Aggiornamenti dal sistema solare: giugno 2018

Credit: NASA

La tempesta di polvere globale che in questi giorni imperversa su Marte domina le notizie dal sistema solare in questo periodo. A risentirne soprattutto il rover veterano Opportunity che è in ibernazione in attesa che la tempesta passi. Dal pianeta rosso arrivano però anche buone notizie, in particolare grazie ai risultati della missione dell’altro rover, Curiosity, che aggiungono un nuovo tassello nella ricerca della vita nel sistema solare.

Buone notizie anche dalla sonda giapponese Hayabusa 2 che comincia la sua lunga missione sull’asteroide Ryugu mentre, molto più lontana, New Horizons si risveglia dall’ibernazione per cominciare a prepararsi all’avvicinamento del suo prossimo obiettivo, un asteroide della fascia di Kuiper.

Degna di nota anche la notizia che l’ESA ha recentemente reso disponibile l’archivio delle immagini ad alta risoluzione della storica missione Rosetta sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Sui blocchi di partenza Parker Solar Probe (NASA), sonda solare che otterrà il record per il massimo avvicinamento alla nostra stella. Il lancio è stato ritardato di qualche giorno ed è ora previsto per il 4 agosto.

La prossima importante missione interplanetaria europea, BepiColombo, partirà verso Mercurio ad ottobre. La missione si compone di due elementi principali: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA. Entrambe le sonde hanno raggiunto a maggio il centro spaziale di Kourou, dove verranno integrati sul Mercury Transfer Module (MTM) per poi essere installati sul lanciatore Ariane 5.

Chandrayaan 2, sarà la prossima sonda lunare indiana e  partirà non prima di ottobre 2018. La missione sarà composta da un orbiter, un lander ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare.

In casa cinese, invece, Chang’e 4 partirà entro la fine dell’anno insieme ad un rover per atterrare sul lato nascosto della Luna.

Nel sistema solare interno

È partita lo scorso 5 maggio la missione della NASA, Insight. Insieme al lander, che esplorerà il suolo e sottosuolo marziano, sono partiti anche due piccoli cubesat, denominati MarCO-A e MarCO-B, che compiranno un flyby del pianeta rosso durante l’atterraggio di Insight e, pur non essendo necessari al successo della missione, cercheranno di dimostrare la possibilità di utilizzare questi piccoli satelliti per ritrasmettere i dati provenienti dal lander a Terra. Le sonde si trovano a circa 55 milioni di km da Marte e l’atterraggio di Insight avverrà il 26 novembre di quest’anno.

La sonda cinese QueQiao, che funzionerà da ripetitore per la prossima missione lunare cinese Chang’e 4, ha raggiunto lo scorso 13 giugno l’orbita prevista intorno al punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna. Insieme a QueQiao, sono stati lanciati anche due microsatelliti, LongJiang1 e 2. LongJiang-2 è entrato in un’orbita lunare fortemente ellittica, mentre pare che LongJiang-1 abbia perso i contatti e non sia riuscito ad entrare in orbita.

In attesa delle nuove missioni cinesi, Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA) continua ad esplorare la Luna senza particolari aggiornamenti questo mese. La sonda lavora dal 2009, ma a quanto pare ha ancora molto propellente per estendere ulteriormente la propria missione.

Anche le due sonde della missione ARTEMIS (NASA) sono in orbita lunare e stanno studiando da diversi anni il debole campo magnetico nei pressi del satellite. Anche il dimostratore tecnologico cinese Chang’e 5-T1 è ancora in orbita, ma non si sa se sia ancora attivo.

Il lander cinese Chang’e 3 è sulla superficie della Luna dal dicembre del 2013 ed è sorprendentemente ancora attivo, anche se ormai la sua missione scientifica è piuttosto limitata.

Ci sono diverse sonde della NASA che condividono  l’orbita della Terra, anche se ad una certa distanza dal nostro pianeta. Innanzi tutto le due sonde della missione STEREO, Stereo-A e Stereo-B (di quest’ultima, però si sono persi i contatti da diverso tempo) e il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer. Infine c’è Kepler, il telescopio progettato per la scoperta di esopianeti più famoso e di gran lunga più di successo.

Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA).

Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe. La seconda versione di questa mappa cosmica è stata rilasciata recentemente e darà lavoro ad astronomi e scienziati per anni.

Poco lontano dall’orbita terrestre, è appena arrivata a destinazione sull’asteroide NEO Ryugu Hayabusa 2 (JAXA) dopo un viaggio lungo alcuni anni. Al momento la sonda si trova ad un’altitudine di circa 20 km dall’asteroide, ma nelle prossime settimane e mesi scenderà sempre di più fino alla distanza di 5 km, con occasionali discese a 1 km. A settembre-ottobre inizieranno poi le operazioni di superficie, quando la sonda rilascerà il primo dei piccoli lander ed eseguirà il primo dei tre tentativi di raccolta campioni.

Immagini di Ryugu riprese da Hayabusa 2 durante l’avvicinamento. Credit: JAXA, University of Tokyo, Koichi University, Rikkyo University, Nagoya University, Chiba Institute of Technology, Meiji University, University of Aizu, AIST.

Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx si sta avvicinando verso il proprio obiettivo. Al momento è a circa 6 milioni di km dall’asteroide Bennu ed ha appena concluso la sua seconda manovra correttiva. OSIRIS-REx comincerà la propria missione il 17 agosto, quando comincerà la fase di avvicinamento e arriveranno le prime immagini a distanza di Bennu. La fase si concluderà poi a dicembre con l’entrata in orbita e l’inizio della ricognizione preliminare per individuare il miglior punto di raccolta campioni.

Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.

Esplorando Marte

In queste settimane su Marte è in corso una delle periodiche tempeste globali che sta limitando le osservazioni scientifiche dei vari robot presenti sulla superficie e in orbita. Intorno al pianeta rosso c’è infatti una flottiglia di ben 6 sonde: Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), MAVEN (NASA),  Mars Orbiter Mission (ISRO), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA).

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 2096 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Essendo dotato di un generatore a radioisotopi il rover non risente particolarmente della presenza della tempesta di polvere. Curiosity sta attualmente esplorando la cresta del Vera Rubin Ridge, lungo il cammino verso la cima del Monte Sharp. La notizia più importante di giugno per Curiosity è però un’altra: sono stati infatti presentate alcune analisi sulle osservazioni effettuate dal rover negli anni passati che hanno evidenziato la presenza di composti organici nel terreno, oltre alla presenza periodica di metano nell’atmosfera. Entrambi i risultati sono importanti nel processo di ricerca di vita passata o presente sul pianeta rosso.

Autoritratto di Curiosity durante la tempesta di polvere, che ha ridotto l’irraggiamento solare e la visibilità su tutta la superficie del pianeta. Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

È invece il sol numero 5131 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) sta vivendo momenti molto difficili in queste settimane. La tempesta globale di polvere che in questi giorni interessa l’intero pianeta ha infatti diminuito progressivamente l’energia prodotta dai pannelli solari di Opportunity, fino a far andare il rover in modalità di ibernazione. Gli ingegneri di NASA rimangono in ascolto giornalmente nel caso il rover si risvegli, anche se difficilmente questo avverrà prima che la tempesta si diradi e il cielo si sia rischiarato in maniera apprezzabile. Il rover è già sopravvissuto ad una tempesta ancora più grande di quella attuale nel 2007.

Simulazione del cielo marziano visto da Opportunity durante la tempesta di polvere globale del giugno 2018. Credit: Courtesy NASA/JPL-Caltech/TAMU

Nel sistema solare esterno

La sonda americana Dawn è sempre in orbita intorno al pianeta nano Cerere, mentre sta completando la sua seconda estensione di missione. La sonda ha appena completato il trasferimento dall’orbita XMO6 alla XMO7, orbita molto ellittica ma con periastro che la porterà a soli 35 km dalla superficie. Durante quest’ultima orbita la sonda consumerà molto propellente e ci si aspetta che questo si esaurisca entro la fine dell’anno, portando la lunghissima missione di questa sonda alla sua conclusione.

Juno, sempre di NASA, è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda compirà il prossimo 16 luglio il passaggio ravvicinato PJ14 nella sua lunga orbita ellittica intorno al gigante gassoso. La notizia principale di questo mese, però, è il fatto che la NASA ha approvato l’estensione delle missione di altri 41 mesi, almeno fino al luglio 2021.

La sonda americana New Horizons è in viaggio verso l’oggetto della fascia di Kuiper 2014 MU69 “Ultima Thule”, che raggiungerà tra 185 giorni. New Horizons è stata risvegliata con successo dallo stato di ibernazione in cui era da alcuni mesi e sta cominciando la lunga preparazione al flyby che avverrà a capodanno del 2019.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 142 UA dalla Terra (19 ore e 39 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 117 UA dalla Terra (16 ore e 14 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 5

Missioni operative nella fase principale o estesa: 29

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 4

 

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Commenti

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.

3 Risposte

  1. Ivano ha detto:

    Ma TESS che fine ha fatto ?
    Dovrebbe essere già operativo o sbaglio ?

    • Matteo Carpentieri ha detto:

      Hai ragione, Ivano, ma nel compilare questa lista devo mettere dei limiti altrimenti mi ritroverei a seguire un numero spropositato di missioni. Io ho scelto di mettere solo le sonde che sono oltre l’orbita terrestre (intesa come orbita intorno alla Terra). Quindi in questi aggiornamenti troverai solo missioni in orbita eliocentrica, intorno ad altri corpi celesti o in orbite lunari. Quindi niente TESS (in orbita alta terrestre), ma anche niente Hubble o SDO, per esempio.

  2. Gabriele ha detto:

    Fino a quando le sonde Vojager riusciranno a comunicare con la terra e a che velocita’ si allontanano dal sistema solare e verso dove?