Il pentagono rivede l’utilizzo di motori russi nei lanci degli Atlas V

In un’audizione al sottocomitato della difesa della House Committee on Appropriations (il comitato della Camera dei Rappresentanti che controlla le spese governative) il Segretario della Difesa (il nostro Ministro della Difesa) Chuck Hagel ha affermato che il Pentagono intende rivalutare l’utilizzo dei motori RD-180 costruiti in Russia.

Si tratta di motori a propellente liquido, kerosene e ossigeno liquido, con doppia camera di combustione e doppio ugello derivati dal motore RD-170. Il motore ha un proprio sistema di controllo idraulico dell’orientamento e la sua spinta può essere modulata fra il 40% e il 100%. Attualmente sono prodotti da una joint venture fra l’azienda russa NPO Energomash e l’americana Pratt & Whitney e equipaggiano il razzo vettore Atlas V gestito dalla United Launch Alliance (ULA) che viene utilizzato per la messa in orbita di molti satelliti di vitale importanza per i militari e, di conseguenza, per la sicurezza della nazione.

Hagel ha dichiarato testualmente: “Ci stiamo preparando a rivedere questo problema, non ci sono dubbi su questo.”

Alla stessa audizione ha partecipato anche Michael Gass, presidente e capo operazioni della ULA, che ha assicurato la commissione sul fatto che la compagnia ha nei suoi magazzini sul territorio degli Stati Uniti motori sufficienti a coprire i manifesti di lancio del vettore per più di 2 anni. Gass ha tenuto a precisare anche che la sua azienda ha “comprato tutti i progetti e le specifiche di progetto, portando il tutto nel paese”, e di più ha dimostrato “di essere capace di prendere in mano questi progetti e relative specifiche” e di riprodurre i motori, se necessario.

 

Il motore RD-180 prodotto in Russia

Il motore RD-180 prodotto in Russia

Queste le sue parole: “Abbiamo investito centinaia di milioni di dollari per dimostrare che abbiamo la capacità di costruire questo stesso identico motore.”

Il dibattito e le preoccupazioni del Segretario della Difesa sono scaturite, abbastanza ovviamente, dal continuo aumento di tensione fra Stati Uniti e Russia a proposito della crisi in Crimea sfociata nell’annessione della penisola ucraina da parte del paese ex-sovietico contro il parere di tutto il mondo occidentale.

Fonte: ParabolicArc

 

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Rudy Bidoggia

Appassionato di spazio e di tutto ciò che è scienza dalla tenera età, scrive dal 2012 per AstronautiNews. Lavora come tecnico informatico presso un'azienda metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia.