ISS: effettuata una manovra in notturna per dar spazio a Skybot

Gita domenicale fuori porta non programmata per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, che a causa delle difficoltà della Sojuz MS-14 di agganciarsi alla ISS hanno dovuto spostare la MS-13 per liberare una porta di attracco.

Il 22 agosto era partito dal cosmodromo di Bajkonur un vettore Sojuz che portava a bordo, tra le altre cose, un robot sperimentale russo dal nome Skybot F-850, conosciuto anche come Fedor. L’attracco alla stazione spaziale era previsto per il 24 agosto, ma qualcosa è andato storto: a pochi metri dalla destinazione, la navicella Sojuz MS-14 non riusciva ad agganciare il segnale emesso dall’antenna Kurs sul modulo Poisk della ISS per il docking automatico. Dopo vari tentativi il comandante della ISS, Ovčinin, ha annullato la missione e la navicella è stata riposizionata in un’orbita di servizio in attesa che il centro di controllo prendesse ulteriori decisioni sul da farsi. In una eventuale situazione con un equipaggio umano sulla Sojuz, si sarebbe effettuata una procedura di attracco manuale, per la quale gli astronauti si allenano spesso a Terra proprio per gestire questo tipo di situazioni di emergenza.

Parmitano a bordo della ISS ripassa le procedure di attracco manuale poco prima del redocking della Sojuz MS-13.

Vista la situazione critica, è toccato un po’ di lavoro straordinario a tutti, sia sulla Terra che nello spazio. Il pomeriggio stesso del 24 agosto, Rogozin, il direttore generale di Roscosmos, ha annunciato che verrà liberata la porta di attracco del modulo Zvezda, con il sistema Kurs funzionante, per agganciare la Sojuz MS-14. La decisione ha richiesto una pianificazione dettagliata da Terra e un impegno aggiuntivo degli astronauti a bordo, in quanto al modulo Zvezda si trovava agganciata la Sojuz MS-13, la capsula con cui sono saliti Parmitano, Skvorcov e Morgan. I tre astronauti pertanto hanno dovuto riparcheggiare il loro mezzo perché non c’era al momento un’altra porta libera a disposizione. Il piano completo consisteva nel far salire i tre astronauti a bordo della Sojuz MS-13, sganciarsi da Zvezda ed effettuare un docking manuale nel modulo Poisk, dove l’antenna del sistema Kurs al momento non è funzionante. Una volta liberato il modulo Zvezda, la Sojuz MS-14 potrà finalmente effettuare l’attracco automatico alla la ISS.

Queste operazioni avvengo in un periodo intenso a bordo della stazione spaziale, infatti martedì 27 agosto è previsto il rientro a Terra della capsula Dragon della missione CRS-18, evento che non può essere posticipato, in quanto ci sono esperimenti scientifici conservati in ambiente criogenico che potrebbero deteriorarsi e compromettere i risultati. Le attività di rilascio di una navicella richiedono anche parecchie ore di lavoro degli astronauti sia per il carico del cargo che per le procedure di sbarco. Inoltre, la manovra da effettuare con la Sojuz MS-13, pur richiedendo solo una ventina di minuti di esecuzione, richiede una decina di ore di preparazione. Primo perché gli astronauti devono ripetere nel simulatore a bordo della ISS la procedura di attracco manuale, e secondo perché devono prepararsi alla (remotissima) possibilità di un fallimento con conseguente rientro a Terra, e quindi effettuare tutte le procedure normali di fine missione, indossando anche le tute Sokol. È soprattutto questo il motivo per cui la manovra deve essere eseguita con tutti e tre gli astronauti a bordo.

Il momento del contatto tra Sojuz MS-13 e modulo Poisk della ISS. Credit: NASA.

Stamattina, 26 agosto, gli astronauti sono entrati nella capsula Sojuz MS-13, hanno chiuso il boccaporto e alle 5:35 ora italiana si sono sganciati dalla ISS. Alla guida c’era Skvorcov, il quale si è allontanato di 38 metri dalla stazione, ha eseguito un piccolo rollio e ha allineato il suo mezzo al modulo Poisk della ISS. Alle 5:59 la manovra è stata completata con successo con l’aggancio della Sojuz MS-13.

Ora la porta del modulo Zvezda è libera e verrà effettuato un nuovo tentativo di attracco automatico della MS-14 alla ISS domani, martedì 27 agosto, alle 5:12. Manovre di redocking di questo tipo, liberare una porta per occupare un’altra, sono state effettuate di frequente in passato. L’ultima risale a esattamente 4 anni fa, quando nell’agosto del 2015 Padalka, Scott Kelly e Kornienko spostarono la loro Sojuz TMA-16M per far posto alla Sojuz TMA-18M. Per Luca Parmitano, invece, si tratta della seconda volta. Effettuò una manovra di cambio di ormeggio nel 2013 insieme all’equipaggio della Sojuz TMA-09M, in quel caso a pilotare il veicolo fu il suo collega Jurčichin.

Il video completo della manovra di riposizionamento della Sojuz MS-13.

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Gianmarco Vespia

La scienza è importante. Ne ho fatto parte tanti anni fa, ma ho dovuto abbandonare la carriera. In Italia manca il supporto agli scienziati, in molti modi: sostegno, fiducia, credibilità, rispetto e finanziamenti. ISAA mi ha dato la possibilità di diventare divulgatore e di raggiungere un pubblico interessato e appassionato in questo piccolo settore che è l'astronautica. La scienza si muove troppo in silenzio, occorre pazienza e attenzione per capirla e apprezzarla, per spiegarla alle nuove generazioni, appassionarle e permettergli di costruire un futuro migliore per sé e per il mondo intero.