Ultimi tentativi di risveglio per Opportunity, ma si avvicina la fine della missione

La NASA ha inviato gli ultimi comandi al rover marziano più longevo nel tentativo di riattivarlo, dopo il lungo silenzio cominciato nel giugno dello scorso anno, al sopraggiungere di una delle più intense tempeste di sabbia globali. Ma sebbene i tentativi siano ancora in corso, Opportunity ha festeggiato il suo quindicesimo compleanno su Marte nel silenzio.

Bloccato dal 10 giugno del 2018, Opportunity sta ricevendo, evidentemente invano, i comandi che la NASA sta inviando in questi giorni. Mentre segnali di chiamata si susseguono con costanza, il rover non dà cenni di risposta e nel frattempo, il 24 gennaio scorso, ha passato il traguardo dei quindici anni trascorsi su Marte. Da questo conteggio, tuttavia, sono da sottrarre gli ultimi otto mesi, che potrebbero essere il fatidico tempo che segna per Opportunity il termine definitivo della sua storica missione. L’anno scorso in questo periodo, celebravamo il suo raggiungimento dei 5000 giorni di esplorazione del Pianeta Rosso, etichettando quella di Opportunity come “missione senza fine”. Sembrava di fatto così: tra tutte le peripezie e gli inconvenienti subiti (non pochi), il rover si era sempre ripreso e aveva sempre trovato il modo di “chiamare casa”, ma questa volta sembra che la end of mission sia ormai ad un passo dall’essere decretata anche formalmente dalla NASA.

La foto ripresa dal Mars Reconnaissance Orbiter nel settembre dello scorso anno, che mostra Opportunity là dove ha smesso di trasmettere verso la Terra il 10 giugno 2018 [fonte: NASA]

L’agenzia sta usando in questi giorni diverse tipologie di comandi. Se da settembre dello scorso anno il segnale inviato era del tipo sweep and beep, ovvero un comando atto a ricevere una risposta in forma di beep da parte del rover, ora si stanno usando diverse altre tecniche. Ognuna considera differenti scenari: uno riguarda il guasto alla radio che trasmette in banda X, un altro considera che l’avaria riguardi sia la radio in banda X primaria che secondaria e un altro ancora che l’orologio interno del rover, che fornisce l’inquadramento temporale al computer di bordo, sia fuori fase. I rimedi per questi scenari includono quindi comandi diretti al rover affinché tenti di passare all’uso della radio di backup da un lato, oppure indirizzati al reset dell’orologio dall’altro. Tuttavia il tempo passa e la stagione più favorevole per un ripristino di Opportunity sta sfumando. La stagione in corso è collegata con la maggior probabilità di pulizia dei pannelli solari, ovvero il periodo dell’anno marziano in cui l’entità delle correnti e dei venti è superiore e sono quindi più elevate le opportunità di ricarica delle batterie dopo il lungo sonno iniziato con la tempesta di sabbia. Ora l’emisfero meridionale si avvia rapidamente verso l’inverno e le condizioni di temperatura andranno ad irrigidirsi, elemento che non potrà far altro che pesare sulle già difficili condizioni del rover: temperature più basse non potranno che condurre al danno irreversibile alle batterie, ai cablaggi e ai sistemi elettronici di bordo. Il controllo missione non ha mai cessato di tentare: se anche solo un beep di risposta fosse captato da Terra, allora ci sarebbero delle chance di ripristino per Opportunity.

La serie di immagini simulate che mostra la progressione dell’oscuramento del cielo durante la tempesta di sabbia globale che ha avvolto Marte durante l’estate del 2018 [fonte:
NASA, JPL-Caltech and TAMU]

La NASA ha inviato oltre 600 comandi solo nel periodo dal 22 gennaio ad oggi e non è detto che la dichiarazione formale di end of mission arrivi necessariamente in questi giorni, come implicitamente recita il comunicato ufficiale. Questo a testimonianza della forte volontà di non lasciar perdere e della volontà di continuare una missione durata già 61 volte il tempo di funzionamento inizialmente previsto. Sebbene su Marte ci siano ancora un rover attivo, Curiosity e un lander, InSight, arrivato recentemente, e fervano le attività per l’invio del rover Mars 2020, la dedizione con la quale la NASA cerca di resuscitare Opportunity è emblematica di una missione simbolo e fa da contraltare alla passione dei moltissimi fan che sui social network continuano la campagna di sostegno iniziata a giugno con svariati hashtag come #OppyPhoneHome tra i più recenti e diffusi. Mentre buona parte del team di missione ha dichiarato che è forse ormai tempo di cominciare a guardare all’immensa eredità di Opportunity, comunque vada, la storia del rover costituisce un grandissimo successo esplorativo, scientifico e tecnologico: oltre a tutte le importantissime scoperte fatte, anche dal punto di vista costruttivo il rover ha costituito una pietra miliare nello sviluppo e nel test della componentistica. Basti pensare alla sua batteria, che ha ispirato tutte quelle a seguire nell’esplorazione della superficie marziana. Un testimone simbolico ed oggettivo, che passa da un rover all’altro, mentre l’esplorazione del Pianeta Rosso continua, anche e soprattutto grazie alla lunghissima vita di Opportunity su Marte.

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Massimo Orgiazzi

Appassionato di astronomia, astronautica e scienza, nella vita è ingegnere. Ha scritto narrativa, poesia e critica letteraria, ha una passione per il cinema e organizza rassegne cineforum. Twitta in inglese di spazio e scienza con l'handle @Rainmaker1973