Prosegue la salita di Curiosity sul monte Sharp

Il rover Curiosity e la "scalata" del monte Sharp. Fonte: NASA

A distanza di nove anni dall’atterraggio su Marte (il 5 agosto 2012), il rover Curiosity continua senza soluzione di continuità a fornire rilevazioni scientifiche di grande importanza. La missione è nata con la finalità di individuare tracce di vita microbica o segni della presenza di vita in ere passate. Ha inoltre lo scopo di studiare il clima e la geologia del Pianeta rosso. Le ultime immagini fornite dal rover mentre sale su uno dei versanti del monte Sharp, una montagna alta 5500 m all’interno del cratere Gale, avente un diametro di 154 chilometri, mostrano un paesaggio estremamente eterogeneo, modificatosi sostanzialmente nel corso del tempo. Le immagini (129 scatti autonomi, uniti a formare una sequenza di 360°), catturate dalla cosiddetta Mast Camera o Mastcam, sono state scattate il 3 luglio 2021, ovvero il 3167º giorno marziano (o sol) della missione, circa 457 m più in alto rispetto al luogo di atterraggio del rover.

Rafael Navarro Mountain – interno del Gale Crater Immagine a 360° catturata dal rover Curiosity. Fonte: NASA

Il lungo viaggio del rover

Attualmente Curiosity si trova in una posizione particolarmente interessante da un punto di vista geologico. Nella fattispecie, il rover sta oltrepassando una regione di marcata transizione geologica caratterizzata a valle da minerali argillosi e a monte da composti solfati. A segnare questa transizione vi è la Rafael Navarro Mountain, un piccolo rilievo roccioso recentemente dedicato all’omonimo scienziato scomparso lo scorso 28 gennaio 2021.

L’analisi dei composti presenti in quest’area potrà aiutare gli scienziati a comprendere meglio il cambiamento climatico che ha visto un passaggio radicale da condizioni più umide alle aride attuali, secondo quanto riferito da Ashwin Vasavada, scienziato del progetto di Curiosity presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA.

Condizioni simili si sono verificate in tutto il Pianeta rosso. Per questo motivo, studiare le caratteristiche fisico-chimiche di queste aree da vicino è stato un grande obiettivo a lungo termine della missione. Secondo gli scienziati della NASA lo studio condotto sui composti solfati che caratterizzano questa area potrà rivelarci i motivi per cui Marte ha perso la sua acqua nel corso del tempo. Sarà inoltre possibile comprendere l’estensione temporale del periodo in cui si verificarono le condizioni favorevoli alla vita.

Nel suo passaggio dalla zona ricca di minerali argillosi a quella ricca di solfati, il rover sta esaminando campioni di roccia polverizzata (32 campioni estratti ad oggi) mediante un trapano posto sul braccio robotico e quindi con gli strumenti SAM (Sample Analysis at Mars – Analisi di campioni su Marte) e CheMin (Chemistry and Mineralogy – Chimica e mineralogia).

Perforazioni nel suolo Marziano da parte del rover Curiosity. Fonte: NASA

Attualmente nel cratere Gale è inverno, pertanto vi è un’ottima visibilità essendo l’aria relativamente priva di polvere. Dall’attuale posizione è quindi possibile “rivedere” gran parte del percorso fatto dal rover nel corso degli anni. Ad oggi Curiosity ha percorso ben 26 chilometri. Nel corso dell’anno il rover continuerà il suo percorso oltre la Rafael Navarro Mountain alla volta del cosiddetto Greenheugh Pediment, un pendio ricoperto di roccia arenaria all’interno del cratere Gale, la cui vetta è stata già raggiunta dal rover lo scorso anno.

Il percorso di Curiosity ad agosto 2021. Fonte: NASA

Nei prossimi mesi il rover continuerà la sua attività di raccolta dati e analisi per caratterizzare dettagliatamente la zona di transizione che sta percorrendo. Le risposte attese sono molteplici e condurranno, potenzialmente, a una ancora più approfondita comprensione dei fenomeni geologici che hanno caratterizzato il Pianeta rosso, rendendo l’esplorazione umana di Marte un obiettivo sempre più tangibile.

Fonti

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Manuel De Luca

Ingegnere Civile, studioso di Geologia applicata e Ingegneria sotterranea. Formazione come Pilota Privato. Attivo nell'ambito della ricerca in Ingegneria Strutturale, con particolare riferimento ai fenomeni reologici.