Lanciato con successo il primo Angara A5

Debutto orbitale per il nuovo vettore  Angara A5-1-LM che, dopo 2 decenni di travagliato sviluppo, apre una nuova era spaziale per la Russia. Il lancio è avvenuto in perfetto orario, alle 6.57 italiane di oggi 23 dicembre, dal cosmodromo militare di Plesetsk, nel nord della Russia.

Angara A5 al Pad prima del lancio

Angara A5 al Pad prima del lancio

Il momento dell'accensione dei cinque motori RD-191

Il momento dell’accensione dei cinque motori RD-191

Fonti ufficiali hanno confermato che dopo 12 minuti di volo il terzo stadio ha immesso in un’orbita di parcheggio l’upper stage Briz-M che, nel corso della giornata, dovrà effettuare ulteriori accensioni per portare un finto payload fino all’orbita geostazionaria prevista.
Il Presidente Putin, in collegamento video con il controllo missione, si è detto molto soddisfatto per questa nuova impresa spaziale russa.

Angara A5-1-LM, profilo della misione. Credit Russian Space Web.

Angara A5-1-LM, profilo della misione. Credit Russian Space Web.

Angara è la nuova famiglia di lanciatori modulari, basati principalmente su un singolo booster URM-1 (Universalniy Raketniy Modul) assemblabili in diverse configurazioni in base alla missione da svolgere.

L’origine del progetto risale ai primi anni ’90, subito dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, per fornire alla Russia un lanciatore progettato, costruito e lanciato entro il territorio nazionale.
Nel 1994 l’azienda statale Khrunicev State Research and Production Space Center di Mosca, già produttrice del Proton, viene selezionata per lo sviluppo che, a causa di scarsità di fondi ed incertezze politiche, viene ritardato fino al 2004. Per il primo lancio bisogna attendere ancora 10 anni e nel luglio 2014 viene testato in un volo suborbitale il primo e più semplice modello Angara 1.2.

L’elemento portante del progetto è il booster URM-1, equipaggiato con un singolo propulsore RD-191 ad ossigeno liquido (LOX) e kerosene (RP-1).
L’Angara 1.2 si componeva di un URM-1 come primo stadio ed un secondo stadio URM-2, con probulsore quadricamera RD-0124A sempre a LOX ed RP-1.

Nel caso del ben più potente Angara A5, l’URM-1 centrale diventa il secondo stadio in quanto viene affiancato su 4 lati da altrettanti esemplari identici che fungono da primo stadio. L’URM-2 diviene il terzo stadio e nel caso di missioni in orbita alta un upper stage Briz-M viene aggiunto allo stack.
Proprio il Briz-M rimane l’elemento in comune con il vecchio lanciatore Proton, destinato ad essere sostituito e pensionato dalla nuova serie Angara.
E’ comunque in fase di progettazione avanzata l’upper stage KVTK, completamente criogenico (LH2/LOX), il Briz-M utilizza propellenti ipergolici molto tossici e di difficile manipolazione.

Il lancio di oggi è sicuramente importante perchè l’Angara A5, nella versione A5P (Pilotiruemaya), capace di portare 18 t in LEO e priva del terzo stadio URM-2, sarà il vettore destinato a portare in orbita la nuova capsula manned PTK-NP che sostituirà le storiche, ma sempre sicure ed aggiornate, Sojuz.
La scelta di utilizzare 5 URM-1 tra primo e secondo stadio e non l’URM-2 come secondo stadio, è legata a ragioni di sicurezza in quanto tutti e 5 i motori vengono accesi contemporaneamente sulla rampa senza nessuna accensione di ulteriori stadi in volo, come già fu per lo Space Shuttle ed il Buran.Angara Family

A1.2 A3 A5 A7.2B
1° stadio 1 URM-1 2 URM-1 4 URM-1 6 URM-1
2° stadio 1 URM-2 1 URM-1 1 URM-1 1 URM cryo
3° stadio     — 1 URM-2 1 URM-2     —
Upper stage     — Briz-M/KVTK Briz-M/KVTK KVTK/A7
Payload LEO 3,8 t 14,6 t 24,5 t 50 t
Payload GTO     — 2.4/3.6 t 5.4/7.5 t 19 t
Payload GEO     — 1.0/2.0 t 3/4.6 t 11,4 t

Altre versioni proposte includono l’A3 con 3 URM-1 e la più potente versione fin’ora proposta A7.2B con 6 URM-1 con un URM modificato criogenico (LH2/LOX) centrale da 5,7 metri di diametro. Anche per la versione A7 esiste un progetto A7P destinato ad inviare capsule con equipaggio verso la luna ed oltre.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.