Aggiornamenti dal sistema solare: agosto 2019

È stata la Luna a essere sotto i riflettori in questo agosto 2019. Una nuova missione indiana è attiva intorno al nostro satellite, mentre è ancora incerto il destino del lander e del rover. Soprese interessanti anche dalla missione cinese Chang’e 4.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

La prossima missione di esplorazione del sistema solare dovrebbe essere cinese. Chang’e 5 rappresenterà il culmine del programma di esplorazione robotica cinese della Luna, con la raccolta e l’invio a terra di campioni di suolo lunare. Il volo di Chang’e 5 era previsto per dicembre, ma è vincolato al successo del ritorno in volo del lanciatore pesante Lunga Marcia 5. Il lancio di quest’ultimo doveva avvenire a luglio, ma ha subito uno slittamento a dicembre per il quale non sono state date spiegazioni. Chang’e 5 slitterà quindi sicuramente al 2020; è però presto per conoscere date precise.

Nella prossima estate (luglio-agosto 2020) si aprirà anche la biennale finestra di lancio per Marte. Ai blocchi di partenza c’è innanzitutto il rover della NASA Mars 2020 che, insieme al suo elicottero-drone, procede speditamente verso il lancio.

In casa europea abbiamo invece il lander Kazačok con il rover Rosalind Franklin della missione ESA/Roscosmos ExoMars 2020. Purtroppo al momento non ci sono buone notizie, visti i numerosi problemi al paracadute durante i test. Vedremo gli sviluppi nei prossimi mesi. Nel frattempo il rover ha terminato l’integrazione dei vari componenti ed è stato trasferito in Francia per gli ultimi test ambientali.

Ci sono poi l’orbiter degli Emirati Arabi Uniti Al-Amal e l’ambiziosa missione cinese, che si dovrebbe comporre di orbiter e rover. Per quest’ultima non abbiamo notizie fresche ma il fatto che anch’esso dovrà utilizzare un Lunga Marcia 5 non fa ben sperare.

Esplorando la Luna

È in orbita lunare la missione indiana Chandrayaan 2, che ad agosto ha finalmente iniziato la propria missione di esplorazione del nostro satellite. È invece ancora incerto il destino del lander Vikram e del rover Pragyan che, dopo essersi separati dalla sonda madre e aver percorso quasi tutta la traiettoria verso l’atterraggio nei pressi del polo sud lunare, hanno perso i contatti con la Terra. Secondo ISRO, l’agenzia spaziale indiana, ci sono immagini che mostrerebbero il lander intatto (ma forse capovolto) sulla superficie; sono tuttora in corso dei tentativi per ripristinare le comunicazioni.

Sulla superficie del nostro satellite è terminato anche il nono giorno lunare di operazioni scientifiche per la missione Chang’e 4, dell’agenzia spaziale cinese. Sia il lander sia il rover, Yutu 2, sono stati messi in ibernazione il 6 settembre nel cratere Von Kármán, sul lato nascosto della Luna, e dovrebbero risvegliarsi il 22 dello stesso mese per il decimo giorno lunare. Il rover ha ormai percorso circa 285 m dall’inizio della missione e ci sono notizie di scoperte molto interessanti sulla superficie lunare. Le comunicazioni con la Terra sono garantite dal satellite ripetitore Queqiao, in orbita presso il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.

A continuare l’esplorazione orbitale del nostro satellite ci sono anche il Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) e ARTEMIS (2 sonde, NASA), mentre sulla superficie lunare dovrebbe essere ancora attivo almeno uno strumento del lander cinese Chang’e 3, cioè il telescopio all’ultravioletto.

Nel sistema solare interno

La missione ESA/JAXA BepiColombo è in viaggio verso Mercurio. Si compone di tre elementi: il Mercury Transfer Module (MTM), che trasporta le due sonde vere e proprie e il Mercury Planetary Orbiter (MPO), ambedue dell’ESA, così come il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) della JAXA. Dopo una serie di manovre iniziali effettuate con il propulsore elettrico BepiColombo è ora in una lunga fase di trasferimento. Il prossimo evento sarà il flyby della Terra ad aprile 2020, mentre il primo sorvolo di Venere, durante il quale la sonda testerà alcuni degli strumenti scientifici, avverrà l’ottobre successivo.

Parker Solar Probe (NASA), sonda progettata per lo studio della nostra stella, ha compiuto il suo terzo passaggio ravvicinato del Sole lo scorso 1º settembre a una distanza simile ai primi due. La sonda terminerà l’anno con il secondo sorvolo di Venere, che contribuirà a ridurre ulteriormente il raggio dell’orbita.

Orbita e posizione corrente al 1 settembre 2019 di Parker Solar Probe. Credit: NASA/Johns Hopkins APL High-Res Image

DSCOVR (Deep Space Climate Observatory) è una sonda gestita da NASA e NOAA per l’osservazione del clima terrestre e della meteorologia spaziale in orbita presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole dal 2015. Purtroppo la sonda è in safe mode dallo scorso 27 giugno per un problema al sistema di navigazione.

Altre missioni che continuano a studiare il sistema solare interno sono gli osservatori solari STEREO-A (Solar TErrestrial RElations Observatory, NASA), WIND (NASA), ACE (Advanced Composition Explorer, NASA) e SoHO (Solar and Heliospheric Observatory, NASA/ESA), l’osservatorio spaziale Gaia (ESA), la sonda in orbita venusiana Akatsuki (JAXA) e l’ex-missione lunare Chang’e 2 (CNSA).

Il telescopio della NASA Spitzer è invece in orbita eliocentrica. Per questa sonda, purtroppo, non ci sono buone notizie. La mancanza di nuovi fondi porterà l’agenzia spaziale americana a terminare la missione a fine gennaio 2020.

A caccia di asteroidi NEO (Near Earth Objects)

Hayabusa 2 (JAXA) sta esplorando il vicino asteroide Ryugu. Lo scorso 11 luglio la sonda ha completato con successo il secondo prelievo di campioni dalla superficie dell’asteroide dopo quello di febbraio. Entro fine anno la sonda ripartirà per riportare il prezioso carico a terra.

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx sta esplorando il suo asteroide, Bennu. Sta orbitando a circa 1 km di distanza dalla superficie, in una fase della missione chiamata Orbital-C. Nei prossimi giorni dovrebbe passare a una nuova fase, chiamata Recon, che prevede passaggi ravvicinati per studiare da vicino i quattro siti candidati per il prelievo dei campioni.

La flotta marziana

Siamo al sol 285 sulla superficie di Marte per InSight (NASA). I tecnici della NASA continuano a tentare di salvare la missione del penetratore termico HP3, progettato per scavare fino a 5 m nel sottosuolo marziano. La sonda ha appena ripreso i lavori dopo qualche giorno di pausa dovuto alla congiunzione solare.

Ha invece raggiunto il sol numero 2527 il rover della NASA Curiosity. Il Mars Science Laboratory ha recentemente effettuato un nuovo campionamento della superficie presso il sito denominato Glenn Etive 1. Il team di Curiosity ha ora in programma un nuovo campionamento nelle vicinanze, per uno studio più dettagliato dell’area.

Immagine del campionamento a Glenn Etive 1 ripresa da Curiosity con lo strumento MAHLI nel sol 2523. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Intorno a Marte ci sono anche Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), Mars Orbiter Mission (ISRO), MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution, NASA), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA), tuttora operative nelle loro missioni.

Nel sistema solare esterno

La sonda Juno (NASA) è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. Ha appena effettuato il passaggio ravvicinato PJ22 l’11 settembre (PJ sta per Perijove, ovvero il punto più vicino a Giove dell’orbita di Juno).

New Horizons (NASA) continua il suo viaggio nella fascia di Kuiper, dopo aver sorvolato 2014 MU69, l’asteroide meglio noto come “Ultima Thule”.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 147 UA dalla Terra (20 ore e 22 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 121 UA dalla Terra (16 ore e 49 minuti-luce).

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.