Expedition 56: rilevata una piccola perdita di pressione a bordo della ISS

Una piccola perdita di pressione è stata scoperta ieri sulla Stazione Spaziale Internazionale che sembra dovuta ad un foro di 2 millimetri rinvenuto dagli astronauti sullo scafo del modulo orbitale della capsula russa Sojuz MS-09.

L’anomalia, diffusa pubblicamente con un Tweet dall’Agenzia Spaziale Europea nel pomeriggio del 30 agosto, è stata di minima entità ed era già stata individuata dai controllori di volo nel corso della notte di mercoledì. Proprio per l’esigua quantità di aria in grado di sfuggire dal foro i controllori hanno ritenuto inutile svegliare i sei astronauti Andrew Fuestel (NASA) Ricky Arnold (NASA), Serena Aunon (NASA,  Alexander Gerst (ESA) Oleg Artemyev  (Roscosmos) e Sergei Prokopyev (Roscosmos), e hanno preferito lasciarli riposare rinviando ulteriori azioni al loro risveglio.

Il primo compito assegnato all’equipaggio di Expedition 56 è stato quindi l’individuazione della causa della perdita, che è risultata essere localizzata nel segmento russo della ISS. La causa precisa  è infatti risultata essere un foro di 2 millimetri apertosi nel modulo orbitale della Sojuz MS-09, attualmente agganciata al modulo Rassvet. Il modulo orbitale è uno dei tre elementi di base delle navette Sojuz, e viene sganciato ed abbandonato prima del rientro a terra. Per questo motivo non vi sono particolari preoccupazioni legate a possibili problemi nel momento in cui questa Sojuz verrà usata per il ritorno di tre membri dell’equipaggio il prossimo dicembre.

La perdita è stata inizialmente rallentata con l’applicazione di un nastro adesivo di Kapton, mentre i controllori di volo di Houston e Mosca lavoravano per coordinare una tecnica di riparazione sicura e definitiva. Gli astronauti hanno misurato accuratamente il foro e hanno raccolto documentazione fotografica e video, subito inviata a terra per guidare le decisioni dei controllori. A bordo il tutto è stato svolto sotto lo sguardo attento del comandante della Stazione Andrew Feustel, di NASA, che ha spinto per evitare soluzioni affrettate da parte dei colleghi a bordo (peraltro non necessarie) e attendere che gli esperti di parte russa e americana trovassero un accordo in merito alla tecnica di riparazione più consona. La “pezza” definitiva è stata infine applicata dal cosmonauta russo e comandante della Sojuz MS-09 Sergey Prokopyev di Roscosmos, che ha chiuso il foro applicando garza e collante epossidico.

Non è chiaro ancora, al momento della stesura di questo articolo, che cosa abbia causato l’apertura della piccola falla, e Roscosmos ha formato una commissione di inchiesta per fare luce su ogni possibile aspetto della questione. Ovviamente i controllori a Mosca e Houston tengono sotto osservazione i parametri di bordo e sono pronti a reagire a qualunque ulteriore anomalia con l’efficienza e l’attenzione fin qui dimostrata.

È importante sottolineare come per tutto il tempo l’equipaggio e la stazione spaziale stessa non abbiano mai corso alcun pericolo.

Le immancabili esagerazioni acchiappaclick

Come troppo spesso succede in questi casi, nel corso della giornata si sono diffuse alcune voci secondo le quali i fori erano stati praticati con un trapano, e che vi era stata una lite tra russi e americani su come procedere con la riparazione del danno.

Rispetto al primo punto, il fraintendimento potrebbe essere arrivato dall’interpretazione di uno dei fitti dialoghi tra i cosmonauti e il centro di controllo di Mosca, che vengono tradotti in simultanea e trasmessi in diretta da uno dei canali NASA su Ustream. Il brano è ascoltabile in questo video, a partire dal minuto 04:45. Il cosmonauta dice (tradotto in inglese dall’interprete):

“We are going to check if this hole is a drill hole or not – omissis – In this case we’re going to measure the depth using a very small screwdriver, and if it goes beyond 5 millimeters then we’re going to assume this is a (drill) hole.”

Il problema è che la parola “drill” è pronunciata in modo farfugliato, e senza un esame dell’audio originale in russo non è possibile trarre una conclusione certa sulle parole del cosmonauta. In ogni caso il cosmonauta potrebbe aver davvero pensato che si trattasse di un foro causato da un trapano, o analogo a quello causato da un trapano, mentre riportava con candore le sue impressioni a caldo al centro di controllo a Mosca. A chiarire il tutto sarà la commissione di Roscosmos e per evitare speculazioni AstronautiNEWS monitorerà attentamente le fonti ufficiali.

Proprio questo video, che è un collage di conversazioni avvenute su un arco temporale parecchio più vasto nel corso di tutto il 30 agosto, ci dà un’idea di come gli equipaggi si coordinino con terra e di come sia davvero il comandante della stazione ad avere l’ “ultima parola”. Probabilmente non contento dell’idea iniziale dei colleghi russi di procedere immediatamente alla chiusura della falla con materiale epossidico, il comandante (americano) Feustel ha preferito chiedere di non procedere e di attendere che a terra venissero valutate anche altre possibili opzioni, inclusi eventuali piani secondari nel caso la sigillatura con l’epossidico non avesse fermato completamente la perdita. Si può sentire Feustel esprimere il suo intendimento a Houston e poco dopo i colleghi russi dire al controllo missione di Mosca che sarebbero rimasti in attesa senza procedere con la sigillatura perché il comandante “è di un altro parere”.

Questo genere di dialoghi e discussioni, del tutto normali e noti a chiunque abbia mai lavorato in team, sono forse stati amplificati dal fatto di essere stati trasmessi in chiaro ed in diretta dallo spazio, finendo con l’essere “preda” di articoli “acchiappaclick” che ne hanno furbescamente – e consapevolmente –  deformato le circostanze.

Con AstronautiNEWS continueremo a seguire la situazione e ad informarvi sugli eventuali sviluppi, anche attraverso i costanti (e verificati) aggiornamenti che diffondiamo sul canale Twitter del nostro podcast AstronautiCAST.

Fonte: ISS NASA Blog

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.