Inizia lo sviluppo del NASA NEO Surveyor

Rappresentazione del telscopio spaziale NEO Surveyor

Il futuro telescopio spaziale all’infrarosso per il monitoraggio dei cosiddetti NEO (Near-Earth Object), ha recentemente superato una revisione programmatica da parte della NASA, che si è quindi impegnata a finanziarne lo sviluppo. Secondo gli accordi, inclusivi di rischi tecnici ed eventuali incertezze di budget, il costo base per lo sviluppo sarà di 1,2 miliardi di dollari e il lancio dovrà avvenire entro giugno 2028.

NEO Surveyor, precedentemente noto come Near-Earth Object Camera (NEOCam) e NEO Surveillance Mission, sarà il successore dell’attuale NEOWISE e incrementerà notevolmente lo sforzo di difesa planetaria dell’agenzia spaziale statunitense, rilevando e caratterizzando almeno il 90% dei potenziali oggetti celesti (asteroidi e comete), di dimensioni superiori a 140 metri e la cui traiettoria entra in un raggio di circa 50 milioni di chilometri dal nostro pianeta.
Grazie alla strategica e molto stabile orbita Halo intorno al punto lagrangiano L₁ del sistema Sole-Terra, NEO Surveyor sarà sempre in contatto con la Terra e in grado di inviare velocemente immagini a piena risoluzione.

Il telescopio di bordo, di 50 cm di diametro, opererà su due lunghezze d’onda infrarosse comprese tra 4 e 10 µm. Il rilevatore utilizzato sarà una versione modificata del noto Astronomical Wide Area Infrared Imager (HAWAII) dell’azienda Teledyne Imaging Sensors, già utilizzato a bordo del James Webb Space Telescope.
Il rilevatore avrà una risoluzione complessiva di 2048 × 2048 pixel e produrrà una mole di dati giornaliera pari a circa 10 gigabyte.
Per evitare complicazioni con il liquido refrigerante, come sta avvenendo con NEOWISE, per ottenere una buona performance i rilevatori saranno raffreddati passivamente a −243,2 °C (30 K) utilizzando tecniche già consolidate sullo Spitzer Space Telescope.

La missione sarà realizzata dal NASA Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena in California, mentre i dati saranno analizzati e investigati dall’Università dell’Arizona con sede a Tucson.

Fonte: NASA.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.