La NASA seleziona due possibili missioni scientifiche per il 2020

(C) NASA
Due missioni scientifiche di esplorazione del sistema solare si contenderanno la possibilità di essere lanciate nel 2020 come parte del programma New Frontiers dell’Agenzia Spaziale Americana.

Si tratta di una missione per prelevare e riportare sulla Terra un campione del nucleo di una cometa (Comet Astrobiology Exploration SAmple Return – CAESAR) e di una missione di esplorazione della luna di Saturno Titano, per mezzo di un drone in grado di volare nell’atmosfera di metano del satellite e di analizzare campioni del terreno prelevati da differenti punti sulla superficie (missione Dragonfly).

Le due missioni sono state selezionate fra le 12 proposte arrivate a maggio 2017, dopo l’invito effettuato su i seguenti 6 temi di ricerca proposti dalla NASA per la nuova missione del programma New Frontiers gestito dal Planetary Missions Program Office presso il Marshall Space Flight Center.

  • riportare sulla Terra un campione di una cometa
  • riportare sulla Terra un campione del bacino Aitken del polo sud lunare.
  • esplorazione di oceani extra-terrestri (Titano e/o Encelado)
  • esplorazione di Saturno
  • avvicinamento e esplorazione degli asteroidi Troiani
  • esplorazione in situ di Venere

Comet Astrobiology Exploration SAmple Return – CAESAR

Riproduzione artistica della sonda CAESAR. (C) NASA.

Dopo la straordinaria missione Rosetta dell’ESA, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko potrebbe ricevere la visita anche dalla sonda CAESAR, con l’obiettivo di prelevare un campione dal nucleo e di riportarlo sulla Terra allo scopo di farne analizzare la composizione per determinare l’origine e la storia della cometa.

Guidata dal professore Steve Squyres della Cornell University di Ithaca, New York, l’operatività della missione CAESAR, se selezionata, verrà  gestita presso il Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, Maryland.

Dragonfly

Il concetto della missione Dragonfly. (C) NASA.

La missione Dragonfly si compone di un lander simil-drone da inviare sulla superficie di Titano, in grado di volare nell’atmosfera di metano del satellite di Saturno in quanto dotato di 4 coppie di rotori.

La sonda sarà in grado di raggiungere  punti differenti della superficie, distanti anche centinaia di chilometri, allo scopo di estrarre campioni di cui analizzarne la composizione fisica.

Sarà inoltre possibile per la  sonda riprendere immagini ravvicinate di diversi siti della superficie di Titano, analizzare campioni dell’atmosfera e effettuare studi sismici e sulla evoluzione geologica della luna di Saturno.

Per questa missione, nel caso in cui venisse scelta, il gruppo di ricerca sarà coordinato da Elizabeth Turtle dello Applied Physics Laboratory (APL) della Johns Hopkins University di Laurel, Maryland, e sarà lo stesso APL a gestirne la missione.

Entrambe le missioni CAESAR e Dragonfly verranno finanziate dalla NASA fino alla fine del 2018 per sviluppare nei minimi dettagli i concetti delle missioni, essendo in programma nella primavera del 2019 il momento della scelta definitiva della missione da portare avanti per il lancio, attualmente pianificato per la metà del 2020.

La missione scelta diventerà la quarta missione del programma New Frontiers della NASA, un programma di esplorazione scientifica dei corpi del sistema Solare definito dai piani strategici e scientifici della NASA del 2014, sviluppato a fronte di un budget limitato a 850 milioni di dollari.

Le 3 missioni attuali del programma New Frontiers della NASA sono la missione New Horizons, la cui sonda ha incontrato il pianeta nano Plutone nel 2015 ed è attualmente diretta verso l’oggetto 2014 MU69 della fascia di Kuiper, la missione JUNO, per l’osservazione e lo studio di Giove, e la missione OSIRIS-REX, in viaggio per prelevare e poi riportare sulla Terra un campione dello asteroide Bennu.

Oltre alla scelta delle due proposte da portare avanti per definire la missione del 2020, la NASA ha comunque deciso di finanziare lo sviluppo delle missioni ELSAH (Enceladus Life Signatures And Habitability – traccie di vita e abitabilità di Encelado) e VICI (Venus In situ Composition Investigations – investigazione in situ della composizione di Venere), da destinare per la selezione di una successiva missione di esplorazione del sistema Solare.

Enceladus Life Signatures And Habitability (ELSAH)

Sotto la guida di Chris McKay dello Ames Research Center della NASA presso la Silicon Valley in California, e gestito dal Goddard Center della NASA, il concetto di questa missione prevede lo sviluppo di tecnologie a basso costo e prive di contaminazioni in grado di rilevare tracce di vita sulla luna di  Saturno Encelado.

Venus In situ Composition Investigations (VICI)

Per questa missione verrà sviluppato il concetto dello strumento Venus Element and Mineralogy Camera  che dovrà operare nelle proibitive condizioni della superficie di Venere.

Questa fotocamera piazzata su un lander effettuerà per mezzo di laser l’analisi mineralogica e misurerà la composizione elementare delle rocce della superficie di Venere.

La missione scientifica di VICI sarà sotto la responsabilità di Lori Glaze presso il Goddard Center della NASA.

Fonte: NASA.

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Commenti

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Giuseppe Corleo

Ingegnere meccanico per corso di studi, informatico in ambito bancario per professione, appassionato di tutto ciò che riguarda astronomia, astronautica, meccanica, fisica e matematica. Articolista del sito Astronautinews.it dal 2011.

Una risposta

  1. espirit ha detto:

    La missione dell’esplorazione in situ di Venere sarebbe fantastica, riuscire ad arrivare in superficie(se ho capito bene) e riuscire ad eseguire un qualsiasi tipo di analisi sarebbe incredibili visto le condizioni estreme di Venere