Perso il segnale con la sonda MAVEN
Il 6 dicembre 2025 le stazioni di terra hanno improvvisamente perso il contatto con la sonda MAVEN. I tecnici della NASA stanno lavorando per ricostruire quanto accaduto e capire se sia possibile ripristinare le comunicazioni. Fino a quel momento non erano state segnalate anomalie: la sonda funzionava regolarmente mentre si avvicinava al lato nascosto di Marte. Quando avrebbe dovuto tornare visibile, però, il segnale non è mai più arrivato. La NASA ha annunciato che eventuali nuove informazioni verranno comunicate al pubblico non appena disponibili.
Gli obiettivi di missione e le scoperte
MAVEN (acronimo di Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN) è il veicolo spaziale dell’agenzia statunitense lanciato il 18 novembre 2013 con lo scopo di studiare lo strato superiore dell’atmosfera marziana. Il 21 settembre 2014 la sonda si è inserita all’interno dell’orbita marziana e ha iniziato la sua attività scientifica. In particolare, l’obiettivo primario della missione è quello di quantificare l’atmosfera perduta nel corso della vita del pianeta rosso e con quale velocità. Per fare questo la sonda stima il tasso di riduzione attuale per capire, compiendo un’estrapolazione dei dati, quanta atmosfera sia stata persa in passato.
Durante la sua missione, MAVEN ha rivoluzionato la nostra comprensione di Marte, rivelando quanto il Sole influisca sul destino del pianeta. La sonda ha dimostrato che il vento solare, un continuo flusso di particelle cariche, insieme alle tempeste solari, sottrae progressivamente l’atmosfera marziana, un processo che ha avuto un ruolo determinante nel trasformare Marte in un mondo meno ospitale.
Oltre a questo, MAVEN ha svelato fenomeni luminosi mai osservati prima sul pianeta: aurore che si accendono quando particelle energetiche interagiscono con i gas atmosferici. Inaspettatamente, a differenza della Terra, queste aurore sono generate principalmente dai protoni e non dagli elettroni, offrendo nuovi indizi sui processi energetici che agiscono su Marte.

Nel 2018 la sonda ha osservato una gigantesca tempesta di polvere che ha avvolto l’intero pianeta, scoprendo che tali eventi sollevano le molecole d’acqua verso strati più alti dell’atmosfera, accelerandone la fuga nello spazio. Inoltre, l’orbiter ha tracciato per la prima volta la rete dei campi elettrici e magnetici marziani, rivelando correnti complesse e una magneto-coda contorta, elementi chiave nella continua perdita di atmosfera del pianeta.
Infine la sonda serve come ponte radio per la comunicazione dei rover presenti sulla superficie di Marte.
Qualche numero in più…
Nel corso di un decennio di attività, la sonda ha compiuto oltre 22.000 orbite attorno al pianeta rosso, inviando a Terra una straordinaria quantità di dati. In un singolo passaggio è riuscita a trasferire più di 2,89 gigabyte di informazioni, stabilendo un record per l’esplorazione del sistema solare. Inoltre, è riuscita a fornire oltre 10.000 immagini in banda ultravioletta. L’insieme di dati raccolti raccolti ha permesso ai ricercatori di tutto il mondo di pubblicare oltre 700 articoli scientifici.
La missione era già a rischio di vedere azzerati i propri fondi, a causa dei nuovi tagli imposti dall’amministrazione Trump nella prima parte del 2025.
Fonte: NASA
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