosta” nel paracadute. Credits: NASA/JPL

Targhe e placche

Targa Explore as One

La targa contiene anche i nomi delle quasi undici milioni di persone che hanno aderito all’iniziativa Send your name to Mars e rappresenta la Terra e Marte da lati opposti del Sole. I raggi rappresentano la scritta «Explore as One» scritta in codice Morse, come accadde per le ruote di Curiosity.

La targa Explore as one. Credits: NASA/JPL

Placca Perseverance

Il nome del rover è inciso su una placca di titanio montata sul braccio robotico. Non ha funzione solo estetica, ma ha protetto le connessioni elettriche del braccio durante l’atterraggio mantenendole tuttora a una temperatura funzionale ed evitando un eccessivo raffreddamento grazie al colore nero che assorbe la radiazione solare.

La placca protettiva con il logo di Perseverance. Credits: NASA/JPL

Placca Mars 2020

Un’altra placca di titanio è fissata nella parte superiore del braccio robotico. Se si guarda attentamente, oltre al logo della missione e al suo nome, sul suo lato destro è possibile notare la stringa alfanumerica AONREHMELN1730055. Era parte di uno degli easter egg che NASA chiedeva di ricercare sul rover e che sono stati svelati oggi. Il codice è il primo Product Identification Number (PIN) rilasciato al di fuori della Terra dalla Society of Automotive Engineers, ed è paragonabile al Vehicle Identification Number (VIN, l’equivalente del numero di telaio in Italia) assegnato a ogni veicolo su strada, un identificativo che permette di ottenere alcune informazioni su un determinato veicolo. NASA ha fornito anche un’infografica per permettere di decifrare il PIN.

La placca con il logo Mars 2020 e il PIN. Credits: NASA/JPL
La spiegazione dettagliata del PIN di Mars 2020. Credits: NASA/JPL

Targa con l’evoluzione dei rover marziani

Una placca nera di alluminio, montata vicino al mast della fotocamera, rappresenta i rover americani atterrati sul pianeta rosso e la loro evoluzione. Da sinistra a destra, abbiamo Pathfinder (1997), Spirit e Opportunity (o MER/Mars Exploration Rovers, 2004), Curiosity (o MSL/Mars Science Laboratory, 2012) e, infine, Perseverance (o Mars 2020) con il suo elicottero Ingenuity (2021).

L’evoluzione dei rover marziani NASA. Credits: NASA/JPL

Bandiera degli Stati Uniti

Nonostante i contributi importanti di alcuni Paesi, il rover è in gran parte costruito e interamente gestito dagli Stati Uniti. Ecco dunque la presenza dell’immancabile bandiera a stelle e strisce su uno dei pannelli di bordo.

La bandiera statunitense. Credits: NASA/JPL

Logo del JPL

Sul lato anteriore sinistro è montata la placca in onore del Jet Propulsion Laboratory: la struttura che ha costruito e testato il rover e che lo gestisce.

Il logo del Jet Propulsion Laboratory. Credits: NASA/JPL

Logo di NASA

Per ricordare l’agenzia degli Stati Uniti è stato installato l’iconico logo meatball (polpetta) su un pannello frontale, sul lato destro. Il meatball è stato il logo della NASA durante i mitici anni delle missioni lunari Apollo.

Il logo NASA meatball. Credits: NASA/JPL

DNA robotico e DNA umano

Stampato all’interno della ruota anteriore sinistra, la parte di sinistra rappresenta il DNA di Perseverance, ovvero le sue tracce sulla superficie marziana, mentre quella a destra rappresenta la doppia elica di DNA umano.

I due DNA stampati all’interno della ruota di Perseverance. Credits: NASA/JPL


Targa per il Mars Sample Return

Uno dei tanti compiti di Perseverance sulla superficie sarà quello di raccogliere campioni di suolo e rocce, e una volta che verrà deciso un punto di rilascio, di depositarli in attesa di una futura missione di classe sample return. Le missioni Sample Return saranno capaci di recuperare quanto raccolto da Perseverance e di decollare nuovamente alla volta della Terra con il loro prezioso carico. Questo permetterà agli scienziati di studiare direttamente il materiale prelevato da Marte.

Nonostante approfondite ricerche, la targa, indicata come posizionata sul lato sinistro del rover, non è stata individuata in quanto probabilmente sostituita da quella dedicata agli operatori sanitari.
Dovunque sia posizionata, comunque, presenta inciso un modello altimetrico del cratere Jezero ottenuto dagli orbiter e una zona vuota al centro. Il motivo di questo buco è da ricercare in un’altra targa, rimasta volutamente nei laboratori del JPL, complementare a quella installata su Perseverance per simboleggiare le sopracitate missioni di sample return.

A sinistra la targa su Perseverance, a destra quella conservata al JPL. Credits NASA/JPL

Targa in onore dei lavoratori della sanità

Come noto le fasi finali dello sviluppo, lancio, e atterraggio di Perseverance, così come le prime operazioni in superficie, si sono purtroppo svolte in un contesto storico segnato dalla pandemia da COVID-19. NASA ha quindi deciso di dedicare un tributo al prezioso lavoro e alla dedizione del personale del mondo sanitario. La placca è installata sul lato sinistro del telaio.

La targa dedicata al personale sanitario. Credits: NASA/JPL

Obiettivi di calibrazione

Obiettivo per calibrare la Mastcam-Z

Le fotocamere della MastCam-Z dovranno essere calibrate da remoto confrontando le foto scattate a Terra con quelle su Marte, in funzione dell’ora (calcolata anche tramite l’ombra degli oggetti), la quantità di polvere in atmosfera e altri fattori. Ci sarà anche un ulteriore obiettivo di calibrazione, per verificare il corretto lavoro di quello primario, usando condizioni di luce leggermente differenti. Per evitare l’accumulo di polvere ferrosa sono presenti dei piccoli magneti al di sotto di ogni zona di calibrazione.

È possibile notare inoltre una serie di disegni, che rappresentano l’evoluzione della vita, passando da semplici forme microbiche agli esseri umani e all’esplorazione spaziale. La scritta «Two worlds, one beginning» è riferibile a Mars Sample Return, in quanto le rocce che verranno riportate a Terra verranno studiate dagli scienziati del futuro.

Obiettivo di calibrazione di Mastcam-Z. Credits: NASA/JPL

Sul bordo, è possibile leggere una serie di scritte non facilmente visibili dalle telecamere del rover. Tra queste la frase «Are we alone? We came here to look for signs of life, and to collect samples of Mars for study on Earth. To those who follow, we wish a safe journey and the joy of discovery» («Siamo soli? Siamo venuti qui per cercare tracce di vita e raccogliere campioni di Marte da studiare sulla Terra. A quelli che verranno dopo di noi auguriamo un viaggio sicuro e il piacere della scoperta»). La frase fa esplicito riferimento a potenziali generazioni future che potranno osservare con i loro occhi i rover e la superficie marziana. Infine, le parole «joy of discovery» («il piacere della scoperta») sono scritte nelle cinque lingue più parlate sulla Terra: inglese, mandarino, hindi, spagnolo e arabo.

Le scritte sui lati del bersaglio di calibrazione di Mastcam-Z. Credits: Arizona State University

Obiettivo di calibrazione per SHERLOC

SHERLOC è progettato per ricercare piccoli minerali e molecole organiche, quindi i colori non sono fondamentali. La calibrazione sarà sul fuoco delle due fotocamere, ACI e WATSON, utilizzando due placche di alluminio che contengono cinque dischi di silicio e zaffiro, oltre a cinque campioni di componenti delle future tute marziane.

Il calibratore per SHERLOC. Credits: NASA/JPL

Campioni di minerali

Molti acronimi di missioni o strumenti hanno nomi significativi, permettendo di stabilire una facile e immediata corrispondenza tra strumento e funzione. A SHERLOC, che ricorda chiaramente Sherlock Holmes, è dedicato uno dei cinque dischi, costituito da silicati fusi e stampato con un minuscolo labirinto all’interno, permettendo così di stabilire la capacità dello strumento di risolvere una piccola area e di creare una mappa dei minerali organici in una roccia. Un altro disco, invece, contiene un campione che è tornato effettivamente a casa: si tratta di un meteorite marziano trovato nell’Oman nel 1999 e sezionato in due parti, una delle quali è rimasta a Terra per fornire dati allo spettrometro Deep Ultraviolet Raman.

Componenti di tute spaziali

Come discusso nell’argomento dedicato su ForumAstronautico.it, i campioni di Teflon, Vectran e Dacron rimarranno esposti alle radiazioni e temperature marziane e verranno costantemente fotografati da ACI e WATSON per capire la resistenza e la durata dei materiali.

La complessa geocache coin di Perseverance. Credits: NASA/JPL

Il policarbonato che ricopre un vetro d’opale testerà la resistenza del polimero all’ambiente, fornendo informazioni agli scienziati in merito all’esposizione massima che può ricevere prima di rompersi. I pattern nella parte superiore del disco presentano delle sottili linee verticali, derivate da un sistema di calibrazione brevettato dall’aeronautica degli Stati Uniti. Nel centro c’è un insieme di lettere e numeri che riconducono all’indirizzo di Sherlock Holmes, il 221B di Baker Street. Il codice è anche noto come un geocache coin, in onore al geocaching, un attività di ricerca di oggetti, più o meno grandi e più o meno nascosti che devono essere trovati grazie all’utilizzo del GPS, praticata a livello mondiale. Nel geocaching, una volta trovato l’oggetto, si registra la propria scoperta e lo si riposiziona, in modo che anche altri giocatori possano ricercarlo. Nel caso di Perseverance, solo una futura missione marziana potrà reclamarlo.

Nella parte inferiore è invece presente una serie di piccole figure che sembrano danzare. Sono un cifrario che compare in una breve storia di Sir Arthur Conan Doyle pubblicata nel 1903, The adventure of the dancing men. In questo caso il messaggio cifrato è «Cache me if you can». Potranno essere utilizzate come sistema di calibrazione di riserva, nel caso non fosse visibile la parte superiore del disco.

Obiettivi di calibrazione per la SuperCam

Nonostante il nome, la SuperCam contiene un laser, quattro spettrometri, un telescopio, un microfono e una lente di ingrandimento per identificare minerali e composti chimici che compongono le rocce marziane. Data la varietà di strumenti, i calibratori devono essere altrettanto diversi. Per il fuoco e la risoluzione si utilizzeranno una serie di segni posti sulla placca di alluminio che conterrà anche gli altri obiettivi: per migliorare la precisione del laser una parte di un altro meteorite marziano, mentre per la correzione colori di RMI, ci saranno dei campioni rossi, blu, verdi e grigi. LIBS, Raman e gli spettrometri a infrarossi o nel visibile sfrutteranno 23 campioni di minerali, mentre ci sarà un diamante dedicato solo a Raman. Al di fuori della placca c’è un quadrato di titanio, per calibrare tutti e tre gli spettrometri LIBS.

Il calibratore per SuperCam. Credits: NASA/JPL

Mappa riassuntiva

Ecco un’immagine riassuntiva delle posizioni di tutte le placche e degli obiettivi di calibrazione montati sul rover Perseverance.

Mappa delle Easter egg su Perceverance. Credits: NASA/ISAA/Raffaele Di Palma

  Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Matteo Deguidi

Studio Astrophysics and Cosmology a Padova e sono interessato alle nuove generazioni di telescopi, sia terrestri che in orbita. In ambito astronautico la mia passione principale è seguire lo sviluppo e la costruzione delle sonde, dai siti di produzione al lancio. Considero ISAA come una seconda famiglia, la quale mi ha dato possibilità di accedere ad un mondo di notizie che da tanto ricercavo.