Aggiornamenti dal sistema solare: gennaio 2015

Smaltiti i festeggiamenti per la straordinaria impresa di Philae sulla cometa 67P, l’attenzione si sposta ora verso due pianeti nani, Cerere e Plutone. New Horizons, diretta verso quest’ultimo si è risvegliata dall’ibernazione il mese scorso e sta per cominciare la sua missione scientifica. Sempre più vicina al suo obiettivo nella fascia degli asteroidi anche la sonda Dawn.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 1

A gennaio 2015 il Falcon 9 di SpaceX porterà in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole DSCOVR (Deep Space Climate Observatory), missione congiunta NASA/NOAA, che sarà il primo satellite di osservazione della Terra ad operare in L1 e avrà anche funzioni di osservatorio solare. I ritardi sul lancio di Dragon CRS-5 hanno avuto un effetto anche su questa missione, il cui lancio è stato posticipato di qualche giorno, al 29 gennaio.

Nel 2015 non sono previste altre nuove missioni, anche se nel corso dell’anno si intensificheranno i preparativi per le prossime missioni marziane, che verranno lanciate tra gennaio e marzo del 2016.

Missioni Operative: 23

La sonda WIND, di NASA, si trova attualmente in orbita intorno al punto lagrangiano L1 Terra-Sole; la sua missione di osservazione della nostra stella dura ormai dal 1994. A farle compagnia in L1 c’è l’orbiter americano ACE (Advanced Composition Explorer) e la missione congiunta ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SoHO), il cui contributo ESA è stato prolungato di due anni, fino alla fine del 2016.

La missione della NASA STEREO (Solar and TErrestrial RElations Observatory) si compone, invece, di due sonde, Stereo A e Stereo B che condividono l’orbita della Terra intorno al Sole, rispettivamente, precedendo (A=Ahead) e seguendo (B=Behind) il nostro pianeta, permettendo così osservazioni stereoscopiche. Lo scorso 1 ottobre, purtroppo, si sono persi i contatti con STEREO B. Non si conoscono ancora le cause dell’anomalia, e sono tuttora in corso i tentativi di ristabilire i contatti.

La sonda Messenger, di NASA, ha ormai i giorni contati in orbita intorno a Mercurio. Con il propellente quasi esaurito, la sonda sta compiendo osservazioni a bassa quota della superficie del primo pianeta del sistema solare. Il prossimo 21 gennaio avverrà l’ultima accensione che permetterà alla sonda di raggiungere, per un breve periodo a marzo, un’altitudine minima di 15 km, poco più dei normali aerei di linea sulla Terra. Messenger terminerà la propria missione schiantandosi sulla superficie di Mercurio. La data stimata inizialmente per questo evento era intorno al 28 marzo 2015, ma proprio recentemente il team di ingegneri che si occupa della missione ha annunciato che tenteranno di utilizzare un sistema innovativo di pressurizzazione dei gas nella sonda che potrebbe prolungare la vita di Messenger di un altro mese.

Anche la sonda europea Venus Express è giunta, dopo otto anni, al capolinea della sua missione. Durante l’ultima accensione dei propulsori per rialzare la propria orbita il team dell’agenzia spaziale europea ha perso i contatti con la sonda e, poche settimane dopo, la missione è stata dichiarata conclusa visto che il propellente si è ormai esaurito e non è più possibile ne’ regolare l’assetto di Venus Express, ne’ rialzarne periodicamente l’orbita. La sonda entrerà nell’atmosfera di Venere nelle prossime settimane.

Missione dal sapore d’altri tempi per l’agenzia spaziale cinese: la sonda Chang’e 5-T1 ha compiuto alla fine di ottobre un flyby della Luna circumnavigando il nostro satellite come avveniva per le missioni sovietiche Zond negli anni ’60 del secolo scorso. Il lancio è avvenuto il 23 ottobre da Xichang su un razzo ChangZheng 3C. La capsula di rientro (molto simile ad una versione molto più piccola di una Shenzhou) serviva a testare alcune tecnologie chiave che faranno parte della futura missione di raccolta campioni lunari Chang’e 5. La missione primaria è durata circa otto giorni, nei quali sono state rilasciate alcune bellissime immagini, e la capsula è atterrata regolarmente nella Mongolia Interna il 31 ottobre scorso. Successivamente il modulo di servizio della sonda ha manovrato per raggiungere il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna, nel quale vi rimarrà per poco tempo prima di rientrare nuovamente in orbita lunare. La missione estesa dovrebbe comunque esaurirsi entro maggio 2015.

Contrariamente a quanto riportato qualche settimana fa, Chang’e 3 e il rover Yutu dovrebbero essere ancora attivi sulla superficie lunare. A più di un anno dall’atterraggio sul nostro satellite, i due veicoli continuano ad inviare dati, anche se il rover è ormai fermo da mesi. È stata rilasciata recentemente anche una nuova serie di immagini provenienti da questa straordinaria missione che ci ha riportato sulla Luna dopo 37 anni.

Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), della NASA, continua la sua missione di mappatura ad alta risoluzione della Luna durante la sua missione estesa. Sempre intorno al nostro satellite, le due sonde della missione Artemis, anch’essa di NASA, stanno silenziosamente studiando il debole campo magnetico lunare per una lunga missione che dovrebbe durare ancora alcuni anni.

Due piccoli payload secondari della missione giapponese Hayabusa 2 sono attualmente in orbita eliocentrica: il piccolo satellite dimostrativo Shin’en 2, costruito da studenti dell’Università di Kagoshima, e la scultura dotata di radiotrasmittente ARTSAT-2/DESPATCH. Entrambe possono essere ascoltate dai radioamatori. anche se il team di ARTSAT-2/DESPATCH ha recentemente annunciato che le batterie si sono esaurite il 3 gennaio e quindi la piccola sonda ha terminato la sua missione.

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 859 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover ha superato a novembre il traguardo dei 10 km percorsi sul pianeta rosso e sta studiando attentamente l’area denominata Pahrump Hills, alle pendici del Monte Sharp, dove ha anche utilizzato con successo la sua piccola trivella per analizzare dei campioni rocciosi.

È invece il sol numero 3892 per l’altro rover della NASA Opportunity, che continua la sua missione nonostante l’età. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite ha viaggiato spedito lungo il bordo occidentale del cratere Endeavour ed ha superato i 41 km percorsi sulla superficie di Marte, stabilendo un nuovo record per un rover al di fuori del nostro pianeta. Dopo aver esaminato dettagliatamente l’area intorno al Wdowiak Ridge e al cratere Ulysses, Opportunity sta ora puntando decisamente verso la Marathon Valley che raggiungerà più o meno quando avrà percorso una distanza di una maratona dall’inizio della missione, ovvero circa 42,2 km. Il rover sta al momento operando in “no-flash” mode: ripetuti riavvii del computer di bordo, infatti, hanno evidenziato un problema alla memoria flash e il team di Opportunity per evitare problemi ha preferito proseguire le operazioni senza fare uso della memoria a stato solido; in questo modo il MER invia i dati a Terra prima di mettersi in modalità di standby per la notte.

Dopo l’inizio ufficiale della missione scientifica della sonda MAVEN, a novembre, salgono a tre i robot della NASA in orbita intorno a Marte. A completare la flotta ci sono anche Mars Odyssey, in orbita dal 2001, e Mars Reconnaissance Orbiter, in orbita dal 2005. A fare compagnia alle sonde americane ci sono anche Mars Express dell’ESA, in orbita dal 2003, e l’ultima arrivata, la Mars Orbiter Mission indiana.

La sonda europea Rosetta rimane in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko mentre questa si avvicina al perielio (punto dell’orbita più vicino al Sole). La sonda ha ripreso la propria missione scientifica, e sono stati resi pubblici i primi interessantissimi risultati sull’analisi dell’acqua presente sulla cometa. La sonda è attualmente in un’orbita alla quota di circa 30 km dal nucleo e vi resterà fino al 3 febbraio, dopo di che comincerà una serie di flyby ravvicinati e programmati in base alle necessità scientifiche. Il lander Philae, dopo la magnifica impresa dell’atterraggio lo scorso novembre, è invece in modalità ibernazione e si spera che l’aumentato irraggiamento solare possa portare ad un nuovo risveglio nei prossimi mesi. Rosetta accompagnerà la cometa nel suo avvicinamento al sole almeno per tutto il 2015.

La missione NASA/ESA/ASI Cassini, da oltre 10 anni intorno a Saturno, è nel pieno della sua orbita Rev 211, in una fase definita “inclinata” della Solstice Mission. Questa fase sta gradualmente volgendo al termine ed è stata dedicata principalmente all’osservazione degli anelli e del satellite Titano (un altro flyby, il T-108, averrà l’11 gennaio). Nelle prossime orbite Cassini diminuirà gradualmente l’inclinazione rispetto all’equatore di Saturno e questo significa che non avremo più quelle viste spettacolari degli anelli del gigante gassoso, ma anche che riprenderanno i sorvoli degli altri satelliti maggiori di Saturno, principalmente Dione e Encelado. La missione di Cassini terminerà nel 2017.

Ci siamo quasi. Dopo 10 anni di viaggio la sonda della NASA New Horizons si è risvegliata per l’ultima volta dell’ibernazione e il 6 gennaio, dopo aver completato la ricalibrazione e il controllo dei vari strumenti scientifici, comincerà ufficialmente la sua missione di osservazione di Plutone. La sonda è ormai a 1,51 UA dal pianeta nano che sorvolerà il prossimo 14 luglio alla distanza minima di 13400 km dalla superficie.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 ha ormai lasciato l’eliosfera e si trova attualmente a circa 131 UA dalla Terra (18 ore e 8 minuti-luce dal Sole), mentre Voyager 2 è a circa 108 UA dalla Terra e 14 ore e 55 minuti-luce dal Sole.

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 5

Anche la sonda americana Dawn è in ormai in vista del suo obiettivo finale: il pianeta nano Cerere. Dopo più di due anni di viaggio dall’asteroide Vesta, la sonda si trova ora a 496 mila km di distanza dall’oggetto più grande della fascia degli asteroidi. L’inserzione in orbita è previsto per il 6 marzo 2015, dopo di che Dawn passerà le settimane successive ad abbassare gradualmente la quota utilizzando i propulsiori ionici.

La sonda giapponese Akatsuki è in orbita eliocentrica in attesa di incontrare Venere per la seconda volta, dopo la fallita inserzione in orbita nel 2010. Il prossimo incontro con Venere avverrà nel novembre del 2015.

Il 3 dicembre è partita da Tanegashima Hayabusa 2, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA), in una missione verso l’asteroide 1999 JU3 per riportarne a terra un campione. La missione prevede l’arrivo sull’asteroide nel luglio del 2018 dopo un flyby della Terra nel dicembre del 2015, con ripartenza verso il nostro pianeta nel dicembre del 2019. Se tutto va bene, i campioni prelevati torneranno a Terra nel dicembre del 2020. La missione giapponese si è portata dietro anche numerosi payload secondari, alcuni dei quali condivideranno la missione di Hayabusa 2 su 1999 JU3: MINERVA II, sempre di JAXA, e MASCOT dell’agenzia spaziale tedesca (DLR) in collarborazione con il CNES francese. MINERVA II è un minilander (peserà solo circa 500 g) mobile (“hopper”) che tenterà l’atterraggio sull’asteroide, dopo il tentativo fallito della prima versione di MINERVA su Hayabusa 1. MASCOT (Mobile Asteroid Surface Scout) avrà una missione simile, ma è anche di dimensioni maggiori, con una massa di circa 10 kg.

PROCYON, missione in collaborazione tra JAXA e l’Università di Tokyo, è stata lanciata come payload secondario di Hayabusa 2. È un microsatellite dotato di propulsori a ioni che effettuerà un flyby di un altro asteroide, probabilmente 1999 JV6, nel marzo del 2016.

La sonda della NASA, Juno, è in viaggio verso il gigante del sistema solare, Giove. L’arrivo a destinazione è previsto per il luglio del 2016.

Sonde operative senza una missione: 1

Dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, la sonda cinese Chang’e 2 continua il suo allontanamento dalla Terra nella sua orbita eliocentrica. La sonda ha ormai passato il traguardo dei 100 milioni di km di distanza dalla Terra e attualmente viene utilizzata dagli ingegneri cinesi per testare le comunicazioni spaziali di lunga distanza nello spazio profondo.

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.