Solar Orbiter per la prima volta osserva il polo sud solare

Il polo sud del Sole ripreso per la prima volta da Solar Orbiter. Credit: ESA

L’Agenzia spaziale europea ESA ha recentemente rilasciato le immagini che per la prima volta mostrano il polo sud solare, catturate dalla sonda Solar Orbiter grazie alla particolare orbita inclinata rispetto all’equatore del Sole.

Tutte le immagini del Sole finora viste, riprese sia da Terra sia dallo spazio, lo hanno sempre mostrato frontalmente. Questo avviene perché l’orbita della Terra, e più o meno quella di tutti i pianeti del sistema solare, è all’incirca sullo stesso piano dell’equatore solare.
La sonda europea, lanciata nel febbraio 2020, dopo diversi flyby con la Terra e Venere, ha iniziato a variare l’inclinazione dell’orbita solamente lo scorso febbraio e continuerà a farlo fino al 2030 quando raggiungerà i 34°.

Particolare del polo sud solare ripreso il 16 e 17 marzo scorso. Credit: ESA

Le otto immagini di cui sopra sono le prime in assoluto che mostrano il polo sud solare e sono state riprese da 15° sotto l’equatore, una settimana prima di raggiungere la massima angolazione di 17°.
Le immagini in alto a destra e al centro sono state catturate utilizzando il Polarimetric and Helioseismic Imager (PHI) e mostrano rispettivamente il Sole nello spettro visibile e il suo campo magnetico.
L’immagine in alto a destra rappresenta la corona solare nell’ultravioletto ed è stata catturata dall’Extreme Ultraviolet Imager (EUI).
Le cinque immagini sottostanti invece sono state catturate nell’ultravioletto dallo Spectral Imaging of the Coronal Environment (SPICE) e nel dettaglio rappresentano (da sinistra) le emissioni dell’idrogeno a 10.000 ℃, carbonio a 32.000 ℃, ossigeno a 320.000 ℃, neon a 630.000 ℃ e magnesio a 1.200.000 ℃.

La sonda Solar Orbiter e la posizione di tutti gli strumenti scientifici di bordo. Credit: ESA

Utilizzando i dati raccolti dai tre strumenti, gli scienziati possono mappare come i diversi elementi chimici si muovono negli strati esterni dell’atmosfera solare e hanno potuto scoprire fenomeni inaspettati, quali per esempio i vortici.
Anche la conoscenza del fenomeno dei cicli solari che si ripetono a scadenze regolari di 11 anni, in cui l’attività varia notevolmente e in cui il campo magnetico subisce l’inversione dei due poli, trarrà beneficio dalla missione della sonda.
Proprio grazie a queste prime osservazioni è stato scoperto lo stato altamente disordinato dei poli solari che, a differenza di un normale magnete in cui i due poli sono ben definiti, presentano contemporaneamente entrambe le caratteristiche magnetiche.
Questa confusione magnetica avviene però per un breve lasso di tempo in corrispondenza del massimo solare, dopodiché avviene l’inversione dei poli e nei successivi 5/6 anni il campo magnetico rimane in uno stato piuttosto ordinato.
Con il susseguirsi delle osservazioni sarà probabilmente possibile stabilire il meccanismo con cui questo avviene.

Un’altra prima assoluta ottenuta da queste osservazioni polari riguarda lo spettrometro SPICE che ha permesso di misurare, grazie a un sistema “Doppler”, la velocità con cui i “grumi” di materiale solare si muovono nei vari strati superficiali dell’atmosfera.
La mappatura di queste velocità ha evidenziato come, alla fine, le particelle ionizzate di materiale solare vengono espulse sotto forma di vento solare.
Proprio l’anno scorso, grazie ai dati forniti da Solar Orbiter e dalla sonda NASA Parker Solar Probe, era stato svelato come il vento solare viene accelerato e riscaldato fino a raggiungere temperature nell’ordine dei milioni di gradi Celsius, contro i soli 5.500 della corona solare. 

Entro il prossimo ottobre arriveranno i dati completi delle osservazioni del primo passaggio dal polo sud a quelle del polo nord e, con l’aumentare dell’inclinazione dell’orbita, gli scienziati sono fiduciosi di poter osservare e studiare nuovi fenomeni del Sole.

Le immagini del video sono state riprese lo scorso 23 marzo da un’angolazione di 17° sotto l’equatore

Fonte: ESA

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.

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