Mitsubishi annuncia un ambizioso programma di lancio per il razzo giapponese H3

Il momento del lancio. Credit: JAXA

L’azienda giapponese Mitsubishi Heavy Industries ha annunciato l’intenzione di lanciare carichi utili fino a sei volte l’anno utilizzando i suoi nuovi razzi H3. Questa dichiarazione potrebbe apparire ottimistica visto che il vettore H3 non ha ancora effettuato un volo con successo.

Il nuovo razzo, progettato per trasportare carichi utili più pesanti rispetto a quanto può sollevare il vettore H-II (nelle varianti A e B), dovrà superare il fatto che deve ancora essere lanciato con successo. A febbraio, al suo primo tentativo, la procedura di decollo era stata interrotta per la mancata accensione dei motori ausiliari secondari. Fu un fallimento anche il secondo tentativo, effettuato il mese successivo, quando, poco dopo il decollo, la mancata accensione del secondo stadio ha spinto gli specialisti a Terra alla scelta di inviare il comando di autodistruzione. Il razzo H3 si autodistrusse sopra il Mar delle Filippine trascinando nel fallimento anche il carico utile, il satellite di osservazione della Terra Advanced Land Observing Satellite-3 (ALOS-3).

L’analisi del malfunzionamento che ha portato alla distruzione del vettore è tuttora in corso e, benché non sia ancora stata fissata una nuova data di lancio, Mitsubishi, che co-sviluppa il razzo, ha dichiarato pubblicamente la speranza di lanciarlo nuovamente all’inizio del 2024 e, una volta fatto, iniziare l’ambiziosa cadenza di lancio rappresentata da 6 lanci all’anno.

Il razzo H3 è un veicolo a due stadi progettato per essere in grado di lanciare satelliti da porre in orbita eliosincrona, geostazionaria ed eventualmente anche verso destinazioni remote del sistema solare. Il primo stadio, che utilizza ossigeno e idrogeno liquidi come propellente, è configurato per utilizzare opzionalmente due o quattro booster a propellente solido (derivati dall’SRB-A) a base di polibutadiene. Il primo stadio, alimentato da due o tre motori LE-9, ha una capacità di 225 tonnellate di carburante e ossidante. Il secondo stadio, alimentato da un unico motore evoluzione del LE-5B, può contenere 23 tonnellate di propellente.

Le varie configurazioni del lanciatore H3. Credit: JAXA

Il progetto H3 è stato avviato nel 2013. Questo vettore nasce avendo ben chiaro che troverà in SpaceX un acerrimo concorrente nel settore commerciale dei lanci spaziali. Per il Giappone il progetto del razzo H3 rimane una priorità, poiché consentirà al paese un accesso indipendente allo spazio decollando dal proprio territorio. Con H3 il Giappone ha voluto progettare un vettore che permettesse anche una riduzione dei costi di lancio rispetto alla variante H-II. Sono stati utilizzati propulsori più economici e un nuovo metodo di combustione nel primo stadio che mira a migliorare le condizioni di utilizzo.

Il Giappone sta lavorando per posizionarsi come una valida alternativa alla Russia, ora che la maggior parte del mondo spaziale ha deciso di non utilizzare i suoi razzi in seguito all’embargo seguito all’invasione dell’Ucraina. Il progetto della Stazione Spaziale Internazionale continua per ragioni di politica spaziale nazionale, ma altre missioni commerciali e governative che vedevano l’utilizzo dei vettori russi dovranno in futuro essere ripianificate su altri razzi.

SpaceX adatterà ed utilizzerà i suoi Falcon 9 e Falcon Heavy per le missioni Starlink, ma altre società, come ad esempio OneWeb e Amazon, potrebbero orientarsi verso opzioni diverse, qualora diventassero disponibili.

Fonte: Parabolic Arc

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.