Apollo 11, un grande balzo per l’umanità
21 luglio 1969
Dal nostro inviato a Houston.
Un piccolo passo per (un) uomo, un grande balzo per l’umanità.
Neil Armstrong
Queste sono state le prime storiche parole del comandante Armstrong subito dopo aver appoggiato il piede sinistro sulla polverosa superficie lunare, in Italia erano le 04:56 di questa mattina.
Mantenendo il piede destro sulla base della zampa di atterraggio del modulo lunare (LM) Eagle e la mano destra saldamente sulla scaletta, per qualche secondo Armstrong ha saggiato la consistenza della superficie e finalmente ha deciso di scendere completamente e staccarsi dal LM.
«Si, la superficie è fine e polverosa. Posso facilmente smuoverla con il piede. Aderisce in strati sottili, alla suola e ai lati degli scarponi, come la polvere di carbone. Sprofondo solamente nemmeno per un centimetro e posso vedere l’impronta del battistrada dei miei scarponi. […] Come sospettavamo, non ho nessuna difficoltà nel muovermi. È addirittura più facile che nelle varie simulazioni a un sesto di gravità compiute in addestramento. Assolutamente non c’è nessun problema nel camminare.»
Nei primi minuti Armstrong ha effettuato delle fotografie e subito dopo ha raccolto dei campioni dalla superficie, per poterli riportare a Terra nel caso di interruzione di emergenza, dopodiché è stato raggiunto dal compagno Edwin Aldrin, le cui prime parole sono state:
Stupenda vista! […] Magnifica desolazione!
Edwin Aldrin
A favore della trasmissione televisiva, Armstrong ha quindi letto l’iscrizione presente sulla placca:
«Sulla placca ci sono i due emisferi della Terra con sotto la scritta: ‹Qui, uomini dal pianeta Terra, per primi hanno posato il piede sulla Luna. Luglio 1969 A.D. Siamo venuti in pace per tutta l’umanità.› Ci sono poi le firme dell’equipaggio e del Presidente degli Stati Uniti.»
Dopo aver spostato la telecamera a una certa distanza dal LM, per avere una visione più ampia del contesto, Armstrong ha continuato a scattare fotografie, mentre Aldrin ha cominciato a posizionare i primi esperimenti scientifici, quindi hanno simbolicamente piantato, con qualche difficoltà, e dispiegato la bandiera statunitense.
Su richiesta del controllo missione a Houston i due astronauti hanno interrotto per qualche minuto ogni attività per ricevere le congratulazioni del Presidente Nixon in diretta telefonica, ecco lo scambio:
Nixon: «Pronto, Neil e Buzz. Vi sto parlando telefonicamente dall’Ufficio Ovale della Casa Bianca e questa è sicuramente la più storica telefonata mai effettuata. Non so dirvi quanto noi tutti siamo orgogliosi per quanto avete fatto. Per ogni americano, questo sarà il più orgoglioso giorno della nostra vita. E per le persone di tutto il mondo, sono sicuro che anche loro si stanno unendo agli americani nel riconoscere quanto immensa quest’impresa sia stata. Perché, grazie a quello che avete raggiunto, i cieli stellati sono diventati parte del mondo dell’uomo. Mentre ci parlate dal Mare della Tranquillità, questo ispira tutti noi a raddoppiare gli sforzi per portare pace e tranquillità sulla Terra. Per un impagabile momento nella storia dell’uomo, tutte le persone sulla Terra diventano effettivamente una sola, una nell’orgoglio per quanto avete compiuto e una nelle preghiere per il vostro ritorno sulla Terra.»
Armstrong: «Grazie Signor Presidente. È per noi un grande onore e privilegio essere qui e rappresentare non solo gli Stati Uniti, ma gli uomini di pace di tutte le nazioni, che hanno interessi, curiosità e la visione del futuro. Per noi oggi è un onore essere in grado di parteciparvi.»
Nixon: «Grazie ancora e non vedo l’ora… Tutti noi non vediamo l’ora di rivedervi sulla portaerei Hornet il prossimo giovedi.» [24 luglio, n.d.t.]
Aldrin: «Lo spero tanto anch’io, Signore.»
Terminata la conversazione, Armstrong e Aldrin hanno posizionato la restante parte delle apparecchiature scientifiche, raccolto ulteriori campioni di roccia e suolo e continuato a documentare fotograficamente l’esplorazione.
Gli esperimenti scientifici installati sulla superficie:
Solar Wind Collector: un foglio di alluminio di 30×140 cm, posizionato in verticale e rivolto verso il Sole per catturare ioni di Elio, Neon e Argon presenti nel vento solare. L’esperimento è stato poi recuperato e stivato in cabina per essere riportato a Terra.
Passive Seismometer: sismometro passivo che subito ha cominciato a trasmettere a Terra le vibrazioni causate dai due astronauti in movimento.
Lunar Ranging Retroreflector: riflettore laser per la misura esatta della distanza Terra-Luna. La prima misurazione, effettuata dal Lick Observatory in California, è avvenuta già pochi minuti dopo l’installazione.
Per qualche minuto Armstrong si è allontanato verso ovest per raggiungere il piccolo cratere che ieri avevano sorvolato prima dell’atterraggio, dove ha scattato una serie di fotografie successivamente composte in un panorama.
Con l’avvicinarsi del termine per la conclusione dell’attività extraveicolare, Armstrong e Aldrin hanno iniziato a recuperare tutto quello che doveva essere caricato nella cabina del LM, quindi le borse con i campioni di roccia, i due tubi di carotaggio del suolo, le cartucce fotografiche e il Solar Wind Collector.
Aldrin, salutando a suo modo la superficie con un «Adios amigo» ha quindi risalito la scaletta per primo ed è rientrato nel modulo Eagle. Utilizzando una semplice carrucola i due astronauti in pochi minuti hanno portato a bordo del LM tutti i contenitori.
Sulla superficie lunare è stato lasciato anche un piccolo pacchetto commemorativo in memoria degli astronauti deceduti durante l’esplorazione dello spazio: l’emblema della missione Apollo 1 in ricordo degli astronauti Gus Grissom, Ed White e Roger Chaffee, deceduti nell’incendio della loro capsula al KSC il 27 gennaio 1967. Una medaglia sovietica in ricordo di Vladimir Komarov, morto durante lo schianto a terra della capsula Sojuz 1 nell’aprile dello stesso anno. Una medaglia sovietica in ricordo di Jurij Gagarin Gagarin, il primo uomo nello spazio, morto il 27 marzo 1968. Un piccolo ramo di ulivo dorato, in onore di questa missione.
Armstrong è risalito a bordo senza nessun commento particolare, ma con un balzo da record che dalla base d’appoggio lo ha fatto salire fino al terzo piolo della scaletta e, alle 07:11 ora italiana, il portello del LM è stato chiuso, concludendo quindi la prima esplorazione umana della Luna.
Ma la giornata non era ancora finita per i due astronauti che, mantenendo le tute e il casco addosso e dopo aver collegato tutti i sistemi vitali (ossigeno, sistema di raffreddamento e collegamento audio) al modulo lunare, si sono liberati di tutto quello non più necessario, riaprendo il portello e buttando fuori il tutto. Tra le cose eliminate ci sono gli ingombranti zaini PLSS, i copri casco, i copri scarponi (i famosi Moon Boots) e le cartucce esauste di idrossido di litio per l’assorbimento dell’anidride carbonica in eccesso.
Finalmente, dopo aver risposto a una serie di domande da parte del controllo missione per conto del gruppo di geologi impegnati nel programma, Armstrong e Aldrin hanno potuto iniziare il periodo di riposo. Armstrong si è posizionato sulla copertura del motore di ascesa, nella parte posteriore della cabina, mentre Aldrin sul pavimento nella parte anteriore, a fianco del portello di uscita e sotto le postazioni di controllo.
I video con le immagini dalle due telecamere e le fotografie nel momento in cui vengono scattate:
Fonte e foto credit: NASA.
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Davvero un bell’articolo: ottimo riassunto di tutte le attività compiute sulla superficie lunare durante questa prima missione, di cui personalmente sapevo ben poco.
Grazie!