Curiosity conferma: viaggi verso Marte a forte rischio cancro per gli astronauti

Lo strumento RAD e il suo posizionamento su Curiosity

Lo strumento RAD e il suo posizionamento su Curiosity. (C) NASA/JPL

(L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale)

Le rilevazioni effettuate dal rover della NASA Curiosity durante il tragitto tra la Terra e Marte stanno fornendo all’ente spaziale americano le informazioni necessarie per progettare sistemi in grado di proteggere gli esploratori umani dalle radiazioni che incontreranno nelle missioni interplanetarie del futuro.

Lo strumento per la misurazione delle radiazioni a bordo del robot marziano, chiamato RAD (Radiation Assessment Detector), è il primo apparato di questo genere a studiare i livelli di radioattività durante il viaggio verso Marte, mentre esattamente come un equipaggio umano, era chiuso dentro la “conchiglia” metallica del modulo di trasporto. I dati raccolti permetteranno di ridurre il margine di incertezza riguardo le schermature necessarie per proteggere gli occupanti dei mezzi spaziali impiegati nelle future missioni espolorative.

Secondo Bill Gerstenmeier, Amministratore associato della NASA per l’esplorazione umana e le operazioni, le informazioni ottenute si aggiungeranno a quelle provenienti dagli esperimenti di fisiologia umana a bordo della ISS, e confluiranno nella progettazione della capsula Orion, destinata a trasportare esseri umani oltre l’orbita bassa terrestre, verso lo spazio profondo.

I dettagli riguardanti l’interpretazione dei dati raccolti sono stati pubblicati nell’edizione del 31 maggio della rivista Science, e indicano con chiarezza che se una spedizione venisse organizzata con gli odierni sistemi propulsivi (e, implicitamente, con gli stessi tempi di percorrenza), l’esposizione totale supererebbe il limite massimo stabilito per un astronauta nel corso della sua intera carriera.

Due sono le fonti di radiazioni nocive per la salute dei viaggiatori spaziali: i raggi cosmici, che derivano dalle esplosioni di supernovae e da altri eventi energetici al di fuori del nostro sistema solare; e le particelle emesse dal nostro Sole, espulse durante i brillamenti.

L’esposizione alla radiazione si misura in Sievert (Sv) o milliSievert (un millesimo di Sv). Studi di lungo periodo sulla popolazione hanno dimostrato che l’esposizione prolungata alle radiazioni aumenta le probabilità di contrarre il cancro. Esposizioni cumulative pari a 1 Sv, anche se distribuite su un periodo prolungato, causano un aumento del 5% delle probabilità di contrarre un cancro incurabile.

Le regole della NASA stabiliscono che un aumento del rischio pari al 3% è il livello non superabile per un astronauta di carriera che opera in missioni in orbita bassa terrestre. I dati dello strumento RAD riportano un’esposizione media di 1,8 milliSievert al giorno per la sola componente legata ai raggi cosmici, mentre il contributo della nostra stella non ha superato il 5% del totale. Va ricordato che la traversata del rover marziano è avvenuta durante un periodo di quiete degli undecennali cicli solari e che il rilevatore era schermato dalle protezioni del modulo di trasporto.

L’autore dello studio, il dott. Cary Zeitlin, tra i ricercatori di punta del Southwest Research Institute (SwRI) di San Antonio, Texas, (qui lo vediamo impegnato in una presentazione al SETI Institute su un argomento analogo) ha paragonato la dose assorbita da un astronauta, nel caso in cui intraprendesse il viaggio con le schermature standard attuali, all’equivalente di una TAC completa di tutto corpo ogni sei giorni. Le protezioni utilizzate oggi poi sono molto più efficaci con le particelle di origine solare che contro i raggi cosmici: per ripararsi in caso di brillamenti solari gli astronauti potrebbero infatti rifuguarsi in speciali aree delle astronavi o degli habitat marziani opportunamente rinforzate, ma ben poco si potrebbe fare contro i raggi cosmici, che hanno un potere penetrante estremamente maggiore.

Anche dopo l’atterraggio di Curiosiry su Marte RAD ha continuato a collezionare dati, misurando le radiazioni della superficie marziana e fornendo le letture agli scienziati della NASA  che si stanno occupando di progettare le future missioni abitate verso il pianeta rosso.

Il SwRI e la Christian Albrechts University di Kiel, Germania, hanno costruito lo strumento RAD su finanziamento del direttorato “Human Exploration and Operations” della NASA e dell’agenzia spaziale tedesca DLR “Deutsches Zentrum fur Luft- und Raumfahrt”.

Tutte le informazioni sulla missione di Mars Science Laboratory/Curiosity sono reperibili sul sito http://www.nasa.gov/msl

Fonte: NASA HQ

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.