Un guasto elettrico non fermerà la missione Artemis 1

Orion e il suo modulo di servizio - Credits: NASA

NASA è solita comunicare pubblicamente, tramite il proprio blog, lo stato di avanzamento dei lavori di assemblaggio del vettore della missione Artemis 1. Lo scorso 30 novembre era apparsa una notizia che ci aveva un po’ preoccupato: durante la fase di attivazione del lanciatore, necessaria a verificare il corretto funzionamento dell’impianto di pressurizzazione del sistema di sollevamento del modulo dell’equipaggio che controlla l’orientamento della capsula dopo lo splashdown, gli ingegneri hanno identificato un problema in una PDU (Power and Data Unit) contenuta in un alloggiamento situato tra il modulo di servizio, costruito dalla europea Airbus, e la capsula Orion.

Su Orion è installato un totale di otto PDU, ciascuna delle quali ha due schede con due canali ridondati su ciascuna. A loro è affidato il compito di gestire il flusso delle comunicazioni tra i computer di Orion e i suoi componenti.

Essendo un veicolo spaziale “human rated“, ovvero progettato per trasportare esseri umani, Orion è costruita con una ridondanza significativamente maggiore rispetto a un veicolo spaziale robotico. Per questo motivo gli ingegneri, dopo aver valutato tutti gli scenari, hanno deciso di non sostituire la PDU guasta, anche perché questo intervento richiederebbe circa 4 mesi di lavoro dato che la sua posizione non è di facile accessibilità. Inoltre, a fronte di un intervento di manutenzione complesso e invasivo, si sarebbe corso il rischio di fare ulteriori danni durante la sostituzione.

Artemis I Crew Service Module (CSM) – Credits: NASA

La NASA ripone piena fiducia sul funzionamento dell’intero sistema che ha già accumulato migliaia di ore di collaudo. Gli ingegneri eseguiranno ulteriori test e continueranno a monitorare lo stato del veicolo spaziale.

Dunque Artemis 1, che sarà una missione senza equipaggio, volerà con una PDU guasta. È questo il punto cruciale che ha guidato la decisione degli ingegneri NASA: la mancanza di astronauti a bordo consente di derogare al livello di ridondanza normalmente imprescindibile per voli abitati. Questa determinazione consente di restare in linea con il calendario lanci pianificato.

Sono in fase di conclusione le ultime attività di assemblaggio presso la Neil Armstrong Operations and Checkout Facility. A gennaio 2021 il veicolo spaziale verrà trasferito alla Multi-Payload Processing Facility per dare corso all’integrazione con il razzo SLS (Space Launch System). Gli ultimi imprevisti non influiranno sul programma di lancio e Artemis 1 decollerà a novembre 2021.

Fonte: NASA

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.