Marte è scomparso

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

È iniziata ieri la congiunzione eliaca, cioè il Pianeta Rosso è scomparso dietro al Sole.
Inutile aggiungere che tutte le comunicazioni con i nostri rappresentanti elettromeccanici che si trovano sulla superficie o in orbita attorno a Marte sono inesorabilmente interrotte a causa del disturbo radio prodotto dalla nostra Stella e soprattutto a causa della schermatura che quel globo di plasma incandescente produce sui deboli segnali che inviamo e riceviamo.

Per tutti i nostri veicoli, sia i rover che gli orbiter, c’è stata negli ultimi giorni una preparazione che consiste nel programmarli per attendere pazientemente che nuovi comandi arrivino da Terra compiendo semplici lavori di rilevazione e mantenendosi attivi.
Questo blocco delle trasmissioni durerà finché Marte non sarà riemerso dalla parte opposta al Sole, cosa che avverrà intorno a metà dicembre.
È un black-out che avviene circa ogni due anni terrestri e obbliga i vari team di ricerca ad una sospensione forzata delle operazioni.

Per esempio i tecnici che seguono l’High-Resolution Imaging Science Experiment, anche conosciuto come HiRISE (strumentazione a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter per la ripresa di immagini ad altissima definizione) interrompono le operazioni per le prossime tre settimane.
Spirit è stato programmato per raccogliere dati con lo spettrometro Moessbauer, puntando costantemente una roccia. Entrambi i robot, Spirit ed Opportunity, saranno parcheggiati per almeno due settimane.

Per Phoenix, invece, l’avventura era già terminata il 27 ottobre, con ultimo contatto avuto il 2 novembre, quando la sonda veniva sopraffatta da una tempesta di polvere che le impediva di proseguire il suo lavoro. La missione costata 420 milioni di dollari ha brillantemente chiuso i primi 90 giorni ed ha avuto una estensione di 8 milioni di dollari e 61 Sol, giorni marziani.
Durante i 151 Sol totali ha ripreso oltre 25’000 fotografie ed ha raccolto una tale mole di dati che ci vorranno molti mesi, forse anni, per elaborarli.

Il fascino che questo pianeta conserva rimane costante nel genere umano ed ogni occasione è buona per studiarlo sempre più da vicino.
Nuove sonde e rover si stanno preparando a partire fra cui il Mars Science Laboratory della NASA ed ExoMars dell’ESA.
Ci vorranno ancora molti anni, ma certamente l’Uomo arriverà a posare il suo piede su quel pianeta coperto di polvere rossastra.

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Luigi Morielli

Luigi ha collaborato con AstronautiNEWS fino al luglio 2010. Da allora si e' trasferito in pianta stabile sul suo blog personale Astrogation - http://astrogation.blogspot.com - e cura la rubrica di Astronautica sulla rivista Coelum.