Problemi al secondo stadio del Falcon 9 fanno ipotizzare un’esplosione (e vedere gli UFO)

Il lancio del nuovo Falcon 9 di SpaceX, avvenuto il 29 settembre scorso, è stato tutto sommato un successo.
Nonostante la prova di riaccensione del motore del secondo stadio non sia andata a buon fine, i satelliti CASSIOPE, POPACS 1, 2 e 3, CUSat 1 e 2 e DANDE sono nell’orbita voluta e si sono palesati dei riscontri più o meno positivi sui test tanto cari ad Elon Musk: quelli relativi alla progettazione di un razzo vettore completamente recuperabile e riutilizzabile.

Qualche osservatore amatoriale sospetta però la possibile esplosione del secondo stadio del Falcon 9 V1.1, deputato all’immissione in orbita geostazionaria del carico utile.

Il blogger Christy Robert ha riportato sul suo sito www.Zarja.info/blog i dati diffusi da Space-Track (sito web di un programma di osservazione satellitare che riceve e diffonde i dati orbitali del NORAD), che effettivamente segnalano allo stato attuale 20 oggetti invece degli 11 preventivati (i satelliti, gli spaziatori del payload ed il secondo stadio).

Roberts calca la mano sull’ipotesi dell’esplosione, puntando il dito anche sul filmato trasmesso da SpaceX ed interrotto in più punti dal messaggio “Awaiting Vehicle Downlink” affermando che queste interruzioni siano state deliberatamente create (ammantando la rispettabile ma comunque opinabile ipotesi, di un alone complottista che poco giova alla questione) e  fornendo un diagramma che mostrerebbe la natura violenta del distacco di questi pezzi.

La società del Sig. Musk in questo momento non ha bisogno di rumors, infatti SpaceX smentisce l’accaduto ufficialmente, annunciando che tutti i sistemi ed i dati in possesso mostrano dei parametri che non denunciano minimamente l’esplosione del secondo stadio, che le osservazioni di Space-Track a volte possono presentare delle incongruenze e che potenzialmente gli oggetti in eccesso potrebbero essere nient’altro che dei pezzi di materiale isolante distaccatisi dai serbatoi durante le operazioni di venting (scarico di carburante in eccesso) effettuate dopo la mancata riaccensione del secondo stadio. Il materiale in questione infatti è si di piccola dimensione ma comunque con una certa capacità di riflettere i segnali radar, ed è probabile che sia stato scambiato dal sistema di sorveglianza del NORAD come ulteriori oggetti in orbita.

Un botta e risposta tra la grande azienda e l’appassionato blogger che ha focalizzato l’impegno degli osservatori amatoriali e non, impegnati a venire a capo di questo dilemma e dipanare ogni dubbio.

SpaceX è in questo periodo molto sensibile a ciò che si dice del Falcon 9 soprattutto sulla capacità di poter riavviare il motore del secondo stadio, dato che con il prossimo lancio dovrà portare in orbita geostazionaria il satellite per telecomunicazioni SES-8. Yves Feltes, portavoce della SES, ha rinnovato la fiducia alla SpaceX ma rimanda la consegna del payload in attesa di un rapporto tecnico relativo ai problemi di riaccensione.
Secondo in lista per l’orbita geostazionaria sarà il Thaicom-6, quindi la questione si fa ancora più pressante.

Dissolvere completamente le ipotesi ormai fatte sulla presunta esplosione a quanto pare però non è semplice quanto sembra. Gli osservatori

Il secondo stadio del vettore Falcon 9 avvolto da un particolare riflesso lenticolare dovuto al carburante in eccesso scaricato. Fonte wikkit.tumblr.com

Il secondo stadio del vettore Falcon 9 avvolto da un particolare riflesso lenticolare dovuto al carburante in eccesso scaricato. Fonte wikkit.tumblr.com

satellitari più esperti rimangono cauti nelle affermazioni. Sarà infatti necessario osservare per un po’ di tempo il moto dei satelliti appena messi in orbita, del vettore e di tutte le altre parti, attualmente troppo vicine per poter essere distinte e classificate con certezza assoluta. Se eventualmente ci

fosse stata una esplosione, questa dovrebbe essere avvenuta poco dopo le operazione di venting (tra l’altro osservate e documentate). Bisognerà quindi valutare e misurare la discrepanza tra le orbite dei satelliti (in orbita nominale) e dei debris in questione sul medio/lungo termine.

Tra l’altro, “curiosamente”, l’osservazione del fly-by del secondo stadio ammantato della luce riflessa dal carburante ha fatto credere a molte persone in Madagascar e Australia di aver osservato il volo di un UFO.

Tempo al tempo insomma, intanto però SpaceX dovrà comunque rendere conto ai contractors della mancata accensione. Per il resto se ne occuperà la comunità amatoriale mondiale che al momento rimane realista, indipendente e poco propensa al sensazionalismo. Rimandiamo a Forum Astronautico per gli aggiornamenti e gli sviluppi che verranno a seguire.

Fonti: Zarja.info; parabolicarc.com; spacenews.com; businessinsider.com; satorbs.org

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Raffaele Di Palma

Raffaele collabora con AstronautiNEWS dal giugno 2013. Twitter @RaffaeleDiPalma