“Uno sguardo a Minerva” – Cristoforetti e Watkins intervistate dagli studenti della Fairview High School

Proseguiamo la serie articoli con i quali vi porteremo i video della missione Minerva di Samantha Cristoforetti con sottotitoli in italiano. Per ragioni di praticità alcune delle domande più lunghe sono state parafrasate. I sottotitoli e il transcript sono a cura di ISAA.

Nel video di oggi Samantha Cristoforetti e Jessica Watkins rispondono alle domande degli studenti della Fairview High School di Boulder, Colorado. Questa scuola superiore è stata scelta in quanto a suo tempo frequentata dall’astronauta Jessica Watkins.

Transcript

Sadie: Che effetto fa vedere la Terra per la prima volta?

JW: Ciao Sadie, innanzitutto sono entusiasta di essere qui oggi e poter parlare con tutti voi della Fairview. Go Knights! Tornando alla domanda, la Terra è magnifica. È ancora più bella e più grande di come la immaginavo. Ogni giorno scopriamo nuove meraviglie e nuovi aspetti da osservare sulla superficie.

Lucas: Dalla ISS sono visibili alcuni effetti del cambiamento climatico?

SC: Ottima domanda! Effettivamente ci sono alcune cose che si notano palesemente, e ho potuto notare addirittura alcune differenze rispetto a ciò che ho visto nel mio primo volo, come l’estensione dei ghiacciai o l’ampiezza dei laghi. Anche fenomeni come le siccità o gli incendi, che associamo con il riscaldamento globale, sono chiaramente visibili da qui!

Maya: Quali sono le sfide che affrontate giorno dopo giorno sulla ISS?

JW: Ciao Maya. Una delle sfide che affrontiamo è sicuramente quella di essere lontane dalla Terra, che ovviamente è uno degli aspetti più belli dell’essere qui, ma che significa anche essere lontani dalle nostre famiglie, dagli amici e soprattutto dal nostro cibo preferito! Questo ci manca particolarmente. Ma siamo entusiaste di essere qui.

Noah: Che cosa hai pensato nel momento del lancio?

JW: Il lancio è stato molto emozionante, soprattutto per me, che è la prima volta che viaggio nello spazio, mentre Samantha ha volato già un’altra volta. Ma per me è stata una combinazione di sensazioni. Pensavo alla formazione che ho ricevuto e nel contempo stavo coronando il sogno di una vita. Eravamo concentrati sugli aspetti operativi assicurandoci che tutto andasse bene e che il veicolo funzionasse a dovere, ma dentro di me c’era anche una gioia e un’eccitazione travolgente.

Claire: L’esperienza delle scuole superiori vi sta aiutando a vivere nello spazio?

SC: Sai, a volte sembra ancora di essere alle scuole superiori! Forse non ce ne rendiamo conto sul momento, ma è un periodo della propria vita entusiasmante perché si imparano e si fanno così tante cose, dallo sport alla matematica, l’inglese, scienze. Qui è la stessa cosa. Ogni giorno dobbiamo fare molte cose diverse e dobbiamo impararle e padroneggiarle al meglio.

Gabriel: Jessica, qual è stata la sfida principale che hai dovuto affrontare come persona di colore, e come l’hai vinta?

JW: Buona domanda, Gabriel. Ognuno di noi ha dovuto affrontare delle sfide per giungere a questo punto. Ciò che mi ha permesso di attraversare i periodi difficili e superare gli ostacoli è stato trovare dei mentori, degli amici, persone che lungo il percorso mi hanno supportato e incoraggiato a seguire i miei interessi e trovare le opportunità che mi hanno permesso di realizzare i miei sogni. Vi incoraggio a fare lo stesso!

Leah: Come cambia la vostra prospettiva il fatto di lavorare in uno spazio ristretto insieme a persone di culture diverse?

JW: La mia collega Samantha Cristoforetti è la persona giusta per rispondere a questa domanda. Lei è un astronauta ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, ed è italiana.

SC: Penso che sia divertente ma anche valore aggiunto all’esperienza quando talvolta ci troviamo a condividere i vari aspetti delle nostre culture. Ad esempio Watty e gli altri colleghi americani che mi spiegano aspetti della cultura americana con cui magari non ho ancora familiarità, mentre viceversa a volte sono io a condividere alcuni aspetti della mia cultura europea e italiana. Stessa cosa coi colleghi russi, che portano un contributo dal loro Paese, che ha una cultura molto ricca ma anche differente. Tutto questo rende l’esperienza molto più ricca e interessante.

Meera: I vostri sogni cambiano nello spazio?

JW: È una domanda interessante. Non credo di aver sognato, o almeno non mi sono mai svegliata ricordandomi un qualche sogno. Io dormo molto bene nello spazio. Abbiamo sacchi a pelo molto confortevoli nelle nostre cuccette e mi piace rannicchiarmi e fluttuare. È molto facile sentirsi a proprio agio al loro interno.

Paul: Quante attività extraveicolari avete fatto?

SC: Attualmente nessuna di noi due è stata in un’attività extraveicolare, ma entrambe abbiamo ricevuto l’addestramento per poterle fare. Per questa specifica missione, se sarà necessario, Watty sarà pronta a uscire in una tuta di NASA, una tuta EMU, mentre io ho ricevuto formazione per la tuta russa. Quindi chissà, magari fra qualche mese potremo rispondere meglio alla tua domanda.

NN: Avete riscontrato difficoltà in un ambiente prevalentemente maschile?

JW: Penso che la vostra generazione di ragazze sia la chiave per realizzare un vero cambiamento. Avete molte opportunità, sempre più donne sono coinvolte nelle materie scientifiche e stanno seguendo i loro sogni. Penso che questo sia molto importante.

Rachel: Qual è la cosa più divertente da fare in un ambiente in microgravità?

SC: Senza dubbio fluttuare! Guarda, te lo dimostro, torno subito. [Samantha e Jessica si esibiscono in un salto mortale, ndr]. Spero sia sembrato divertente, perché lo era davvero.

Sarah: Avete voluto da sempre diventare astronaute? Che cosa vi ha ispirato?

JW: Già da piccola io volevo essere un’astronauta, ero persino più giovane di voi quando per la prima volta ho detto che ero interessata a perseguire questa carriera. Non ho mai pensato veramente che potesse accadere, ma passo dopo passo eccomi qui, e mi sento molto fortunata.

Kaden: Qual è la caratteristica più bella della Terra vista dallo spazio?

JW: Io sono una geologa e ho passato la maggior parte della mia carriera a osservare le rocce sulla Terra, perciò per me ora è entusiasmante poter guardare le rocce dallo spazio. Mi piace molto vedere le diversità dei paesaggi mentre sorvoliamo diverse zone del mondo, vedere le montagne, i canyon e gli oceani. È semplicemente magnifico!

Vika: Quanto è durata la vostra formazione prima di raggiungere lo spazio?

SC: Quando diventi un astronauta, visto che proveniamo da esperienze molto diverse e non esiste un specifico “college per astronauti”, riceviamo una formazione di base che per me è durata un anno e mezzo, due anni per Watty, dove impari le basi. Poi vieni assegnato a un volo spaziale e vieni appositamente formato per quella specifica missione. Questa formazione può variare, a seconda del periodo in cui vieni assegnato alla missione e dal ruolo che dovrai avere. Diciamo che la formazione può durare un anno o due.

Leo: Qualcuno vi ha mai detto che diventare astronauta era un sogno al di fuori della vostra portata? Come avete risposto?

JW: Non credo che nessuno me l’abbia mai detto apertamente, ma di sicuro l’hanno pensato quando dicevo loro che volevo diventare un’astronauta. Ma qualsiasi cosa vogliate raggiungere, qualsiasi sia il vostro interesse, trovate le opportunità per esserne coinvolti. Trovate degli stage o delle occasioni per inserirvi in quel settore e continuate a perseguire ciò che amate. Alla fine vedrete che tutti i pezzi si comporranno.

Will: Cosa fate per divertirvi sulla ISS?

SC: Siamo un equipaggio e per questo passiamo molto tempo insieme, ci piace cenare insieme, almeno un paio di volte alla settimana. Una volta alla settimana guardiamo anche un film insieme. Questo è ciò che facciamo principalmente come equipaggio, ma poi a ognuno di noi piace chiamare casa per parlare con le nostre famiglie, e ovviamente amiamo guardare la Terra che scorre sotto le nostre finestre.

Lauren: Avete dei suggerimenti per le donne interessate all’astronautica?

SC: Penso che l’astronautica non sia molto diversa da qualsiasi altro interesse. Qualsiasi interesse abbiate perseguitelo; l’astronautica è di certo un ottimo interesse da avere. Non penso che ci siano barriere particolari da superare se lavorate duro e lo fate con passione e se questo è davvero ciò che vi ispira giorno dopo giorno a dare il meglio di voi.

Eliana: C’è qualcosa che le persone qui sulla Terra dovrebbero imparare dalle vostre esperienze come astronaute?

JW: Penso che ci sia molto da apprendere dal volo spaziale umano, al quale abbiamo l’onore di partecipare. Penso che uno degli aspetti più importanti sia questa cooperazione internazionale, questa idea che possiamo ottenere molti più risultati quando lavoriamo insieme e che possiamo sfruttare i nostri punti di forza per migliorare il mondo e il pianeta. Penso che possiamo trasferire questa filosofia e queste nozioni in molti ambiti. È molto importante.

Zac: C’è la possibilità che dei detriti spaziali colpiscano la ISS?

SC: Sollevi una questione interessante. C’è senz’altro un rischio concreto, ma è tenuto molto sotto controllo. Ci sono reti di osservazione in grado di monitorare l’orbita in cui vola la ISS e se dovesse esserci anche una remota possibilità che un pezzo di detrito, che a sua volta viene monitorato, colpisca la Stazione, spostiamo la Stazione stessa. Nel caso di detriti più piccoli non visibili da terra e che non possono essere tracciati, tutti i nostri moduli sono coperti da scudi anti-micrometeoriti che si spera possano bloccarli prima che creino un foro nello scafo.

Cedonna: Avete suggerimenti per i giovani che volessero diventare astronauti o astronomi?

JW: Il mio primo consiglio è quello di ascoltare i vostri insegnanti lì alla Fairview, sono tutti delle persone splendide! Poi vi direi di cercare l’ambito che vi suscita maggior interesse: assicuratevi che sia qualcosa che amate, qualcosa che vi fa svegliare bene la mattina e non qualcosa che fate perché dovete o perché i vostri genitori vi dicono che dovete farlo. Dev’essere qualcosa che vi piace davvero! Se poi riuscirete a trasformare questa passione in un lavoro, sarete felici ogni giorno della vostra vita e vi sentirete realizzati.

Emmy: Com’è la vita di tutti i giorni sulla ISS?

SC: Iniziamo alle 07:30 di mattina con un normalissimo meeting, se non fosse che avviene dallo spazio verso Terra, via radio. Parliamo con il Centro Controllo Missione di Houston, poi con Huntsville che coordina gli esperimenti scientifici di NASA. Poi attraversiamo l’Atlantico, sorvoliamo e parliamo con Monaco in Germania, che invece coordina i sistemi e gli esperimenti ESA. Poi si passa a Tsukuba in Giappone, dove sono i responsabili del modulo giapponese, che è il luogo in cui ci troviamo adesso, e poi i nostri colleghi russi parlano con Mosca. Dopodiché ognuno esegue i propri compiti assegnati quel giorno, che possono essere scientifici, di manutenzione, oppure parlare con voi ragazzi della Fairview, o stivare il materiale che arriva. Talvolta non sono compiti molto affascinanti, ad esempio Watty ha passato il weekend a riparare la toilette. Ma adesso funziona! Quindi vorrei ringraziare la Fairview, non solo per averci fornito una collega stellare, ma anche una fantastica idraulica spaziale.

Fairview: Grazie per il vostro tempo e per aver risposto alle nostre domande!

JW: Grazie! Grazie a voi, è stato un piacere poter parlare con tutti voi. Spero che passiate un buon fine settimana e un’ottima estate.

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.