L-79: L’ultima esecuzione della famigerata 2.600… si spera!

I pannelli solari della ISS. Credit: NASA
I pannelli solari della ISS. Credit: NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Johnson Space Center (Houston, USA), 5 settembre 2014—Prima di tutto, mi scuso per il lungo silenzio. Non ho mai avuto intenzione di fare un’interruzione così lunga del diario, ma sono accadute delle cose nel lato privato della vita che hanno semplicemente avuto la priorità.

Così, ora sono tornata, lavorando a tutta velocità per una data di lancio che ora è, wow, lontana soli 79 giorni!

Dalla mia ultima nota del diario ho fatto dei brevi viaggi in Giappone e in Europa che hanno incluso un po’ di ripasso sui sistemi del JEM e di Columbus rispettivamente, ma soprattutto l’addestramento agli esperimenti della JAXA e dell’ESA che farò durante la mia permanenza sulla ISS. Cercherò di riparlarne in qualche prossima nota del diario.

Ora sono di nuovo a Houston per le mie poche settimane finali di addestramento al Johnson Space Center. Come di consueto, qui l’addestramento è piuttosto vario: ieri è stato il mio primo giorno e ho avuto una lezione di flebotomia, alcune brevi lezioni sugli esperimenti Body Measures [misurazioni del corpo—N.d.T.] e Salivary Markers [marcatori salivari—N.d.T.], una lezione di consulenza sull’Environmental Control System [sistema di controllo ambientale—N.d.T.], una lezione di familiarità con l’applicazione di bordo che usiamo per localizzare un incendio nascosto, e un paio di lezioni di IMAX, compreso un viaggio al cinema IMAX di Galveston per vedere dei filmati che avevo ripreso con Terry a luglio.

Oggi, Terry e io abbiamo dato il nostro saluto finale alla procedura 2.600, almeno in termini di addestramento. E mi auguro certamente che non la useremo in orbita, anche se non si può mai sapere! La famigerata 2.600 è la procedura “guasto sconosciuto al bus EPS”, dove EPS è l’Electrical Power System [sistema di alimentazione elettrica—N.d.T.]. Intende gestire una grave perdita di alimentazione, che potrebbe influire sulle comunicazioni con la terra: questo potrebbe accadere perché i sistemi di comunicazione perdono corrente o perché perdiamo il controllo d’assetto della ISS, o semplicemente i dati di puntamento (così le antenne non sanno dove trovare i satelliti per le comunicazioni). O una combinazione di queste cose. Inoltre, con una grave perdita di alimentazione al bus potremmo perdere parzialmente il raffreddamento interno e/o esterno, che ci porterebbe a un cosiddetto orologio termico: entro poche ore, alcuni componenti inizierebbero a surriscaldarsi!

Come potreste immaginare, la ISS ha molte funzionalità di auto-protezione: sono chiamate FDIR (Fault Detection Isolation and Recovery) [rilevamento, isolamento e recupero delle avarie—N.d.T.]. Il problema quando avete una grave perdita di alimentazione al bus, come quella del nostro scenario di oggi, è che potreste perdere l’alimentazione ai computer che sono responsabili della risposta FDIR: per esempio il computer che normalmente recupererebbe le comunicazioni verso una sequenza di backup.

Lentamente ma sicuramente, i computer principali della ISS, quelli al vertice della gerarchia, porteranno online le unità di backup per tutti i computer dei livelli inferiori, secondo una sequenza di priorità predeterminata. Ma il completo recupero potrebbe in realtà richiedere un’ora piena, e l’intervento dell’equipaggio è ancora richiesto per assicurarsi che la Stazione venga portata in una configurazione sicura, specialmente in termini di raffreddamento.

Nel nostro scenario di oggi la primissima priorità è stata recuperare il controllo d’assetto mettendo al comando i computer russi GNC (GNC = Guidance, Navigation and Control, [guida, navigazione e controllo—N.d.T.], che comprende mantenere la ISS nell’orientamento corretto). Appena i computer russi ottengono il controllo dell’assetto, accendono immediatamente i thruster per riportare la ISS al suo assetto nominale lungo la verticale locale e il vettore di veolcità. Potreste chiedervi perché quel passaggio al controllo russo non avvenga automaticamente in caso di perdita di assetto. Beh, il problema è nei pannelli solari: essi seguono il Sole e potrebbero trovarsi orientati in modo che l’accensione dei thruster rischi di danneggiarli. Così dobbiamo prima portare i pannelli solari in una posizione fissa, sicura: una delle cose che la 2.600 vi guiderà a fare!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.

Una risposta

  1. Jenny Bianco ha detto:

    Grazie Samantha e’ sempre meraviglioso leggere le tue dettagliate esperienze, e’ una grande esperienza anche per me conoscere piu’ a fondo la tua Missione.