Fallito il debutto del Super Strypi dell’USAF

Credit U.S. Air Force/University of Hawaii/Spaceflight Now

Il primo volo del missile sperimentale low cost dell’Air Force statunitense si è concluso un minuto dopo il lancio quando, in seguito ad una perdita di assetto, si è disintegrato insieme al payload di 13 nano satelliti.

Il lancio è avvenuto alle 3.45 GMT dello scorso 3 novembre dal Pacific Missile Range Facility della U.S. Navy di Kauai nelle Hawaii.
Dopo aver lasciato la rotaia inclinata che fungeva da supporto di lancio il missile ha raggiunto i Mach 1 dopo meno di 20 secondi, grazie al primo stadio LEO-46 (Aerojet Rocketdyne) a propellente solido, dopodichè quella che era iniziata come un leggera oscillazione è diventata una definitiva perdita di assetto che in pochi attimi ha fatto disintegrare il missile.
Se fosse riuscito questo sarebbe stato il primo lancio orbitale mai avvenuto dalle Hawaii.

Credit: U.S. Air Force

Credit: U.S. Air Force

L’obbiettivo della missione, denominata OSR-4, era quello di portare in un’orbita polare di 490 km di altitudine una serie di CubeSats scientifici di cui 8 erano dell’Ames Research Center della NASA, uno della compagnia Pumkin Inc. e gli altri provenienti da varie università quali quella delle Hawaii, Montana, St. Louis e Utah.

Il fallimento mette ora a rischio il programma del Dipartimento della Difesa per avere a disposizione un lanciatore a basso costo, facile da operare e di impiego rapido per la messa in orbita di piccoli satelliti. Una volta in produzione ogni lancio verrebbe a costare intorno ai $ 12 milioni per una capacità stimata di 250kg di carico.

Questo settore negli utlimi anni sta vivendo una crescita notevole, basti pensare che solo i militari stanno sviluppando 5 programmi separati e nel settore commerciale ci sono già diverse compagnie quali Firefly Space System, Rocket Lab e la più nota Virgin Galactic che puntano al mercato dei nano-satelliti.

L’USAF ha avviato immediatamente un’inchiesta per stabilire le cause dell’incidente, ma ha già reso noto di essere stati precedentemente a conoscenza di un problema di sviluppo di gas incandescenti all’interno del primo stadio, che potrebbero aver trovato sfogo attraverso il corpo del missile.
Il problema sarà risolto nei prossimi propulsori ma era impossibile da risolvere negli esemplari già costruiti.

Il video del lancio. La rotazione sull’asse verticale, impressa dalle alette stabilizzatrici, è deliberatamente voluta come semplice controllo di assetto.

Fonte: U.S. Air force, SpaceFlightNow, Wikipedia

 

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.