L+134, L+135: Ai comandi per la cattura del prossimo Dragon

Un'esercitazione di cattura con il braccio robotico. Credit: ESA/NASA
Un'esercitazione di cattura con il braccio robotico. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 07/04/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 134 e 135 (6–7 aprile 2015)—Mancano meno di un paio di settimane all’arrivo del veicolo di rifornimento Dragon ed è incredibile vedere la Stazione prepararsi.

Vorrei poter dire che ho un’idea complessiva della situazione, ma questa è una prerogativa di persone molto più intelligenti di me che si trovano nei centri di controllo e mandano avanti le cose. Quassù, cerchiamo solo di fare del nostro meglio per svolgere i nostri compiti quotidiani, ma questi sono naturalmente tutti pezzi di un puzzle che diventerà una missione completa di un veicolo in visita, dalla cattura al rilascio, con una significativa porzione di lavoro scientifico da eseguire mentre Dragon è ormeggiato alla ISS.

Ieri ho installato del nuovo software su diversi laptop, in modo che siano pronti a supportare il nuovo lavoro scientifico. Oggi ho passato due ore a raccogliere in un’unica borsa da tutta la Stazione l’intero equipaggiamento necessario per uno specifico esperimento, in modo che sia tutto già disponibile quando quelle operazioni avranno inizio fra alcune settimane. E naturalmente Terry e io continuiamo a prepararci alla cattura di Dragon.

Oggi è stata la volta della nostra esercitazione alla “cattura fuori asse”, una sessione di due ore in cui abbiamo potuto fare pratica con la manovra del vero braccio, invece del simulatore. Ho parlato delle “prese fuori asse” nella mia nota L+20, L+21 del diario: andatela a vedere, nel caso ve la siate persa!

Un'esercitazione di cattura con il braccio robotico. Credit: ESA/NASA

Un’esercitazione di cattura con il braccio robotico. Credit: ESA/NASA

Quando è arrivato l’ultimo Dragon, Butch ha effettuato la cattura vera e propria. Questa volta sarò l’operatore robotico principale, quindi mi troverò ai comandi del braccio, mentre Terry sarà responsabile delle comunicazioni con la terra, di seguire le procedure, e delle cue cards [schedine riassuntive—N.d.T.] dei malfunzionamenti (queste ultime non saranno auspicabilmente necessarie).

E a proposito di malfunzionamenti, nella nostra ultima “quasi presa” di oggi abbiamo provato la risposta a un “evento di messa in sicurezza” verificatosi mentre l’attuatore all’estremità del braccio è già sopra il perno, quindi molto vicini a premere il grilletto per la cattura, o perfino poco dopo. Il braccio passerà automaticamente a una modalità di messa in sicurezza in seguito al malfunzionamento, rendendo impossibile controllare gli snodi, l’attuatore all’estremità o l’intero braccio.

[il video, accelerato di 10X, mostra le prove di presa con il braccio robotico dell’1 aprile 2015—N.d.T.]

Fortunatamente, si tratta in realtà di “due bracci in uno”: certo, c’è un solo gruppo di travi e snodi, ma per il resto c’è piena ridondanza su tutti i componenti che permettono al braccio di funzionare. Per servirsi di quella ridondanza e completare la cattura con il circuito di riserva dovremmo spostarci dalla Cupola al Laboratorio [Destiny—N.d.T.], dove abbiamo una seconda postazione di lavoro robotica. Il giorno della cattura, la seconda postazione di lavoro si trova in una modalità di “riserva attiva”, in cui cioè basta letteralmente la pressione di un bottone per farla diventare quella principale e metterla al controllo del braccio. Non vi piacerebbe avere quel tipo di ridondanza nella vostra auto quando si accende quella spia rossa?

Ah, ieri ho anche passato un po’ di tempo per la mia valutazione periodica della forma fisica. La facciamo sulla nostra cyclette, CEVIS, una volta al mese seguendo uno apposito protocollo, mentre viene registrato il nostro elettrocardiogramma e misurata la pressione sanguigna ogni cinque minuti. Basandosi su questi dati, gli specialisti a terra possono stimare il nostro VO2max, che è una misura dello stato di salute cardiovascolare usata comunemente. Il tipico andamento osservato nelle missioni di 6 mesi è una significativa, rapida diminuzione del VO2max all’inizio, e poi un lento recupero attraverso gli allenamenti quotidiani sulla cyclette e il tapis roulant. E quanto più si avvicina il ritorno sulla Terra, tanto più è essenziale fare esercizio, per essere di nuovo pronti alla forza di gravità.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.