Cosmo 2: il ruolo di Thales Alenia Space e la soddisfazione di ASI e Difesa

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Dopo tre rinvii per maltempo, il satellite italiano Cosmo SkyMed 2 è stato lanciato con successo ieri notte alle 03:31 ora italiana dalla base californiana di Vandenberg con un vettore Boeing Delta 2 della United Launch Alliance (ULA). Cosmo 2 è il secondo di quattro satelliti radar che andranno a formare la costellazione radar italiana per l’Osservazione della Terra Cosmo SkyMed, la prima al mondo concepita fin dall’inizio per applicazioni duali (vedi scheda). Il lancio era stato rinviato tre volte per cattive condizioni meteo, in particolare per forti venti sia a terra che in quota.

Il lancio è stato caratterizzato da una finestra di un solo secondo, dovuta alla necessità di immettere Cosmo 2 quanto più precisamente possibile sul piano orbitale del gemello Cosmo 1, lanciato nel giugno scorso. Lo stesso accadrà con Cosmo 3 (che sarà lanciato nell’estate 2008), e Cosmo 4 (che deve ancora essere realizzato, come tutti gli altri della costellazione, da Thales Alenia Space Italia. Oltre che sull’identico piano orbitale, i quattro satelliti dovranno essere collocati esattamente a 90° di distanza uno dall’altro, per garantire il massimo delle prestazioni, con una produzione a regime di 1.800 immagini al giorno ed una risoluzione inferiore al metro (per applicazioni militari), caratteristiche che rendono la costellazione unica al mondo.

«Le applicazioni civili rese possibili dall’uso di radar ad apertura sintetica e di diverse modalità operative sono molteplici», spiega Carlo Alberto Penazzi, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia: «controllo delle coste, dei mari, di situazioni di emergenza quali alluvioni e terremoti, controllo dell’abusivismo edilizio, delle discariche, delle coltivazioni, solo per fare alcuni esempi. In ambito scientifico, sono interessate tutte le branche dalla climatologia, alla fisica, alla vulcanologia. È uno strumento potentissimo che consente di avere continuità di dati, potendo il radar operare di giorno e di notte, con ogni tempo, e in varie modalità operative che permettono di coprire dalle grandi aree in bassa risoluzione a zone ristrette con risoluzioni molto spinte per indagare su uno specifico fenomeno».

Per quanto riguarda i dati generati dai satelliti della costellazione, c’è una elaborazione di primo livello, con immagini radar molto fruibili e possibilità di ulteriori elaborazioni per utenti molto specializzati, quali università, centri di ricerca, consulenti aziendali. «Questo – sottolinea Penazzi – rappresenta anche un’opportunità per la piccola e media industria di creare applicazioni a partire dalla disponibilità di questi dati».

Da un punto di vista commerciale, la realizzazione dei satelliti della costellazione Cosmo SkyMed pone l’Italia all’avanguardia nel mondo nel settore dell’osservazione della Terra. Un’avanguardia che dà al nostro Paese un vantaggio competitivo enorme anche in termini commerciali. «La tecnologia che abbiamo implementato e le innovazioni che abbiamo sviluppato – ci dice Penazzi – non ho notizia che abbiano simili neanche in paesi tecnologicamente avanzati come gli Stati Uniti. Siccome lo sviluppo di queste innovazioni ha tempi lunghi, che si misurano in anni, credo che abbiamo un vantaggio competitivo importante, che ora va mantenuto e nutrito con nuove idee, in questo settore di business che per noi è primario». Il primo risultato visibile è stato un accordo con la Corea del Sud per la fornitura di un radar ad apertura sintetica, ottenuto grazie ad una vittoria su altri competitor internazionali.

La domanda che però molti si pongono è se questa grande e straordinaria competenza che l’Italia ha acquisito non corra il rischio di essere assorbita dalla Francia, partner di maggioranza in Thales Alenia Space. «No – ci risponde Penazzi -, prima di tutto perché è tecnologia tutta italiana, dalle persone che l’hanno messa a punto ai processi industriali per realizzarla, solidamente insediata a Roma, Milano, Torino e l’Aquila. Quindi non c’è alcun rischio di fagocitazione. Secondo, la responsabilità operativa di questo business è totalmente in Italia. Infine, i programmi nazionali che afferiscono a fondi delle istituzioni sono blindati e rispondono a regole di tutela: vale per noi come per i francesi».

Per quanto riguarda le applicazioni militari, Cosmo SkyMed rappresenta l’evoluzione naturale delle missioni di ricognizione ante e post operazioni, ci dice il generale Pietro Finocchio, direttore generale di Teledife e presidente AFCEA. «Cosmo – aggiunge – ci permette di effettuare queste missioni senza correre alcun rischio». Circa i vantaggi della sinergia tra militare e civile, Finocchio rileva come sia importante «mettere a disposizione di tutti le capacità della costellazione, soprattutto per la protezione civile, per migliorare la sicurezza del cittadino in senso ampio».

Cosmo Skymed, ha ricordato Luigi De Magistris, direttore generale dell’ASI, raccoglie l’eredità maturata in anni di eccellenza dell’Italia nel settore dei sistemi spaziali radar ed apre a grandi opportunità di accordi internazionali, come dimostrano quelli già siglati con la Francia e l’Argentina per l’integrazione dei dati raccolti dalla nostra costellazione con quelli ottici Helios e in banda L SAOCOM.

Cosmo SkyMed nasce da un accordo tra ASI e ministero della Difesa. Thales Alenia Space Italia ha la responsabilità dell’intero sistema, mentre a Telespazio è affidata la responsabilità della realizzazione dei segmenti di terra civili e militari.

Fonte: dedalonews.it

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.