Un Big Bird in esposizione per un giorno

Con un preavviso di pochissime ore, l’Udvar Hazy Center di Chantilly, Virginia, facente parte del National Air and Space Museum di Washington ha esposto al pubblico, per una sola giornata, un satellite spia KH-9 “HEXAGON”.
L’esposizione è avvenuta ieri, Sabato 17 Settembre in onore del cinquantesimo anniversario del National Reconaissance Office (NRO). Ne dà notizia un articolo di Keith Cowing pubblicato su speceref.com il 17 Settembre stesso.

La famiglia dei Big Birds, così come venivano chiamati i satelliti KH-9 HEXAGON, era una serie di satelliti da ricognizione fotografica lanciata dagli Stati Uniti fra il 1971 ed il 1986. Di 20 lanci tentati dall’United States Air Force ne è fallito solamente uno. Le pellicole fotografiche trasportate dall’enorme satellite venivano paracadutate sulla Terra con una capsula, per il loro sviluppo e la loro interpretazione. Il KH-9 disponeva di quattro capsule per il rientro delle pellicole che venivano periodicamente caricate in maniera automatica con i film impressi.
I satelliti KH-9 HEXAGON erano ufficialmente conosciuti come Broad Coverage Photo Reconnaissance Satellites (Code 467), sono stati costruiti dalla Lockheed Corporation per l’USAF ed erano lunghi circa 18 metri e larghi circa 3 metri, e principalmente hanno svolto le proprie osservazioni sul territorio sovietico.

Cowing nel suo articolo ha osservato che il veicolo esposto, che ovviamente non aveva mai volato, era mancante dei pannelli solari e delle ottiche, ed anche altri componenti erano stati rimossi. Inoltre, erano state praticate delle aperture sui suoi lati, chiuse da dei finestrini. A parte questo, il Big Bird appariva veramente in buone condizioni. Una delle capsule da rientro era stata posizionata in modalità “esplosa”, mostrando la sezione del retro razzo, il compartimento del payload rivestito dalla copertura termica in mylar ed oro e lo scudo termico.

La famiglia dei satelliti KH-9 ha rappresentato un notevole balzo in avanti per le ambizioni di space reconaissance statunitensi. La fotocamera di cui erano dotati i Big Bird consisteva in due camere Perkin-Elmer “Twister” a specchi rotanti del diametro di 152 cm ciascuno, in grado di operare individualmente o in coppia per produrre immagini stereoscopiche. Le camere potevano coprire una zona di 60 gradi per lato del satellite, pari ad un’area di circa 128 x 579 km ad una risoluzione che poteva andare dai 60 ai 180 cm. Il KH-9 era dotato di pellicole normali ed anche di pellicole sensibili all’infrarosso, per le riprese attraverso la copertura nuvolosa.

Il primo Big Bird venne lanciato il 15 Giugno 1971 in un’orbita eliosincrona di 183 x 300 km con un’inclinazione di 96,41 gradi. L’orbita eliosincrona era utile perché ogni passaggio fatto nella zona illuminata veniva completato alla stessa angolazione di luce solare, eliminando le differenze delle angolazioni delle ombre nei diversi passaggi. Nelle missioni dei tre anni seguenti venne allungato progressivamente il lifetime del satellite, passando dai 50 – 100 giorni agli oltre 100 giorni, e nei 10 anni seguenti si passò da missioni di 158 giorni a missioni di 275 giorni, con una media complessiva di 138 giorni.
L’ultima missione, del 1984, durò solamente 115 giorni, mentre l’ultimo lancio, fallì il 18 Aprile 1986.

L’esposizione è avvenuta in concomitanza con la declassificazione del programma HEXAGON nell’ambito del FOIA, ad opera del NRO.

Fonti: spaceref.com (con foto e video); Wiki; GlobalSecurity.org; Qui è possibile accedere alla documentazione desecretata dal National Reconaissance Office, con interessanti immagini e testi in PDF.

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Luca Frigerio

Impiegato nel campo delle materie plastiche e da sempre appassionato di spazio, basket e birra artigianale. E' iscritto a forumastronautico.it dal Novembre 2005 e da diversi anni sfoga parte della sua passione scrivendo per astronautinews.it. E' socio dell'Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio (ISAA)