Esplosione del Proton: il punto sulle indagini

Un articolo del sito parabolicarc ci offre lo spunto per un aggiornamento sullo stato delle indagini sulle cause dell’esplosione del razzo Proton avvenuta pochi istanti dopo il decollo il due luglio scorso.
Il vice-premier russo Rogozin ha annunciato l’istituzione di un panel di esperti “terzi”, estranei tanto alle cause dell’incidente quanto al centro produttivo di Khrunichev, per revisionare l’intera catena produttiva all’interno dello stabilimento dove il Proton-M era stato fabbricato, insieme ad altri vettori e stadi superiori che a partire dal 2010 hanno causato non pochi problemi all’agenzia spaziale russa.
Intanto, secondo il sito russianspaceweb, i tecnici avrebbero individuato le cause dell’incidente: alcuni sensori di velocità angolare montati in modo errato. Ognuno di questi elementi ha una freccia che ne determina l’orientamento (deve puntare verso l’alto del veicolo), ma tra i rottami dell’esplosione ne sono stati trovati alcuni con la freccia orientata verso la coda del razzo. Come conseguenza, il sistema di controllo dell’assetto ha ricevuto dati completamente errati sull’orientamento del missile, e, interpetandoli come un grave problema di volo, ha dato il via ad una serie di inutili manovre correttive che hanno provocato il disastro. Identificati i componenti, è stato possibile risalire a colui che li aveva montati, un giovane tecnico che ora, oltre al probabile licenziamento in tronco, dovrà affrontare anche un processo penale con una pena potenziale di tre anni di carcere. Tutto ciò non costituisce certo uno stimolo per coloro che volessero entrare nell’industria aerospaziale russa, che deve affrontare velocemente un problema di ricambio generazionale: le paghe sono basse, e, in caso di grave errore, le conseguenze possono essere terribili.
Il Proton esploso era stato consegnato a Bajkonur nel 2011, e Rogozin ha sottolineato che all’epoca non era ancora entrato in funzione il nuovo sistema di controllo qualità da lui fortemente voluto, improntato ad un approccio in stile “militare” che aveva dato ottimi frutti durante l’era sovietica.
Resta il fatto che il missile difettoso ha superato le ispezioni visive (come detto, sul componente è stampigliata una freccia che ne indica la corretta posizione), mentre i test elettrici/elettronici non hanno restituito alcun allarme, visto che gli elementi funzionavano regolarmente, almeno dal loro punto di vista.
Il missile Proton dovrebbe essere sostituito a breve dal nuovo razzo Angara; la speranza è che il ridotto numero di lanci che rimangono al Proton, unito ad un maggiore controllo qualitativo degli stessi, permetta la transizione verso il nuovo modello senza ulteriori incidenti.
Il fatto che anche Angara sia costruito da Khrunichev è certamente al centro delle attenzioni del ministro Rogozin, che ha il difficile incarico di restituire credibilità all’industria missilistica russa.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017