La missione NS-14 di New Shepard porta Blue Origin più vicina ai voli commerciali

ns-14 landing
Il razzo New Shepard mentre atterra nella zona di lancio 1 in West Texas. Credit: Blue Origin

Lo scorso 14 gennaio alle ore 11:19 locali, le 18:19 italiane, il lanciatore New Shepard di Blue Origin è decollato con successo dalla base di lancio 1 in West Texas. La missione NS-14, la quattordicesima della serie, ha permesso di testare alcune importanti novità riguardanti la capsula che permetterà ai futuri turisti astronauti di vivere alcuni minuti di assenza di gravità nello spazio.

Otto minuti dopo il decollo il vettore New Shepard, spinto dal singolo motore BE-3PM alimentato da idrogeno e ossigeno liquidi, è atterrato nella zona designata poco distante dalla rampa di lancio e due minuti più tardi anche la capsula si è posata dolcemente nel deserto texano completando così con successo l’intera missione.

La nuova capsula di Blue Origin pochi istanti prima di atterrare nel deserto Texano. Credit: Blue Origin

Come dichiarato da Blue Origin il vettore New Shepard, al suo primo utilizzo, ha seguito una traiettoria di lancio suborbitale raggiungendo una quota massima di 105 km sopra il livello del suolo (106 km sopra il livello medio del mare), poco sopra i 100 km della linea di Von Kármán che convenzionalmente segna l’inizio dello spazio. La capsula ha raggiunto una quota leggermente superiore di 107 km sopra il livello medio del mare raggiungendo la velocità massima di 3.609 km/h durante la fase di ascesa.

Il profilo di volo del razzo New Shepard. Credit: Blue Origin

Il test è stato realizzato con un vettore e una capsula completamente nuovi e ha segnato un passo fondamentale per rendere finalmente concreto il progetto di far volare turisti astronauti, come affermato da Ariane Cornell, direttrice del reparto commerciale per voli suborbitali e orbitali di Blue Origin. La capsula infatti è stata aggiornata con una serie di elementi per rendere più sicura e confortevole l’esperienza che i passeggeri potranno vivere. Sono stati infatti aggiunti altoparlanti e microfoni push-to-talk su ogni sedile per permettere a ogni passeggero di parlare con il centro missione, un nuovo sistema di allarme con un pannello dedicato per ogni sedile al fine di trasmettere in modo chiaro eventuali messaggi di sicurezza agli astronauti, nuovi rivestimenti fonoassorbenti per ridurre i rumori all’interno della capsula e un nuovo sistema di controllo ambientale per regolare la temperatura interna e prevenire che le finestre si appannino durante l’intero volo. La capsula può portare fino a sei astronauti ed è caratterizzata da ampie finestre per garantire una visione ottimale della curvatura terrestre e, grazie all’elevato spazio disponibile, circa 15 m³, permetterà ai futuri passeggeri di provare l’esperienza della microgravità per pochi minuti. È stato infine testato anche un nuovo assetto di volo che ha permesso al lanciatore di ruotare su sé stesso di circa 2-3 gradi al secondo al fine di garantire una visione a 360° del paesaggio spaziale a tutti gli occupanti, come si può notare dal video qui riportato.

La vista della curvatura terrestre dalla capsula. Credit: Blue Origin

Durante il volo della missione NS-14 uno dei sedili è stato occupato dall’ormai veterano “Mannequin Skywalker”, un manichino opportunamente dotato di sensori e strumentazione varia che ha già volato in precedenti missioni di prova con lo scopo di misurare in ogni istante le accelerazioni e le condizioni a cui saranno sottoposti i futuri astronauti.

Con il successo di questo lancio Blue Origin, la società aerospaziale fondata nel 2007 dal miliardario Jeff Bezos proprietario di Amazon, è sempre più vicina a effettuare i primi voli suborbitali commerciali. Come riportato da alcune indiscrezioni, infatti, la missione NS-14 è stata la prima di una serie di due voli di test in configurazione quasi definitiva, poiché è stata raggiunta una maturità tecnologica del vettore e della capsula per la quale non sono previsti cambiamenti significativi nei prossimi test. L’ambizioso piano di Blue Origin prevede quindi di svolgere un ulteriore volo di prova, la missione NS-15, entro la fine di febbraio e di svolgere la prima vera missione con astronauti a bordo sei settimane dopo o comunque entro il prossimo aprile. Le stesse indiscrezioni riportano inoltre che il prossimo test permetterà di completare la revisione del software di volo e che sarà altresì effettuato un test di imbarco e sbarco passeggeri in vista dell’imminente volo commerciale.

Infine, è curioso segnalare come in questo volo abbiano raggiunto lo spazio anche più di 50.000 cartoline inviate da studenti di tutto il mondo all’organizzazione no-profit Club for the Future fondata da Blue Origin nel 2019 con l’obiettivo di ispirare i bambini a perseguire una carriera nelle discipline scientifiche e a immaginare soluzioni per usare lo spazio a beneficio della Terra.

Fonte: Blue Origin, Space.com

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Commenti

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Giacomo Zanardi

Atleta, Allenatore, Ingegnere spaziale. Adoro mangiare e viaggiare, correre, andare in bicicletta, raggiungere le vette delle montagne. Un po' sognatore, un po' con la testa tra i pianeti, ma con i piedi per Terra

2 Risposte

  1. Graniero Gerardo ha detto:

    Salve a tutti,
    Coincidenza :
    Durante le missioni Apollo il LEM faceva la stessa cosa di Blue Origin ma al contrario .
    Il LEM atterrava sulla luna e poi ripartiva.
    Blue Origin parte dalla terra e poi riatterra.
    Curiosa riedizione al contrario

  2. MayuriK ha detto:

    Sono contento che dopo questo lancio ci si avvicini al debutto commerciale, era ora!