ISS – Guasto al generatore di ossigeno del segmento russo

ISS, Shuttle, Sojuz ed ATV

La Stazione Spaziale Internazionale sta iniziando a mostrare la sua età, e gli astronauti sono sempre più spesso impegnati in attività di manutenzione straordinaria. È il segmento russo quello colpito più frequentemente da guasti e problemi. Oltre al noto problema di perdita d’aria recentemente si è rotto anche un bagno, ma mercoledì scorso, secondo l’agenzia spaziale Roskosmos, è stata la volta del sistema di distribuzione dell’ossigeno. Il modulo di servizio Zvezda, dove si trova il generatore di ossigeno russo, è in orbita da 20 anni.

Il guasto è coinciso con l’arrivo di tre nuovi membri dell’equipaggio, tra cui l’astronauta della NASA Kate Rubins, che ha portato a sei le persone in orbita. Precisiamo che l’equipaggio non è in alcuna situazione di pericolo poiché sulla stazione l’ossigeno può essere generato da tre diverse fonti: la principale e la più utilizzata è l’elettrolisi dell’acqua – questo è infatti il principio di funzionamento dell’apparecchiatura OGS (Oxygen Generation System), che fa parte del sistema di supporto vitale ECLSS (Environmental Control and Life Support System) installato nel settore americano. Nella sezione russa della stazione spaziale c’è un apparecchiatura analoga chiamata Elektron, quella che si è guastata, ma in ogni caso, nell’estrema situazione di guasto a entrambi i sistemi, vi sono riserve di ossigeno conservate in grossi serbatoi costantemente reintegrate dai voli dei veicoli cargo.

Tuttavia anche questo guasto è una ulteriore indicazione che il segmento russo del laboratorio orbitante ha bisogno di aggiornamenti. La stazione ha già superato la sua aspettativa di vita, originariamente prevista in 15 anni. «Tutti i moduli del segmento russo sono logori», ha detto il cosmonauta Gennadij Padalka a Ria Novosti, un’agenzia di stampa statale russa.

La ISS è sostanzialmente divisa in due grosse sezioni: il segmento orbitale russo e il segmento orbitale statunitense. Il segmento russo contiene il modulo di controllo Zarja, il più anziano della stazione, lanciato nel 1998. Il suo modulo di servizio Zvezda, lanciato nel 2000, è il modulo principale del segmento russo. Ospita gli alloggi dei cosmonauti: la cucina, il bagno e i sistemi di supporto vitale, compreso il sistema di filtrazione dell’acqua e il sistema di fornitura di ossigeno.

Il segmento orbitale russo della Stazione Spaziale Internazionale. Credits: Raffaele Di Palma/ISAA/NASA Doug

La notizia di questo guasto è giunta dopo che i membri dell’equipaggio hanno trascorso mesi cercando di trovare la fonte di una perdita d’aria. La ISS sta perdendo aria a un tasso superiore alla media da settembre 2019, ma i membri dell’equipaggio hanno iniziato a effettuare profonde indagini solo dalla scorsa estate. A settembre NASA e Roskosmos hanno dichiarato che l’origine della perdita è stata scoperta nel modulo Zvezda, senza però aver ancora individuato la sua esatta posizione.

In giallo, il modulo russo Zvezda. Credits: Raffaele Di Palma/ISAA/NASA Doug

Roskosmos non ha risposto immediatamente alle richieste della stampa di fornire ulteriori dettagli sul guasto del distributore dell’ossigeno. C’è ovviamente un velo di riserbo sulla vicenda, tanto che sono in corso indagini per capire come sia avvenuta questa fuga di notizie perché probabilmente si è venuti a conoscenza di dettagli che non si sarebbe dovuto rivelare. I funzionari affermano che la fuga di notizie non è grave, anche se a molti osservatori è parso che questo guasto possa aver contribuito alla decisione di rinviare “Crew-1”, la prima missione operativa con astronauti NASA della capsula Dragon di SpaceX, dopo quelle di collaudo.

Daniel Huot, un portavoce della NASA, ha detto di non essere «a conoscenza di alcuna relazione tra questo guasto e la fuga di notizie». Tuttavia, l’agenzia sta lavorando per ottenere ulteriori informazioni.

A tutto ciò si aggiunge la recente scoperta di un aumento della temperatura ambientale in tutta la ISS.

Fonte: Business Insider

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Marco Carrara

Da sempre appassionato di spazio, da piccolo sognavo ad occhi aperti guardando alla televisione le gesta degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo, crescendo mi sono dovuto accontentare di una più normale professione come sistemista informatico in una banca radicata nel nord Italia. Scrivo su AstronautiNews dal 2010; è il mio modo per continuare a coltivare la mia passione per lo spazio.