15º volo su Marte per l’elicottero Ingenuity

Ingenuity. Credits: NASA

Il piccolo drone Ingenuity, un elicottero dimostratore di tecnologia progettato per verificare la fattibilità di realizzare brevi voli su Marte, ha effettuato pochi giorni fa il suo 15º volo.

L’annuncio è stato dato su Twitter lunedì 8 novembre dai funzionari del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. Il JPL ha comunicato che il drone ha volato sabato 6 novembre per 128,8 secondi coprendo una distanza di 406 metri a 17,9 km/h e a un’altezza dal suolo di circa 12 metri. Durante il volo Ingenuity ha scattato immagini di interesse scientifico.

Il drone ha ampiamente superato gli obiettivi iniziali, visto che nelle intenzioni di NASA avrebbe dovuto effettuare solamente cinque voli con partenza e ritorno nello stesso punto. La sua missione, nata per essere esclusivamente sperimentale, dal quinto volo è diventata operativa: al drone è stato assegnato il compito di mappare la superficie del Pianeta Rosso con nuove osservazioni aeree e riprese di immagini stereoscopiche.

Ingenuity è atterrato il 18 febbraio con il rover Perseverance sul fondo del cratere Jezero. L’elicottero, pesante solamente 1,8 kg, dopo i primi cinque voli ha iniziato a svolgere una missione di ricognizione in collaborazione con il rover Perseverance. Ingenuity ha recentemente studiato una zona di Jezero chiamata South Séítah, ma con l’ultimo volo ha iniziato il viaggio di ritorno verso il Wright Brothers Field, il sito del suo primo decollo, per il quale saranno necessari dai quattro ai sette voli. Nel frattempo gli specialisti a Terra stanno valutando la possibilità di installare sul drone un aggiornamento del software di volo che implementerà nuove possibilità di navigazione e predisporrà Ingenuity a nuove sfide.

Anche Perseverance effettuerà un percorso simile. Dopo essere tornati al Wright Brothers Field, i due esploratori robotici viaggeranno insieme in direzione nord lungo il lato est della regione di Séítah, quindi si dirigeranno a ovest verso il bordo dell’antico delta del fiume, un luogo che gli scienziati hanno considerato geologicamente interessante.

Quest’ultimo volo di Ingenuity è stato il secondo dall’ultima congiunzione solare. La congiunzione solare è un evento che avviene ogni due anni e dura circa due settimane. Durante questo periodo Marte e la Terra si trovano separati dal Sole diventando invisibili l’uno all’altro. Questo evento astronomico rende impossibile comunicare con le sonde sul Pianeta Rosso.

Il Sole irradia nello spazio gas caldi ionizzati. Normalmente questo non rappresenta un problema, ma durante una congiunzione solare questa radiazione, sommata alla particolare separazione tra i due pianeti, non rende possibile la comunicazione con le sonde su Marte; per questo motivo viene messa in atto una sorta di moratoria durante la quale i controllori di missione del Jet Propulsion Laboratory spengono alcuni strumenti, astenendosi dall’inviare comandi alle sonde.

Rappresentazione grafica di una congiunzione solare

In occasione di una congiunzione i flight controller anticipano le loro comunicazioni e inviano messaggi alle sonde con due settimane di anticipo. Al termine della congiunzione le sonde inviano i dati raccolti al Deep Space Network. Gli specialisti a Terra impiegano circa una settimana per scaricare le informazioni prima di poter riprendere le normali operazioni.

Il recente volo è stato anche il secondo in cui Ingenuity ha fatto girare i suoi rotori a 2.700 giri al minuto (RPM), rispetto ai circa 2.500 dei primi 13 voli. Il nuovo regime di rotazione delle eliche è stato scelto per compensare la minore densità dell’aria dovuta al caldo dell’estate marziana nell’emisfero in cui si trova il drone.

Il nuovo regime di rotazione dei rotori era stato collaudato lo scorso 15 settembre (Sol 204) quando nel corso di una prova al suolo Ingenuity ha accelerato i suoi motori fino a 2.800 RPM. La scelta di collaudare una velocità maggiore rispetto a quella giudicata necessaria era dovuta esclusivamente ad accertare di disporre di un adeguato margine di sicurezza. La prova è stata un successo benché alcune possibili nuove criticità hanno tenuto sulle spine gli specialisti a Terra: surriscaldamento dei motori, vibrazioni ed eventuali comportamenti inattesi delle eliche.

Fonte: NASA

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.