La missione Exomars 2018 scivola al 2020

ESA Exomars robot

L’Agenzia Spaziale Europea ha comunicato oggi, 2 maggio, di aver deciso di comune accordo con il partner russo Roscosmos lo spostamento al 2020 della missione ExoMars Rover (anche nota come ExoMars 2018).

Le due agenzie avevano lanciato verso il pianeta rosso il duo TGO (orbiter) / Schiaparelli (lander) di ExoMars 2016 dal cosmodromo di Bajkonur, a bordo del potente razzo Proton, dando il via alla prima parte delle due missioni congiunte.

La seconda parte della collaborazione prevede un coinvolgimento ancora maggiore dei russi, che saranno responsabili non solo di fornire il lanciatore (un altro Proton) ma anche la piattaforma lander, mentre ESA contribuirà con il primo rover marziano progettato e costruito nel “vecchio continente”.

Secondo quanto riferito da ESA, i due partner hanno fatto ogni sforzo per obbedire alla scadenza del 2018, tanto che alla fine del 2015 è stato creato un “Tiger Team” composto dai rappresentanti di ESA, Roskosmos e rispettivi partner industriali, alla ricerca di possibili soluzioni per recuperare sul ritardo accumulato e per risolvere le criticità aperte.

Il Tiger Team ha quindi presentato il suo rapporto finale al JESB (Joint ExoMars Steering Board) di Mosca, che preso atto delle problematiche e dei ritardi nella consegna degli strumenti scientifici, ha raccomandato di rimandare la seconda parte della missione ExoMars di due anni, la più prossima delle opportunità di avere Terra e Marte nella posizione relativa più conveniente per un lancio interplanetario.

Il direttore generale di ESA Johann-Dietrich Woerner ed il suo corrispettivo di Roscosmos Igor Komarov hanno esaminato il rapporto del Tiger Team e la raccomandazione emersa dal JESB, e hanno deciso congiuntamente di spostare ExoMars 2018 di due anni, e hanno dato istruzioni ai rispettivi partner industriali di riprogrammare tutte le attività per la finestra di lancio che si aprirà nel luglio 2020.

Secondo alcune dichiarazioni di Toril Bye Rinnan, responsabile dell’ufficio di coordinamento per l’esplorazione robotica del sistema solare di ESA, oltre la metà del ritorno scientifico della missione poteva andare perduto in caso di un lancio nel 2018, una percentuale inaccettabile.

Il ritardato arrivo su Marte di ExoMars Rover non dovrebbe rappresentare un pericolo per le capacità di TGO (l’orbiter di ExoMars 2016) di fare da transponder per le trasmissioni radio da e verso il robot europeo: la vita utile di cinque anni programmata per l’orbiter è più che sufficiente per accomodare questo ritardo, senza contare un possibile prolungamento della sua missione iniziale.

Tenere a terra una missione oltre la data di lancio inizialmente programmata significa inevitabilmente la creazione di nuovi costi: il materiale già realizzato va normalmente stoccato in condizioni ambientali controllate, così come vanno prolungati molti dei contratti per il personale impegnato nella fase di progettazione e sviluppo dei veicoli. Una stima esatta delle spese extra non è ancora stata fornita, anche perché al momento della decisione le agenzie spaziali erano ancora impegnate nelle schermaglie finali della trattativa con i prime contractors (Thales Alenia Space Italia e Airbus Defence & Space) per i contratti della missione del 2018.

Sempre secondo quanto dichiarato da Bye Rinnan i recenti, corposi tagli subiti da Roscosmos non hanno pesato sulla decisione di parte russa di appoggiare uno scivolamento in avanti della data di lancio, visto che Roscosmos ha classificato ExoMars con la massima priorità.

ESA e Roscosmos hanno concluso il comunicato congiunto ribadendo la reciproca volontà di proseguire, e in futuro rafforzare, la politica di cooperazione per l’esplorazione robotica del Sistema Solare.

Credits: ESA – Immagine in evidenza (C) ESA

 

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.