Apollo 11, l’Aquila torna in orbita lunare

In questa fotografia scattata da Collins sono presenti tutti gli abitanti della Terra tranne lui: 3,6 miliardi sul pianeta più Armstrong e Aldrin sul modulo lunare.

22 luglio 1969

Dal nostro inviato a Houston.

Ieri, con il decollo dalla superficie lunare del modulo Eagle, con a bordo Neil Armstrong ed Edwin Aldrin e il successivo aggancio con il modulo Columbia, con a bordo Mike Collins, il sesto giorno di missione ha visto l’equipaggio dell’Apollo 11 riunirsi definitivamente per il ritorno verso la Terra.

Verso le 16 ora italiana del 21 luglio, dopo quasi sette ore di meritato riposo, anche se non molto confortevole visto l’angusto spazio disponibile in cabina, i due astronauti a bordo di Eagle hanno iniziato la preparazione per il decollo dalla superficie, decollo che è avvenuto con successo alle 19:54.

La Base della tranquillità vista dal satellite LRO. Sono addirittura visibili le tracce lasciate dai due astronauti mentre si spostavano in prossimità del modulo lunare.

Il modulo lunare

Quello che fino a ieri abbiamo chiamato modulo lunare, in realtà è composto da due moduli, quello di discesa e quello di ascesa, entrambi provvisti di un propulsore.

Il modulo di discesa è quello a forma ottagonale con le quattro zampe d’atterraggio, il cui propulsore ha effettuato l’atterraggio sulla superficie. Il modulo di ascesa, che poggia sopra il modulo di discesa, è la cabina pressurizzata per gli astronauti e, nel momento del decollo per il ritorno in orbita lunare, utilizza il modulo di discesa come piattaforma di lancio.

L’interruttore rotto

Nella serata di ieri, prima di addormentarsi sul pavimento, Aldrin ha notato qualcosa di strano accanto a lui, qualcosa che decisamente non doveva trovarsi li, il pomello rotto di un interruttore dei pannelli di comando. Una veloce ispezione sul lato destro della cabina ha purtroppo rivelato che il pomello rotto era quello dell’interruttore “ENG ARM”, quello che arma il motore di ascesa per il ritorno in orbita.

Il pulsante “ENG ARM” integro (al centro), in una foto di un altro esemplare di modulo lunare.

Data la posizione elevata in cabina, gli interruttori di quel pannello sono sprovvisti di protezione contro gli urti accidentali, cosa che purtroppo è avvenuta probabilmente con la parte superiore dello zaino PLSS di Aldrin, dopo il suo rientro in cabina.
Il controllo missione di Houston, avvisato del fatto, aveva preso in carico la situazione e lasciato comunque riposare i due astronauti.

In preparazione al decollo, visto che l’interruttore era di tipo a pressione e da procedura doveva trovarsi in posizione non armata, prima di aprire il pannello e riconfigurare i circuiti per forzare il contatto elettrico, Aldrin ha provato a far scattare il contatto premendo con la punta di una penna a sfera, operazione che fortunatamente ha avuto l’effetto desiderato.
Una volta armato il propulsore, come già detto il decollo è avvenuto regolarmente e ancora una volta Armstrong ha comunicato: «L’Aquila ha le ali

Il video del ritorno in orbita del LM. Aldrin purtroppo ha acceso la telecamera solo dopo 6 secondi dal decollo.

L’accensione di 7 minuti e 15 secondi ha portato nuovamente il modulo Eagle in orbita lunare. Con un paio di brevi ulteriori accensioni per regolarizzare la traiettoria Eagle si è trovato giusto in rotta per il rendezvous con il modulo Columbia.

Il video del rendezvous.

Mike Collins, che per oltre 21 ore era rimasto solitario in orbita, cercando senza successo di individuare Eagle poggiato sulla superficie, ha avvistato i compagni in avvicinamento poco dopo le ore 23, filmando e fotografando la manovra di “rendezvous”.

Dopo una decina di minuti in cui le due navicelle hanno mantenuto la posizione a 10 metri di distanza, Armstrong ha manovrato Eagle fino all’aggancio sicuro con il Columbia.
Nelle due ore successive gli astronauti hanno trasferito tutto il materiale da riportare a Terra da una navicella all’altra, tra cui 22 kg di preziosissimi campioni di suolo e rocce lunari, hanno separato il modulo lunare ormai vuoto e si sono preparati per l’accensione del propulsore SPS del Columbia che li riporterà verso la Terra.

«…è un momento felice quassù. È bello avere di nuovo compagnia…»
Ha affermato Mike Collins subito dopo il ritorno a bordo del Columbia dei suoi due compagni.

Finalmente, alle 06:55 di oggi, gli astronauti hanno acceso l’SPS per 2 minuti e 30 secondi, il che ha accelerato la navicella fino alla velocità di 2640 m/s, necessaria per sfuggire all’attrazione della Luna e poter quindi tornare a Terra.

Vista l’elevata velocità di fuga, già dopo un’ora gli astronauti avevano una visione intera della Luna. Il nord lunare è a sinistra.

Fonte e foto credit: NASA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.