Curiosity e’ ufficialmente un successo

Autoritratto di Curiosity. Credit: NASA/JPL-Caltech/Malin Space Science Systems

Giovedi’ 26 giugno 2014: un giorno di lavoro come tanti altri per il rover marziano e per il team che lo controlla da terra, ma a ben vedere si è trattato di una giornata un po’ speciale.
Infatti in quella data Curiosity ha compiuto un anno marziano di permanenza sul pianeta rosso (687 giorni terrestri), e questo traguardo era l’obiettivo minimo che i progettisti si erano prefissati quando avevano concepito la missione. Per la verità si tratta di un traguardo altamente simbolico, in quanto gli elementi scientifici raccolti dal rover in questo periodo sono stati tali e tanti da farlo dichiarare un successo già da parecchio tempo.
Curiosity, infatti, ha trovato gli “ingredienti” per la vita visitando il letto di un antico fiume presso il sito Yellowknife Bay, e questo a pochi mesi dal suo sbarco: la presenza di minerali in vari stati di ossidazione rappresenta una valida fonte di energia per una ipotetica forma primitiva di vita.
Gli ingegneri, in ogni caso, hanno atteso proprio un anno marziano per compiacersi delle prestazioni del loro rover, a prescindere dalle scoperte scientifiche fatte. Curiosity è sopravvissuto alle radiazioni, al vento ed alla sabbia, alle insidie del terreno.
Ora sta attraversando il fondo del cratere Gale, diretto verso il cosiddetto Monte Sharp, un picco di circa 4800 metri di altezza che secondo gli scienziati potrebbe ospitare minerali di argilla risalenti al periodo in cui Marte era più caldo e umido. La speranza è di identificare nelle rocce alcune molecole organiche.
Nelle ultime settimane il progresso è stato di circa 1.5 chilometri, e ne rimangono poco meno di 4 alla meta. L’arrivo è previsto entro 2-3 mesi. Curiosity si è anche concesso una breve tappa presso il sito battezzato Windjana, per raccogliere un campione con il suo trapano a percussione. Il campione è ancora in fase di analisi da parte degli strumenti del rover. È già comunque chiaro che esso presenta una componente di magnetite maggiore rispetto a campioni precedenti, ed i geologi stanno cercando di capire se essa era già presente nel basalto originale o è il risultato di processi successivi, quali quelli che si verificherebbero in sedimenti basaltici molto umidi.
Inoltre i campioni di Windjana contengono ortoclasio, un minerale del gruppo del feldspato ricco di potassio. La sua presenza suggerisce che il sito di atterraggio di Curiosity presso il cratere Gale potrebbe aver vissuto numerosi episodi di scioglimento.
La rotta verso Monte Sharp è stata anche allungata per evitare danni alle ruote in alluminio del rover; vengono inoltre condotti esperimenti a terra su ruote identiche per valutare come l’usura si ripercuota sulla trazione delle ruote. La finalità è di ottenere una idea precisa della durata delle ruote sui diversi terreni, in modo da scegliere il percorso con il rapporto lunghezza/usura più vantaggioso.
Ad inizio missione, i tecnici temevano non tanto l’usura delle ruote (che è stata pressoché nulla su Spirit e Opportunity), quanto la possibilità di vedere Curiosity insabbiato, anche a causa del suo notevole peso. Si pensava, insomma, che il terreno “duro” fosse un amico, e non un problema.
Va detto anche che le ruote erano state testate per una percorrenza di almeno 20 chilometri, ma nessuno aveva previsto di incontrare il terreno roccioso e disomogeneo che Curiosity sta affrontando. Con questo fondo, le ruote dovrebbero durare per un totale di 25 chilometri, non di più, di cui 7,9 già percorsi. La percorrenza giornaliera è aumentata notevolmente da quando è stato caricato il software che assiste il rover nella guida autonoma: la settimana precedente il “compleanno”, Curiosity ha percorso 143 metri in un giorno: un record.
NASA ed ESA stanno facendo tesoro di quanto appreso sul comportamento delle ruote di Curiosity, in modo da includere miglioramenti sostanziali nella progettazione dei loro prossimi rispettivi rover marziani. Ad esempio, le ruote di ExoMars (ESA) saranno in acciaio flessibile o titanio, e non in alluminio come quelle del robot americano oggi in azione.
Oltre alla meccanica, anche gli strumenti di Curiosity hanno una scadenza, imposta per lo più dagli isotopi usati per le misurazioni. Gli scienziati hanno il difficile compito di arrivare a fine missione avendo impiegato gli strumenti nel modo migliore, senza sprecare osservazioni e senza trovarsi con strumenti con una notevole vita residua a bordo di un rover che non può più supportarli attivamente.
C’è un altro nemico per questa missione: il budget. Lo stanziamento iniziale si esaurirà il prossimo primo ottobre, e NASA dovrebbe decidere presto se approvare e finanziare due ulteriori anni di missione.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017