Esploso in volo il razzo commerciale cinese Hyperbola

Traiettoria anomala e esplosione del razzo. Credit: @sumojiu Aerospace.

Uno dei grossi cambiamenti che ha caratterizzato il settore astronautico dall’inizio di questo secolo è stata l’apertura del mercato dei lanciatori alle aziende private. Non che prima non ce ne fossero, ma erano essenzialmente legate alle attività delle agenzie spaziali nazionali. Le attività commerciali in orbita terrestre hanno letteralmente aperto un nuovo settore di mercato che piano piano si sta allargando in tutto il mondo; ormai sono centinaia le aziende che si stanno cimentando nella progettazione o realizzazione del proprio razzo vettore, ma solo poche hanno raggiunto il successo e la stabilità economica per mantenersi.

Dal 2014 anche la Cina ha liberalizzato il settore dei lanci alle aziende private, al momento solamente per quanto riguarda l’invio di payload leggeri. Un’azienda spaziale non nasce dal nulla, o almeno è così la maggior parte delle volte. Le aziende cinesi che si sono avventurate nel settore aerospaziale hanno ricevuto indirettamente il supporto delle istituzioni, non solo per quanto riguarda eventuali finanziamenti ricevuti, ma soprattutto per quel che concerne il know-how, il trasferimento di conoscenze da parte di enti statali addentro nel settore, avvenuto per lo più permettendo che dipendenti statali di alto profilo potessero intraprendere una carriera privata portando con sé le conoscenze acquisite.

Le decorazioni esterne del razzo. Credit: China Aerospace.

Nonostante ciò, i successi languono. Forse col tempo le cose cambieranno, ma al momento le aziende private cinesi che hanno effettuato lanci orbitali con successo si contano sulle dita di una mano. Si tratta di iSpace e Galactic Energy, entrambe con un solo lancio orbitale di successo all’attivo.

Questa settimana iSpace ha tentato il bis, fallendo. Il 1 febbraio alle 9:15 CET di mattina (le 16:15 in Cina) iSpace ha lanciato il suo secondo esemplare di razzo Hyperbola dal centro di lancio di Jiuquan, uno spazioporto militare nell’entroterra cinese. Il volo non è stato neanche preannunciato né in maniera pubblica né via social, come suole fare chi ama pubblicizzare le proprie attività. L’unico segno notato dagli influencer specializzati in attività aerospaziali è stato un anomalo NOTAM, NOtice To AirMen, un avviso compatibile con il lancio di un razzo spaziale.

NOTAM improvviso 3 ore prima del lancio.

Il vettore all’apparenza presentava dei cambiamenti funzionali minori rispetto all’Hyperbola lanciato con successo nel 2019, pur mantenendo la stessa suddivisione strutturale in quattro stadi. In dettaglio, si tratta di un lanciatore con 3 stadi a propellente solido e il quarto stadio a combustibili liquidi, per un altezza totale di poco meno di 21 metri e un diametro di soli 1,4 metri. Un lanciatore molto leggero, capace di portare piccoli carichi in orbita per un peso totale massimo di 300 kg.

L’aspetto estetico è stato curato in modo particolare. È stato chiamato Xu Bing, un artista locale, per le decorazioni esterne; a bordo, come parte del carico da mandare in orbita, c’era anche una sua opera in metallo Tianshu, il Libro del Cielo. Il resto del carico utile era costituito da un piccolo satellite denominato Ark-2, un CubeSat a 6 unità dimostratore tecnologico per riportare a Terra esperimenti scientifici svolti nello spazio. Entrambi sarebbero dovuti essere rilasciati in orbita polare eliosincrona.

Il carico a bordo.

Purtroppo pochi secondi dopo il lancio, il vettore è esploso. Ancora non si hanno dettagli sui motivi tecnici che hanno portato al fallimento, ma l’esplosione sembra che sia avvenuta all’incirca quando il vettore ha raggiunto il max q, il momento in cui il razzo è sottoposto alla maggiore pressione dinamica. Questo è stato il primo fallimento di un volo spaziale orbitale nel 2021, dopo i 7 successi del mese di gennaio.

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Gianmarco Vespia

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