Debutto perfetto per Orion
Venerdi 5 dicembre la nuova capsula NASA, ideata e sviluppata per missioni di lunga durata nel sistema solare, ha concluso perfettamente la sua prima missione, ammarando nell’Oceano Pacifico dopo un volo di 2 orbite decollato dalla Florida 4 ore e mezza prima.
«Il volo di oggi è un grande passo in avanti per NASA ed un importante fase del nostro lavoro per l’esplorazone dello spazio verso il pianeta Marte» ha commentato l’amministratore NASA Charlie Bolden, «Tutti hanno fatto un fantastico lavoro ed Orion è stato finalmente testato nell’ambiente per cui è stato progettato».
La missione EFT-1 (Exploration Flight Test 1), dopo lo scrub del giorno prima, era partita in perfetto orario alle 13.05 italiane dal Launch Complex 37 della Cape Canaveral Air Force Station, a bordo del vettore Delta IV Heavy 369 di ULA.
L’ascesa è durata circa 17 minuti, raggiungendo un’orbita di parcheggio fortemente ellittica di 185 x 888 km. Dopo un’ora e 38 minuti è stato acceso per la seconda volta il motore RL-10B del secondo stadio che, bruciando per 4 minuti e 42 secondi, ha portato alle 16,10 italiane il complesso con la capsula fino ad un’altitudine massima di 5800 km.
Poco prima del rientro verso la Terra la capsula si è separata dal modulo di servizio/secondo stadio posizionandosi quindi nel classico assetto per il rientro con lo scudo termico in avanti.
La velocità massima raggiunta è stata di oltre 32.000 Km/h e, a causa dell’attrito con la sempre più densa atmosfera terrestre, la temperatura dello scudo ha raggiunto i 2200°c, mentre il consueto black-out delle comunicazioni, dovuto all’interferenza del plasma intorno alla capsula, è durato poco più di 2 minuti.
Intorno ai 500 km/h e 7,5 km di altitudine è iniziata la sequenza finale di rientro con i due piccoli paracadute pilota che hanno stabilizzato l’assetto della capsula, seguiti poco dopo dai tre principali che hanno rallentato la discesa fino allo splashdown alla velocità di 27 Km/h, avvenuto alle 17,29 italiane.
Orion è stato subito raggiunto dalle squadre di recupero della U.S. Navy che però hanno dovuto attendere circa un’ora prima di approciarlo definitivamente aspettando il completo power down di tutti i sistemi.
Mark Geyer, Orion Program Manager, si è detto pienamente soddisfatto del test, “Abbiamo portato la capsula ai limiti operativi ed immediatamente inizieremo l’analisi di tutti i dati raccolti per poter migliorare la prossima capsula, che volerà tra qualche anno sul nuovo vettore SLS per la missione EM-1 intorno alla luna”.
Anche se questa missione non aveva equipaggio, era dal primo volo dello Shuttle Columbia (12 aprile 1981), che la NASA non testava più in orbita un nuovo veicolo spaziale manned ed era dal rientro di Apollo 17 (19 dicembre 1972) che un veicolo manned non attraversava più le Fasce di Van Allen e rientrava a Terra a così alta velocità.
Fonte: NASA, Nasa Space Flight, Space Flight 101
Foto credits: NASA, U.S. Navy
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