New Glenn: il lanciatore di Blue Origin guadagna il terzo contratto

Credit: Blue Origin

L’azienda di Jeff Bezos e la startup thailandese mμ Space, hanno rivelato, durante il sessantottesimo Congresso Astronautico Internazionale (IAC 2017), appena conclusosi ad Adelaide (Australia), di aver siglato un accordo per il lancio di un satellite in una delle prime missioni del nuovo lanciatore orbitale di Blue Origin.

Ci siamo accordati con mu Space – ha dichiarato Robert Meyerson, Presidente di Blue Origin – per il lancio di un satellite geostazionario a bordo di un New Glenn all’inizio del prossimo decennio. Siamo impazienti di collaborare con mu Space al servizio dei thailandesi e dei vicini abitanti dell’Asia e del Pacifico.

Connettività e turismo spaziale

Fondata nell’agosto 2017, mμ Space ha l’obiettivo di rispondere alla crescente domanda di servizi di comunicazione (connettività a larga banda, telefonia mobile, servizi televisivi) in Thailandia e nelle regioni vicine, servendosi di tecnologie terrestri e satellitari. L’oggetto del contratto con Blue Origin, da lanciarsi intorno al 2021, dovrebbe essere il primo satellite per comunicazioni operato direttamente dalla startup, che, al momento, non ne ha rivelato alcuna caratteristica.

È interessante notare che mμ Space si propone anche di introdurre il viaggio spaziale commerciale in Asia, attraverso il suo everyone Project. Probabilmente, anche su questo terreno – benché non sia emerso alcun commento in merito – potrebbero esistere le basi per una partnership con Blue Origin, che è ormai vicina a concretizzare il suo programma di turismo spaziale.

A prescindere da ciò, tra le due società esiste una profonda unità di intenti. Rallegrandosi per l’accordo raggiunto James Yenbamroong, CEO di mμ Space ha dichiarato:

Abbiamo deciso di collaborare con Blue Origin perchè siamo impressionati dalla vision della società e dal suo approccio ingegneristico. […] Mu Space condivide anche le posizioni di Blue Origin riguardo allo sviluppo di tecnologie spaziali che accelerino l’adozione di tecnologie innovative. Vogliamo offrire un accesso equo ai servizi di comunicazione per tutti e migliorare la qualità della vita sulla Terra.

Il “fenomenale” successo del New Glenn

Ma il New Glenn non può vantare nel suo carnet solo il contratto con una sconosciuta e neonata società asiatica. Benché il lanciatore sia ancora in piena fase di sviluppo (è stato presentato al pubblico appena un anno fa e il suo volo inaugurale è previsto non prima del 2020), è già stato prenotato – la notizia è del marzo scorso – da soggetti come Eutelsat, per il lancio di un satellite geostazionario e OneWeb, per la messa in orbita, in voli distinti, di cinque elementi della sua costellazione per la fornitura globale di Internet a banda larga.

Non a caso il Presidente Meyerson ha definito “fenomenale” la risposta incontrata dal New Glenn sul mercato, ricordando anche la recente decisione di modificare il progetto originario con l’adozione di un fairing di ben 7 metri, motivata proprio dalle richieste dei clienti. Questa scelta permetterà di destinare al payload più del doppio del volume disponibile con i fairing standard da 5 metri, rendendo possibile ospitare una coppia di grandi satelliti, con pannelli solari e antenne di ampie dimensioni, e semplificando i meccanismi di rilascio in orbita.

La costruzione del primo veicolo è ormai imminente. La nuova fabbrica, costruita alle porte del Kennedy Space Center, è quasi ultimata e nella prima settimana di dicembre, tecnici e operai vi si potranno trasferire.

L’area della nuova fabbrica di Blue Origin presso il Kennedy Space Center, quasi ultimata, ripresa dopo il passaggio dell’uragano Irma (che non ha prodotto danni significativi). Si notano sullo sfondo: a sinistra il Visitor Center e all’orizzonte il VAB. Credit: NASA/Bill White

Meyerson ha ricordato che anche la produzione e i test dei nuovi motori BE-4 hanno compiuto “progressi significativi” nel corso dell’anno. Evidentemente, l’incidente verificatosi nel maggio scorso (al quale non ha fatto cenno) non ha comportato un rallentamento dei lavori.

Motori BE-4 in produzione presso la fabbrica di Kent. Credit: Blue Origin

 

Fonte: Mμ Space

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Roberto Mastri

Collabora con AstronautiNEWS dal gennaio 2016

3 Risposte

  1. MayuriK ha detto:

    Molto bene, sono felice che anche Blue Origin inizi a crescere!