La Cina esibisce le sue perle aerospaziali a Zhuhai

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Modelli in scala della nuova generazione di razzi. Credit: China Aerospace News

Sulla costa del Mar Cinese Meridionale, tra i territori semi indipendenti di Macao e Hong Kong, sorge la città di Zhuhai, letteralmente mare di perle. Si tiene qui ogni due anni la China International Aviation & Aerospace Exhibition, conosciuta più recentemente anche come Zhuhai Airshow, dove vengono esibiti i progressi e i programmi del settore aeronautico e aerospaziale cinese. La prima edizione ha avuto luogo nel 1996 e l’edizione del 2020 è stata posticipata a fine settembre 2021 a causa della pandemia.

La tredicesima edizione si è svolta dal 28 settembre al 3 ottobre 2021; l’evento ha attratto ben 120.000 visitatori e 700 aziende. Oltre a poter vedere dal vivo un centinaio di diversi tipi di aerei, quasi tutti di produzione locale, erano presenti anche alcuni prototipi spaziali che hanno già volato o voleranno nello spazio.

Una sonda cinese ormai famosa, presente anche ad alcuni show televisivi e orgoglio del programma spaziale cinese, è il modulo di ritorno della missione Chang’e 5, che ha consegnato dei campioni di superficie lunare prelevati a dicembre dell’anno scorso. All’Airshow sono stati esibiti alcuni dei campioni lunari prelevati, oltre a un modello della sonda che ha compiuto la missione. Era presente anche la nuova navetta per equipaggio umano, quella vera che ha già effettuato anche un volo di prova l’8 maggio 2020, mostrata con tutte le bruciacchiature del viaggio di ritorno, affrontato con un rientro atmosferico a circa 32.000 km/h.

La nuova capsula per equipaggio testata nel 2020.

La nuova capsula per equipaggio, molto più capiente della precedente Shenzhou, servirà per il programma di esplorazione lunare con equipaggio, International Lunar Research Station, che prevede la costruzione di una base sulla superficie della Luna a partire all’incirca dagli anni 2030. Non c’è ancora un razzo pronto a compiere una missione del genere, ma lo sviluppo è in corso, ed è stato presentato qualche aggiornamento a Zhuhai. Si parla di un lanciatore alto circa 90 metri, più alto e più potente di qualunque altro lanciatore cinese esistente attualmente, capace di portare 70 tonnellate di carico utile in orbita bassa (LEO) o di immettere 27 tonnellate in traiettoria di trasferimento verso la Luna (TLI). Al momento non ha una denominazione ufficiale, e si usa spesso la sigla CZ-5DY o Project 921.

Quando sarà in esercizio, però, si tratterà del secondo razzo cinese in termini di potenza, in quanto è previsto che per il 2028 si porti a termine la costruzione di un mezzo spaziale ancora più importante. Si tratta del Lunga Marcia 9, CZ-9, un vettore per il trasporto esclusivo di merci con una capacità davvero impressionante. Secondo l’ultimo aggiornamento della First Academy of Aerospace Science and Technology, l’azienda che si occupa dello sviluppo, il razzo avrà un’altezza di 103 metri e una portata di 140 tonnellate in LEO, 50 tonnellate in TLI e 44 tonnellate di carico utile verso Marte. Si tratta al momento del razzo in fase di sviluppo più potente al mondo, dalle capacità superiori anche a Starship, se verrà realizzato con questo design.

Alla mostra erano presenti dei modelli in scala di tutta la famiglia di lanciatori Lunga Marcia di nuova generazione, che stanno sostituendo pian piano quelli progettati agli albori del programma spaziale cinese, cioè i Lunga Marcia 1, 2, 3 e 4 (CZ-1, CZ-2, CZ-3, CZ-4 e loro derivazioni), che utilizzavano propellenti ipergolici altamente inquinanti. I nuovi vettori già in esercizio sono il CZ-5, usato per le missioni dello spazio profondo, il CZ-5B e CZ-7, usati principalmente per la costruzione della stazione spaziale cinese, il CZ-7A per i lanci in orbita geostazionaria, il CZ-8 per testare il recupero del primo stadio, e i piccoli lanciatori CZ-6 e CZ-11 per i lanci ordinari di piccoli satelliti in orbita bassa. A breve (probabilmente entro un anno) dovrebbe entrare in esercizio il CZ-6A. I vecchi lanciatori vengono ancora usati per alcune missioni e la loro dismissione richiederà molto tempo.

Il Tengyun per il trasporto tramite volo suborbitale.

Lo sviluppo di mezzi di accesso allo spazio più potenti o versatili apre le porte a un utilizzo differente delle risorse spaziali, sia in ambito civile sia militare. I casi d’uso futuri potrebbero essere la costruzione di basi spaziali chilometriche o l’utilizzo di risorse spaziali in situ. È in fase di studio la costruzione di una centrale solare spaziale, che potrebbe trasmettere l’energia a Terra sotto forma di microonde, quindi senza vincoli dettati dalle condizioni atmosferiche. La costruzione sarebbe enorme e solo la realizzazione di vettori simili al CZ-9 potrebbe spianare la strada a un utilizzo di questo genere.

All’esibizione era presente anche un modello di un satellite in fase di progettazione, un mezzo di servizio e rifornimento per l’approvvigionamento di propellente di satelliti in orbita geostazionaria allo scopo di prolungarne la vita operativa. Un’idea che sta prendendo piede tra diversi attori aerospaziali, a indicare come il mondo spaziale stia cambiando e altre idee non convenzionali possano avere un loro perché.

Ai limiti tra astronautica e aeronautica sono stati esibiti due progetti di cui lo sviluppo è già noto da qualche anno. Il primo è Tengyun, un sistema di trasporto completamente riutilizzabile costituito da un aeromobile supersonico che lancia in alta quota un altro velivolo dalla forma che richiama lo Space Shuttle, capace di percorrere un tratto suborbitale nello spazio e riatterrare in una zona predisposta a Terra. Il secondo è Wuzheng-8, un mezzo militare simile al dismesso D-21 statunitense e capace di operare per 200 secondi in assenza di atmosfera, grazie al suo motore a razzo provvisto di serbatoio per l’ossidante. La sua destinazione d’uso è il cosiddetto near space, la zona alta e rarefatta dell’atmosfera, una zona intermedia tra superficie e orbita bassa, idealmente tra 30 e 80 km di quota, di enorme difficoltà sia per il volo orbitale sia per quello aeronautico.

Il WZ-08 esibito a Zhuhai.

Fonti: CNSA, China Aerospace News, XinhuaNet.

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Gianmarco Vespia

La scienza è importante. Ne ho fatto parte tanti anni fa, ma ho dovuto abbandonare la carriera. In Italia manca il supporto agli scienziati, in molti modi: sostegno, fiducia, credibilità, rispetto e finanziamenti. ISAA mi ha dato la possibilità di diventare divulgatore e di raggiungere un pubblico interessato e appassionato in questo piccolo settore che è l'astronautica. La scienza si muove troppo in silenzio, occorre pazienza e attenzione per capirla e apprezzarla, per spiegarla alle nuove generazioni, appassionarle e permettergli di costruire un futuro migliore per sé e per il mondo intero.