L-288: Braslet, ovvero perché stringersi una cinghia attorno alla coscia

Il dispositivo russo Braslet. Fonte: Samantha Cristoforetti
Il dispositivo russo Braslet. Fonte: Samantha Cristoforetti

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

Star City (Mosca, Russia), 9 febbraio 2014—Questo weekend è quasi finito qui a Star City ed è ora di prepararsi a un’altra settimana di addestramento.

Guardando indietro alla settimana trascorsa, venerdì abbiamo completato l’addestramento con una lunga sessione di simulazione nel mockup del segmento russo rivedendo la risposta dell’equipaggio nel caso di una depressurizzazione. Questo ripasso tornerà utile la prossima settimana, quando faremo questo addestramento nella camera a vuoto, con vere “perdite” e cali di pressione reali attraverso portelli chiusi. Non vedo proprio l’ora di fare questa esperienza!

La settimana scorsa ho avuto anche un’interessante sessione sul tavolo inclinato per un controllo di adattamento del Braslet (Браслет). Questo oggetto mi è stato presentato per la prima volta l’estate scorsa, insieme con un certo numero di prodotti russi di abbigliamento e di igiene personale. È in quell’occasione che mi sono state prese le misure alle cosce in modo da produrre il mio Braslet personale, che volerà con me sulla Sojuz.

L’idea è piuttosto semplice: avete una cinghia sagomata anatomicamente che potete stringere intorno alla vostra coscia superiore per restringere il flusso di sangue venoso dalle gambe alla parte alta del corpo. Questa viene usata nei primi giorni di volo spaziale per aiutare l’adattamento alle condizioni di assenza di peso, in cui si verifica un fastidioso spostamento di fluido verso la testa.

I numeri grandi che potete vedere nella foto sono una scala che vi consente di stringere il Braslet a un valore specifico, che viene determinato prima del volo. È quando entra in scena il tavolo inclinato: inclinando una persona a testa in giù potete simulare l’effetto del sangue che corre verso la testa indotto dall’assenza di peso.

Per avere una misurazione oggettiva dell’effetto dell’inclinazione sul mio sistema circolatorio, mi sono stati applicati dei sensori intorno alla testa. Prima sono stata inclinata alcune volte fra 50° a testa in su e 50° a testa in giù. Quindi, una volta che gli specialisti sono rimasti soddisfatti dei dati di riferimento, mi hanno aiutata a mettere il Braslet. Abbiamo seguito un paio di passi di iterazione per stabilire quanto dovrei stringerlo per ottenere l’effetto desiderato. E l’effetto è stato piuttosto significativo. Me ne sono resa conto quando è stato tolto il Braslet: ero ancora inclinata in giù di 50° e, appena allentata la cinghia, ho potuto immediatamente sentire il sangue correre verso la testa.

Il letto inclinato viene usato a Bajkonur anche per il condizionamento pre-lancio, come potete vedere in questa foto con l’astronauta ESA Paolo Nespoli.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.