Continua il Griffin pensiero

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

In un articolo pubblicato su Aviation Week, Mike Griffin analizza in modo molto dettagliato la situazione, e in particolare quella economica, in cui è convinto che l’ente non sia sottofinanziato, affermando che con il budget attuale considerandolo come congelato per i prossimi 50 anni, si potrebbero investire capitali pari a quelli di 3 programmi Apollo.
Nello specifico con il budget attuale ( come esempio si è preso quello del 2000) con 14 miliardi di dollari all’anno si possono tranquillamente finanziare i programmi per lo sbarco lunare, la costruzione della base permanente e infine lo sbarco su Marte come è stato pronosticato dalla Vision.
Nel 2022 possiamo avere un programma lunare stabile con tre missioni all’anno, di cui 2 verso una base permanente e 1 di esplorazione, più una missione "unmanned" per i rifornimenti e il trasporto di nuove attrezzature. In tutto saranno necessari tre lanci Ares I e quattro Ares V. Attualmente i piani assumono come realizzabile una capacità di 6 ton per il modulo che trasporta 4 membri di equipaggio e 30 ton per il "solo-cargo". I costi dovrebbero essere di 750 milioni di dollari per la missione umana e 525 milioni di dollari per quella cargo.
Queste cifre non comprendono i costi fissi di sviluppo del programma non direttamente collegabili ad una singola missione, questi dovrebbero essere di circa 1 miliardo di dollari all’anno, circa un terzo di quello che si spende oggi per lo Shuttle. In totale possiamo considerare un costo annuale di 4 miliardi di dollari per il programma lunare lasciando altri 4.8 miliardi di dollari allo sviluppo e alla ricerca.
Al termine dell’articolo Griffin analizza cosa è accaduto nel 1971 quando si è deciso di abbandonare il programma Apollo per concentrarsi sullo sviluppo dello Shuttle.
Considerando di voler continuare con due missioni Apollo all’anno, come era stato fatto nel ’71-’72, questo avrebbe avuto un costo, scalato all’inflazione odierna di 4.8 miliardi di dollari. Considerando poi che difficilemente si sarebbe rinunciato ad un programma in LEO e alla costruzione degli Skylab e considerando, 4 missioni per le rotazioni di equipaggio all’anno, e un nuovo modulo ogni 5 anni, utilizzando il Saturn-IB sarebbe costato 1.5 miliardi di dollari all’anno, che sommati al programma lunare fanno 6.3 miliardi di dollari all’anno per 6 missioni umane. Considerando che il budget annuale in quegli anni (1974-88) era in media di 10.5 miliardi di dollari all’anno, avrebbe voluto dire utilizzare il 60% del budget per attività manned. E probabilmente, con il senno di poi, questa secondo Griffin sarebbe stata la strada da seguire per continuare a sostenere un programma lunare a lungo termine e un programma in LEO soddisfacente, così non è stato fatto e dopo 40 anni risulta chiaro che qualche scelta non è stata la migliore.

  Questo articolo è copyright dell'Associazione ISAA 2006-2024, ove non diversamente indicato. - Consulta la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.