Il lander Hakuto-R di ispace si schianta ancora sulla Luna

Rappresentazione del lander Hakuto-R M2 Resilience in orbita lunare. Credit: ispace

Lo scorso 5 giugno il lander giapponese Resilience (Hakuto-R M2) di ispace ha fallito l’atterraggio controllato sulla Luna schiantandosi ad alta velocità sulla superficie, replicando quanto avvenuto al suo predecessore della Mission1 nel 2023.

Resilience aveva iniziato il suo viaggio verso il nostro satellite naturale lo scorso 15 gennaio, condividendo un Falcon 9 Block 5 di SpaceX con il lander Blue Ghost di Firefly Aerospace. Quest’ultimo, avendo un profilo di missione più rapido, ha eseguito un atterraggio perfetto il 2 marzo, diventando il primo lander privato ad atterrare con successo sulla superficie lunare (nel febbraio 2024 il lander Odysseus di Intuitive Machines era riuscito ad atterrare intatto ma si capovolse immediatamente, compromettendo la missione).

Il lander giapponese si era immesso correttamente in orbita lunare lo scorso il 6 maggio, circolarizzando l’orbita a 100 km di altitudine il successivo 28 maggio.
Nella serata italiana del 6 giugno era quindi iniziata la discesa controllata verso la superficie della regione mare Frigoris ma, a 192 metri di altitudine e a 105 secondi dal previsto contatto, il controllo missione di ispace ha perso improvvisamente la ricezione della telemetria.
Il contatto con la sonda non è stato più ristabilito, ma dagli ultimi dati ricevuti era evidente che la velocità di discesa era troppo elevata in relazione all’altitudine del momento.

La società giapponese ha successivamente reso noto che l’altimetro laser trasmetteva in ritardo al sistema di guida le proprie rilevazioni sulla distanza dalla superficie, il che ha causato il fallimento della missione.

Takeshi Hakamada, fondatore e CEO di ispace ha quindi dichiarato: «Faremo di tutto per riconquistare la fiducia dei nostri investitori, clienti, partner, enti governativi e supporter, fornendo pubblicamente i risultati delle indagini su quanto accaduto». L’azienda infatti ha già in programma almeno altri due tentativi, di cui il prossimo è attualmente pianificato per il 2027.

Tra i cinque carichi paganti presenti a bordo c’era anche il piccolo rover TENACIOUS, realizzato dalla sussidiaria lussemburghese ispace EUROPE S.A., sotto l’egida della Luxembourg Space Agency e dell’Agenzia spaziale europea ESA.

Modello in esposizione del rover Tenacious. Credit: ispace-EUROPE

Una volta sulla superficie, TENACIOUS avrebbe dovuto raccogliere una piccola quantità di regolite a scopo dimostrativo per conto della NASA, che comunque non ne aveva in programma il recupero, e deporre una piccola casetta rossa realizzata dall’artista Mikael Gensberg.

Fonte: ispace

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.

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