Siamo alla vigilia del primo volo commerciale di Virgin Galactic

Lo SpaceShipTwo con il feathering system attivato. Credits: Virgin Galactic
Lo SpaceShipTwo con il feathering system attivato. Credits: Virgin Galactic

Virgin Galactic ha recentemente annunciato che il proprio veicolo suborbitale SpaceShipTwo effettuerà il primo volo commerciale entro la fine di giugno.

Giungere al traguardo del primo volo commerciale è stato per Virgin Galactic un percorso lungo e irto di ostacoli. L’azienda ha effettuato fino a oggi cinque voli di collaudo, l’ultimo lo scorso 25 maggio, mentre il primo con passeggeri risale a luglio 2021 quando tra i membri a bordo di SpaceShipTwo c’era anche Richard Branson, CEO dell’azienda. Virgin Galactic dopo il volo del 2021 ha dovuto interrompere le operazioni e annullare le missioni già in programma per risolvere alcuni presunti problemi tecnici.

La missione denominata Galactic 01 si svolgerà tra il 27 e il 30 giugno con il decollo dell’aereo madre dallo Spaceport America nel New Mexico. Questa missione sarà importante anche per un ulteriore aspetto che riguarda in particolare il nostro paese, visto che a bordo del velivolo ci sarà la presenza di tre italiani membri dell’Aeronautica Militare Italiana e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, impegnati in una missione di ricerca sulla microgravità. Questa missione sarebbe dovuta decollare nel 2019, ma le ormai note vicissitudini ne hanno ritardato lo svolgimento fino ad oggi.

Anche se chiamata Galactic 01 il volo sarà di fatto ancora una missione di collaudo. La prima vera missione commerciale, chiamata Galactic 02, ovvero quella che trasporterà persone che avevano prenotato un volo di turismo spaziale, è attualmente prevista per l’inizio del mese di agosto. A partire da quella data Virgin Galactic ha dichiarato che effettuerà con cadenza mensile voli commerciali con SpaceShipTwo.

Siamo arrivati a questo appuntamento dopo aver assistito lo scorso 25 maggio al volo di collaudo denominato Unity 25, il primo del veicolo due anni dopo il precedente. I due piloti e i quattro specialisti di missione della compagnia hanno raggiunto un’altitudine di 87,2 km prima di tornare a terra e atterrare allo Spaceport America.

Benché si sia trattato di un volo concluso con successo, l’azienda non ha fornito alcun dettaglio sulle prestazioni di SpaceShipTwo, ma ha dichiarato di aver approvato i piani per la missione Galactic 01 solamente dopo una attenta analisi dei dati di volo e una dettagliata ispezione dei veicoli coinvolti. Ci permettiamo di ricordare che il probabile profilo di volo della prossima missione ricalcherà quanto già visto nel corso dei precedenti lanci e vedrà il raggiungimento di un apogeo a circa 80 km di altitudine, traguardo che è considerato “spazio” solamente dall’aeronautica statunitense e dalla FAA.

Ad oggi, Virgin Galactic non ha ancora rivelato chi piloterà VSS Unity e il suo aereo madre, VMS Eve, nelle missioni Galactic 01 e Galactic 02, così come non sono ancora stati ufficializzati i nomi dei ricercatori italiani o degli astronauti privati assegnati a quei voli. La compagnia ha affermato che i dettagli relativi all’equipaggio sarebbero stati annunciati prima di ogni missione, senza specificare di quanto.
Gli italiani che nel 2019 si preparavano ad affrontare il volo erano il colonnello Walter Villadei, al comando della missione, il tenente colonnello Angelo Landolfi, esperto di medicina aerospaziale, entrambi dell’Aeronautica Militare, e l’ingegner Pantaleone Carlucci del CNR. È possibile che ci sia anche un altro italiano a bordo: Nicola Pecile che ha ricoperto il ruolo di pilota di VSS Unity nel volo di collaudo Unity 24 e di VSS Eve in altri voli precedenti.

Il volo Unity 25 non ha avuto una copertura video da parte della compagnia, ma solo qualche aggiornamento sui principali social media. Al contrario, i voli Galactic 01 e Galactic 02 saranno trasmessi live sul web.

Fonte: Virgin Galactic

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.