Anche la Cina andrà su Marte nel 2020

Credit: Xinhua

Sembra proprio che il 2020 passerà alla storia come l’anno di Marte. Sono già un buon numero i programmi di esplorazione robotica, orbitali e di superficie, che mirano a turbare la solitudine del pianeta rosso, durante la finestra di lancio che si aprirà tra circa quattro anni, dopo l’opposizione del 2018.

Il 2020 sarà infatti l’anno del nuovo rover della NASA, erede di Curiosity, ma anche della seconda parte del programma ExoMars, recentemente finanziato dalla “ministeriale” dell’agenzia spaziale europea. Sarà l’anno in cui partirà la missione Hope degli Emirati Arabi, ma in cui potrebbe anche avere luogo anche Mangalyaan-2, la seconda missione indiana, questa volta non solo orbitale. Non si può nemmeno escludere che la Red Dragon di SpaceX decolli più o meno nelle stesse settimane. L’impresa è stata ottimisticamente annunciata per il 2018, ma i persistenti ritardi del Falcon Heavy, che vanno ad assommarsi alle recenti difficoltà del Falcon 9, fanno pensare come molto probabile un rinvio.

Mockup in scala della sonda marziana cinese, composta da un lander (la parte superiore conica) e da un orbiter (in basso con i pannelli solari) esposto a Shanghai nel 2015. Credit: Xinhua

Con tutta probabilità anche l’agenzia spaziale cinese, che già nel 2011 ha tentato senza successo di raggiungere l’orbita marziana con la sonda Yinghuo-1, nell’ambito della missione russa Fobos-Grunt, sarà pronta nel 2020 a partire per il pianeta rosso con un progetto più ambizioso, che prevede anche l’atterraggio di un rover.

Mockup di un primo modello del rover marziano cinese esposto nel 2014. Credit: Xinhua

I mockup dell’orbiter e del lander hanno già fatto mostra di sé in occasione di varie esposizioni degli ultimi anni. In questo 2016, costellato da numerosi e significativi successi per il programma spaziale cinese, il progetto ha iniziato a definirsi in modo più preciso. Ora la Cina possiede un lanciatore adatto allo scopo, il Lunga Marcia 5, ed è in grado di programmare la partenza della sonda, composta di un orbiter e da un lander, dal centro spaziale di Wenchang, nell’isola di Hainan, tra il luglio e l’agosto del 2020.

Dopo un viaggio di circa sette mesi, il lander, di forma conica, si separerà dal veicolo orbitale per posarsi sulla superficie in un’area di bassa latitudine dell’emisfero settentrionale di Marte, ove il rover svolgerà la sua esplorazione.

Rappresentazione artistica della sonda per l’esplorazione di Marte. Credit: Xinhua

Quest’ultimo, del peso di circa 2 quintali e dotato di sei ruote, ricorda molto nell’aspetto il piccolo Yutu, deposto nel 2013 sulla superficie lunare da Chang’e 3, ma se ne distingue per le maggiori dimensioni e per i quattro pannelli solari, invece di due, di cui è dotato. Secondo il progetto, dovrebbe essere in grado di muoversi sul suolo marziano per almeno tre mesi.

Il rover cinese con i suoi quattro pannelli solari. Sullo sfondo la piattaforma del lander sopra il quale scenderà sulla superficie di Marte. Credit: Xinhua

La sonda sarà equipaggiata con 13 strumenti, tra cui una camera e un radar in grado di penetrare la superficie, che sarà utilizzata per studiare il terreno, l’ambiente e l’atmosfera di Marte, per ricavare informazioni sull’aspetto fisico del pianeta, la sua struttura interna e la distribuzione di acqua e ghiaccio.

L’agenzia cinese ha già fatto partire un concorso pubblico per decidere il nome e il logo della missione.

 

Fonte: Xinhua

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Roberto Mastri

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